30 aprile 2007

GIORNO QUATTORDICI/2


bene, ora non rimane che scrivere una bella lettera pubblica alle cariche regionali toscane per richiamarle al rispetto dei loro stessi propagandati valori; incisiva ma non troppo antigovernativa, chiedendo sostegno per NTC senza sollevare l'annoso problema delle vedove delle vittime, decisa ma non offensiva e soprattutto che produca risultati soddisfacenti: una passeggiata!

Domani, giorno della festa del lavoro e dal lavoro, sembrerebbe il giorno più giusto... in onore dei granduchi che come tutti sanno lavoravano il meno possibile

GIORNO QUATTORDICI


per la terza volta, perchè oggi il padrone del mio blog, che non so chi sia, si rifiuta di pubblicarmi gli interventi:

nel quattordicesimo giorno si ri-contempla e si ri-conosce tutti coloro che non mangiano perchè non ne hanno;

avendo sostenuto digiuni gandiani di dialogo e sostegno, digiuni spiritualterapeutici new age, digiuni per miseria posso affermare che gli ultimi sono i peggiori.

Durante i quali ci si corica in preda all'inedia e alla misantropia, senza motivazioni nè giustificazioni, odiando cordialmente tutti coloro che possono scegliere tra primo e contorno o secondo e dolcino.

Con addosso la colpa della propria miseria, dato che come tutti ti ripetono nei nostri paesi soffrire la fame non è possibile se non per propria colpa; così i pingui buonisti oltre a mangiare bene digeriscono meglio nell'assurda convinzione che nel mondo d'oggi si nasce e si resta abbienti non per caso ma per meriti personali.

Firmato: la mia anima populista e demagogica che non muore ( nella foto mentre consulta un libro di ricette ).

29 aprile 2007

... vorrei che tu, Lapo ed io ...



CRONACHE RADICALI
… vorrei che tu, Lapo ed io …
di Claudia Sterzi

Ognuno ha il Lapo che si merita; a Firenze ci s’ha i’ pPistelli, bel signore con gli occhi azzurri, ben nato e ancor meglio vissuto, amico della gente giusta, insomma un vero mito.
In politica fin da quando era sulle ginocchia della mamma, oltre a parlare le lingue e a saper distinguere al primo sguardo una forchetta da dessert da una da pesce, scrive, e quando scrive un libro per presentarlo si scomodano fior di professori universitari che stendono rossi tappetini sotto i suoi piedi con lancio di fiori rari; di che partito è Lapo? Ma naturalmente del partito giusto, quello che domina in toscana ormai da 50 e passa lunghi anni, quello che occupa la parte sinistra della navata, detto un tempo cattocomunista ed oggi tornato democratico ma cristiano.
Bene, con i soldi pubblici Lapo fa ciò che vuole, perché sono suoi per destino: qui in toscana la libera circolazione delle élites è roba dimenticata ormai da così tanto che per disseppellirla non basterebbe la rivoluzione dei ciompi né la congiura dei pazzi.
Ogni tanto Lapo si può anche permettere di fare cose apparentemente insensate, come invitare un radicale a parlare di eutanasia; d’altronde voci di corridoio lo danno in corsa per sindaco al posto di Venerdì ( simpatico soprannome popolare dell’attuale sindaco ), e per i democratici ma vaticani si sa che il fine giustifica i mezzi.
Così Lapo invita, anzi fa invitare da una delle sue associazioni, INPUT ( sottotitolo PENSIERO PANORAMICO ), Marco Cappato, europarlamentare radicale d.o.c., segretario dell’associazione Luca Coscioni; siccome i democratici ma talebani oltre che nella gestione dei fini e dei mezzi sono maestri dell’arte di lanciare il sasso e nascondere la mano, organizza un dibattito sull’eutanasia ma lo chiama presentazione di un libro sul coma vegetativo, invita un radicale ma non reclamizza l’incontro, riceve gli ospiti ma poi scappa in tutt’altre faccende sfaccendato.
Insomma, la solita trappola politica metropolitana.
Il libro che si presenta, venerdì scorso 27 aprile, si intitola: “Terry Schiavo, l’umano nascosto”, scritto da un medico che a Bergamo dirige da otto anni un reparto di pazienti in coma vegetativo persistente; invitati l’autore, Giovan Battista Guizzetti, Marco Cappato, modera Franco Bomprezzi, capo redattore di AGR, Agenzia Radio. Sottotitolo della presentazione: “tempo di vivere tempo di morire”, dal sapore appena vagamente biblico, spiegato dall’introduttore come titolo del libro di Remarque, che in realtà parla di guerra e non di scelte di fine vita.
Visto che l’autore è in grave ritardo per colpa di un incidente sull’A1, il pubblico inizia a rumoreggiare e il dibattito inizia senza di lui: introduzione, presentazione del libro da parte del moderatore.
Il libro parla di domande ineludibili, per chi ha solidi valori cattolici, mentre sembra che le domande chi non ha valori cattolici non se le ponga affatto; di atteggiamenti utilitaristici per cui si teme che la persona umana sia rispettabile entità fino a che funziona, per divenire in caso contrario un peso se non un costo, fino ad arrivare al rischio di favorire un meccanismo “eugenetico”, che a me sembrava significasse un’altra cosa, ma ci sta bene per far capire fin dall’inizio dove si andrà a parare.
Meno male che Cappato nella trappola non casca, ma con bella calma tratta dell’aspetto legislativo, di elementi che uniscono la cultura laica radicale a quella religiosa, con citazione en passant della presenza in sala della sottoscritta digiunatrice impegnata in una battaglia nonviolenta per la moratoria della pena di morte; del fatto che coloro che hanno partecipato alla doverosa, costituzionale interruzione di terapia su volontà espressa di Piero Welby sono passibili e stanno passando un procedimento penale che potrebbe portarli in carcere per quattordici lunghi anni; con altrettanta bella calma tratta dell’aspetto politico, di come una regolamentazione sia necessaria per dotare di criteri, regole, verifiche sulle reali volontà; dell’eutanasia clandestina, che nella clandestinità ospita, quella sì, rischi di distinzioni arbitrarie e utilitaristiche da parte di parenti e medici.
Insomma, i classici argomenti radicali: rispetto della volontà dell’individuo chiaramente espressa, legalizzazione dei fenomeni sociali clandestini.
Ma ecco arriva l’autore, che per cominciare azzarda un ardito parallelo fra i pazienti in coma vegetativo e gli embrioni umani, fra interruzione di terapia e aborto terapeutico; prosegue con la condanna preventiva di chi ha attuato l’interruzione di terapia su Piero Welby, che secondo lui è ben giusto che passi processo e anzi dovrebbe andare in carcere, perché un medico può non cominciare ma non può sospendere un “trattamento proporzionato” ( si immagina che sulla proporzione del trattamento il dottor Guizzetti consideri la classe medica come giudice assoluto ). Non contento, premette di non essere un filosofo ma divide le visioni del mondo in una dicotomia fra chi ( buono ) considera l’individuo come parte di un mondo di relazioni e chi ( cattivo ) lo concepisce come espressione di una autonomia esasperata; dulcis in fundo, il paragone tra la volontà di non più soffrire di Welby e la volontà suicida del dirigente sportivo Pessotto; staccare il respiratore, dice, è come non chiamare l’ambulanza per un suicida.
Cappato pacatamente contesta i paralleli del dottor Guizzetti, nella pervicace ricerca di un terreno di mediazione per una normativa condivisa, cosa che a mio modesto avviso sarà dura da realizzare.
Potevamo forse farci mancare l’anziano professore di diritto che estende il parallelo tra eutanasia e aborto agli esperimenti nazisti e la signora che dal fondo della sala urla : “Assassini, assassini!”?; no, infatti li abbiamo avuti entrambi.

GIORNO TREDICESIMO

dunque, venerdì c'è stato a firenze un convegno sull'eutanasia; ottima occasione per usare il tempo in cui non mangio a scrivere un articolo per Notizie Radicali, che vi posterò tra poco.
Poi sabato mattina dibattito pubblico con Capezzone, durante il quale sono stata raggiunta da una telefonata di Radio Wave Arezzo che mi ha intervistata in diretta.
Oggi fisicamente sto di merda, nel senso che sono preda di diarrea e febbre; diarrea di che poi dio solo lo sa, del niente assoluto, visto che ho evitato negli ultimi giorni anche il latte, sostituendo i cappuccini con sane spremute di arancio. Però così è.
Fame zero dolore zero, solo un vago sentimento di delirio e aggressività.

28 aprile 2007

GIORNO DECIMO E UNDECIMO E DODECIMO


Diletti tigli,

no, non sono morta di inedia, nè ho interrotto la gloriosa azione.

anzi.

a presto

25 aprile 2007

GIORNO NOVE

Per tutte le cose, si dice, c'è sempre una prima volta.
Così oggi, per la prima volta, dopo circa trenta anni di ascolto di radio radicale, mi sono sentita e fatta sentire.
Poi ho anche trovato finalmente una bilancia che mi ha confermato il mio peso a tre chili e mezzo meno di nove giorni fa.
Le due cose mi hanno riempito di gioia e gaudioso sentimento di liberazione.
Oltretutto il 25 aprile, ogni anno, la giunta del comune di subbiano delibera lo spargimento di gaia e la ripulitura dei fossetti per circa un quinto della strada sterrata che mi porta a casa, cioè fino al monumento dei santi partigiani locali; questo riprodursi delle antiche tradizioni mi dà come un senso di tranquilla certezza.

24 aprile 2007

GIORNI SETTE E OTTO/4

questo è il comunicato stampa che forse domani verrà inviato ai giornali locali di firenze, siena e arezzo.
Forse perchè niente vi è di certo in questo mondo, se non la morte ( allegria! )
L'ultimo pezzo è ricopiato pari pari dal comunicato nazionale; d'altronde i nazionali firmano, da me autorizzati, con il mio nome.

DIGIUNO PER LA RISOLUZIONE SULLA MORATORIA DELLA PENA DI MORTE NEL MONDO

Dal 16 aprile scorso un gruppo di radicali sta accompagnando Marco Pannella e Sergio d’Elia ( responsabile e fondatore di Nessuno Tocchi Caino ) in una azione nonviolenta di sciopero della fame ad oltranza, diretta a sostenere il Governo italiano affinché rispetti gli impegni presi con il Parlamento e presenti all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite la risoluzione per la moratoria della pena di morte nel mondo.
Fra di loro Claudia Sterzi, sociologa, militante toscana di Radicali Italiani e del Partito Radicale Transnazionale, che dichiara:
“Sono orgogliosa di rappresentare la Toscana, luogo dove la pena capitale è stata abolita già nel 1786, in questa azione nonviolenta di dialogo e di sostegno al Governo italiano. Ancora una volta la nostra è una battaglia per la legalità; il Governo si è infatti impegnato già da tempo con il Parlamento e quindi con i cittadini tutti, a presentare la Risoluzione quanto prima; sta invece temporeggiando, nonostante gli incoraggiamenti che gli arrivano da ogni parte del mondo, e si rischia di arrivare alla chiusura della prima sessione dell’Assemblea Generale senza che la mozione sia stata presentata. Per questo, insieme ai miei compagni, decidiamo di continuare l'azione nonviolenta attualmente in corso, estendendola e rafforzandola, rivolgendo un appello a tutti i militanti nonviolenti, autenticamente pacifisti o semplicemente consapevoli che a stragi di diritto e gravi inottemperanze degli esecutivi nei confronti dei parlamenti corrispondono eventi gravissimi, con conseguenze di incalcolabile danno per il diritto, l'umanità, di sostenere o partecipare allo sciopero della fame ad oltranza che conduciamo. Il Governo italiano, manifestamente, ha ora bisogno di questo sostegno ai suoi obiettivi ed impegni assunti.”
Claudia Sterzi
sterzi@iol.it
3381007330

Ai miei compagni digiunanti ho poi scritto sottolineando che non è importante come vota l'onu; l'importante, per me, è che il governo italiano rispetti gli impegni presi con il parlamento e quindi, con il popolo tutto; scusate, ho aggiunto, la banalità e la limitatezza del mio femminile pensiero.
E con ciò, per oggi ho già scritto abbastanza stronzate...

GIORNI SETTE ED OTTO/3


concludendo: meno male che il digiuno non include le Canne!

GIORNI SETTE E OTTO/2

si, mangiare è un vizio, un vizio assurdo; diranno, i miei quattro lettori, ma a questa la fame le dà alla testa! No,
diletti figli,
mangiare è un vizio; non nutrirsi, che è funzione fisiologica sana e sacrosanta, ma mangiare come noi popolo decadente del terzo millennio occidentale mangiamo, si.
Infatti se non si mangia ci si sente soli.
Non c'è più la barista deferente che ci porge "il solito", e chi ha fatto la barista sa di che lacrime grondi e di che sangue ricordarsi qual'è il solito di ognuno di noi, non c'è più la sollecita mamma/moglie che ci ammannisce i manicaretti amati, niente più amici festanti che giungono con la bottiglia di buon vino, fine dei riti e dei miti sulla dubbia bontà delle accozzaglie tra fagioli zolfini e cozze voraci.
Fine della bottega speciale che apre le porte solo di fronte alla nostra pingue carta di credito, e qui il noi è proprio immaginifico perchè come tutti sanno la carta di credito appartiene al mio glorioso passato, fine della fattoria nel chianti dove l'onesto fattore è ancora memore dei nostri avi, fine dell'untuoso bottegaio che strizza l'occhio mentre incarta il mezzo chilo di lardo di colonnata quando ne avevi chiesto venti grammi dicendo: lascio?
E domani ci sarà da spiegare all'amica materialista e gaudente perchè non passerai la giornata di festa come al solito obnibulandoti di vino bianco e carne di manzo chianino; sarà più difficile che spiegare a d'alema perchè l'esibizionista è lui.

GIORNI SETTE ED OTTO


una serie di ostacoli mi hanno piegato ma non spezzato. Continuo la mia, la nostra, azione nonviolenta di dialogo e sostegno al governo italiano ma:

sono gonfia come un serpe morto e negli ultimi tre giorni non perso neanche un etto;

se ho ben capito, sofri dice che siamo dei ricattatori e d'alema che siamo degli esibizionisti

per adriano, vorrei ricordare che lui, innocente come io lo credo per la morte di calabresi, non è stato giustiziato perchè la pena di morte per sua fortuna in italia non c'è più da un pezzo

per d'alema, senti chi parla

meglio esibizionisti che ignavi, meglio ricattatori che succubi

Lo staff medico che mi seguiva si è dimesso dicendo che gratis non si fa neanche l'aceto. O non era "per forza"?

mah. boh.

22 aprile 2007

GIORNO SEI/2

Se non ora, dove? Se non qui, quando? Se non sei, chi?

Alzi la mano, come dice Capezzone, chi gliene frega qualcosa in Italia della moratoria sulla pena di morte.

Nessuna mano.

Anzi. Quante volte ho sentito nei bar negli autobus e ahimè nelle belle cene sia borghesi che proletarie dire: sono contro la pena di morte ma quelli lì bisognerebbe metterli al muro. Quelli lì riferito alternativamente ai pedofili, agli zingari, ai politici. Le tre categorie più odiate dai fiorentini.

Una mattina sull' uno ( che è un autobus ) addirittura ho sentito distinti signori concordare che i politici non bastava metterli al muro, prima andavano trascinati per firenze legati per i piedi all'autobus stesso. Anche se in un'ora avevamo percorso due chilometri, mi è sembrato appena appena eccessivo. Oltretutto poi tocca pulire il sangue.

bollettino 22 aprile

lo staff medico di claudia sterzi, giunta al sesto giorno di diguno radicale classico, è in sciopero ad oltranza per ottenere un rinnovo delle condizioni di ingaggio; chi scrive è autorizzato dal comitato di bollettizzazione.
21/04/07 caffè cappuccino cappuccino
22/04/07 cappuccino cappuccino cappuccino che palle
per quanto la paziente si sia notevolmente sgonfiata, non si evidenzia una drastica diminuizione ponderale; le funzioni fisiologiche sono nella norma e il morale alto. Arrivederci e grazie

GIORNO SEI

niente fame; niente pena.
Senza mangiare, ci si accorge di quanto il vizio di fumare sia interdipendente dal vizio di mangiare.
E si contempla quanto il corpo umano sia capace di adattarsi a tutto.
La vita trascorre scandita da tre cappuccini, che cominciano a nausearmi; non ho mai amato il cappuccino. Ma tre caffè puri su uno stomaco vuoto potrebbero essere il colpo di grazia.
Il bollettino ieri è saltato a causa di uno sciopero dello staff medico che mi segue. Stasera vedremo.

RE PIERO E GLI EMBRIONI UMANI






Da radicale, una cosa mi è rimasta in mente di tutto il discorso conclusivo di re Piero ( Fassino ).
E’ stata l’ elegante frase con la quale ha liquidato la libertà di ricerca scientifica: non ammetteremo mai, ha detto, che si possano “manipolare degli embrioni umani”.
Da autentico rappresentante del popolo borghese e ignorante ha dimostrato di non sapere di che cosa parlava.
Intanto gli embrioni umani vengono già manipolati, con il consenso del parlamento tutto che ha votato la sciagurata legge sulla fecondazione medicalmente assistita e la altrettanto sciagurata legge sull’interruzione volontaria di gravidanza. Sciagurate perché incomplete, proibizioniste e limitate.
Quindi secondo il lungimirante sovrano della nuova sinistra non più sinistra gli embrioni umani si possono creare, uccidere, gettare fra i rifiuti ospedalieri, congelare, impiantare ma non, dio ne guardi, manipolare.
“Manipolare degli embrioni umani” è stata una definizione inesatta ad effetto, che è servita solo a lanciare un messaggio anti-radicale, cardinalizio ed anche un po’ demagogico alla folla festante del mandela forum.
Una ripetizione della squallida diatriba sul nome di Luca Coscioni nelle liste elettorali e sull’ospitalità negata.
Certo, Re Piero e i suoi sudditi sono laici, laicissimi, anche se fanno una gran confusione sul significato dei termini; ho sentito un intervento di una delegata nel quale si confondeva l’essere laici con l’essere relativisti, che è confusione non da poco.
Ma laico, ha pontificato Amato, non vuol dire il vuoto assoluto ( di che? ); ma libera chiesa in libero stato, ha precisato Prodi, vuol dire anche se non soprattutto libertà di fedeltà alla propria chiesa.
La conclusione è che si possono manipolare le parole, la democrazia, le coscienze e il consenso, ma, per carità divina, non gli embrioni!
E soprattutto deve essere chiaro ai radicali che la porta del partito democratico è chiusa a Luca Coscioni, così come chiuse sono rimaste le porte delle chiese alle spoglie mortali di Piero Welby.
Grazie Piero, non avevamo dubbi già fin da prima.
Ciliegina sulla torta: nelle interviste alla fine del congresso a Re Piero è stato domandato se ricordava che Marco Pannella gli aveva proposto di fondare il partito democratico già qualche anno fa.
In verità in verità vi dico, ha risposto: c’è un tempo per ogni cosa, e questo è il tempo giusto, quello di Pannella non lo era.
Essere padroni del vapore non basta più; Re Piero è padrone anche del tempo e degli embrioni.

21 aprile 2007

GIORNO CINQUE


oggi è stato terribile; ho accompagnato il Presidente a farsi la spesa al mercato e al supermercato. Gli odori del cibo mi davano le vertigini, specie quello del pollo arrosto. Avrei divorato una bigoncia di caldi spaghetti, tre forme di pecorino del pratomagno e una tanica di verdicchio.

per fortuna la bella pagina sul riformista mi ha confortato e confermato.


20 aprile 2007

GIORNO QUATTRO/3


se non si cena resta un sacco di tempo libero, tra fare mangiare pulire.

Così ho pubblicato una fantastica poesia di alfred jarry, "LA CANZONE DELLO SCERVELLAMENTO".

Scritta più di cento anni fa, è una poesia contro la pena di morte specialmente contro le esecuzioni capitali pubbliche, tradizione che abbiamo da non tanto abbondonato.

bollettino 20 aprile

sensazione di lucidità, benessere, leggerezza.
20/04 ore otto un caffè
20/04 ore tredici un cappuccino
20/04 ore ventuno idem
in mattinata perturbazioni improvvise nel pomeriggio è tornato il sole.

GIORNO QUATTRO/2


Oggi sono stata proprio bene; non ho avuto fame e i due cappuccini mi hanno dato un senso di stupenda sazietà.

Ho ascoltato qua e là il congresso costoli, e oggi uscita dal lavoro alle due e mezzo ho rincontrato il popolo delle deleghe mentre sciamava dal mandela forum verso i ristorantini e i localini della zona.

Prodi, con la sua bella voce da medium, ha un disegno, cioè di governare l' italia per cinque anni per poi rivincere le elezioni e rigovernare altri cinque. Per poi rivincere ecc.ecc. . . chiaramente prodi non crede nell'alternanza.

Poi d'alema, che è un uomo di mondo e viaggia parecchio, ha parlato di energie del cambiamento.

Insomma alla fine tutti si amano e fanno un partito il più nuovo dei nuovi e il più democratico dei democratici; meno mussi che ha preso i suoi balocchi ed è tornato sul suo uscio, a vedere chi passa; lui al centro non ci vuole stare neanche se lo legano, vanta un quarto delle deleghe, che nei conti ds fanno 62.500 elettori, ma bisogna poi vedere.

Il primo cappuccino l'ho preso schifoso dalla macchinetta dell'ufficio, per quaranta centesimi è anche troppo. Quello di stasera l'ho gustato fatto in casa seduta nella loggia.

Nella mattinata il desiderio di cibo è scomparso; il responsabile dei servizi segreti ha detto che non ne sa nulla, ma è contento che quel figlio di puttana se ne sia andato.

Subito dopo il gran consiglio delle viscere interne ha deciso di dichiarare aperte le ostilità e ha cominciato a lanciare fuori ogni genere di roba vecchia che trovava in giro; Mi è uscito anche il sangue dal naso, per non entrare negli orridi particolari di tutto il resto. Basta dire che ho trovato un sasso lavico ingoiato nuotando nel mare mosso delle eolie; ancora non è uscita la madonnina ingerita nel sonno da bambina, ma sono certa che il digiuno si protrarrà a lungo.

Al bollettino manca il peso, ancora non ho avuto bilance sotto mano, nei giorni precedenti al 16 aprile ero tra i 70 e i 72 chili e solo altre due volte nella mia vita ( 19 anni e 37 ) ero stata così grassa. Appena trovo una bilancia mi peso, a occhio due o tre chili sono andati.

Abbiamo chiesto al parlamento europeo perchè non si cura della moratoria, visto che il digiuno radicale è un digiuno di dialogo; ma credo che farò in tempo a dimagrire ancora parecchio se devo attendere una risposta dall' europa.


GIORNO QUATTRO

questo si che è un comunicato del terzo giorno!
qui siamo al quarto giorno e dalla fame non si dorme.
in nome di tutti quelli che non hanno dormito e non dormono dalla fame, di quelli che aspettano di essere giustiziati e se anche dormono hanno gli incubi, di quelli che non se l'aspettano ma vengono giustiziati uguale, magari in piena notte.

19 aprile 2007

bollettino 19 aprile

ore 18 e 37; un pò di mal di testa, freddo e sete. Forse stare sotto il sole due ore a guardare i comunisti non è stata una ideona. Tutto nella norma. Sono ancora grassa, come mi ha fatto gentilmente notare oggi il rogai andrea.
18/04 ore 21 un caffè
19/04 ore 6 e mezzo un altro caffè.
19/04 ore 16 dopo i ds un cappuccino.

GIORNO TRE/3


"Congresso Ds: 250mila partecipanti al voto. Una straordinaria prova di democrazia politica."

In realtà i votanti non sono affatto duecentocinquantamila, ma millecinquecento delegati; sono stata davanti alla piscina costoli dalle una e mezzo alle tre e mezzo, sotto il sole, e li ho visti quasi tutti.

Ora si chiama mandela forum e ci fanno il congresso dei ds; bella gente.

Tutti lindi e pinti, le donne ben vestite e ben curate, gli uomini in giacca e cravatta, le forze dell'ordine tirate a lustro, le macchine con le tendine i taxi e tutta una festante aria di benessere e gaudio.

Cosa ci sia da essere così lieti dio solo lo sa.

Abbiamo pasturato la folla con un migliaio di volantini di invito alla giornata dell'orgoglio laico, che poi sarebbe il Rnp pride, dove rnp non è una droga nè un genere ma la mitica rosa nel pugno.

Tutti molto educati, hanno ringraziato e messo in tasca; il volantino era piccolo, tascabile, scritto grande e chiaro.

Un giornalista mi ha preso alla sprovvista totale chiedendomi che cosa era quella giornata dell'orgoglio laico; io a dir la verità mi ero preparata sulla pena di morte.
Tutti si conoscevano, si abbracciavano, presentavano giovani speranze; due grandi carri di panini e bibite pullulavano di comunisti.
Se c'era berlusconi gli veniva l'orticaria.
I bambini scappavano con le forchette ancora infilate nel collo.
Solo un tassista si era vestito di rosso per l'occasione, gli altri eran tutti blu neri grigi beige.

GIORNO TRE/2

Stiamo concordando il comunicato stampa; le mie viscere si aggirano urlando e spaccando mobili, tra poco sarà necessario un intervento dell'esercito. Per ora con i proiettili di gomma, perchè siamo finalmente tutti d'accordo sull'abolizione della pena di morte.
Anche il mio corpo interiore, dopo aver detto che gandi bisognava ammazzarlo da piccino, si è convinto ed ha optato per il taglio della lingua.
Dopo la pena di morte bisognerà pensare alla tortura e alle mutilazioni, perchè a volte la morte, come si dice, può essere una liberazione. . .
Il comunicato stampa vorrebbe richiamare insieme la transnazionalità dell'azione, che riguarda il mondo intero, e la specificità della battaglia toscana, in onore a cesare beccaria e alla prima abolizione delle esecuzioni capitali.
Dalla fame mi mangerei le orecchie.
L'uscita del comunicato è prevista per la mattina di domani.
A seguire giornaliero bollettino.

GIORNO TRE

nel terzo giorno si contemplano i bottoni dei pantaloni che finalmente trovano spazio per chiudersi.
nel terzo giorno si inizia a dimagrire.
il desiderio di pane ha dovuto essere sedato e purtroppo ha preso pure una manganellata nei denti, così sta più fermo.

18 aprile 2007

GIORNO DUE/3


Non so come misura il tempo questo blog, ma qui sull'alpe di catenaia sono le 19.44 ( + 24 = 43.44 ) e

improvvisa mi è soppiatta una gran fame. Darei il mio regno per una fetta di pane, la mia anima per quattro fragole.

Bisognerà distrarsi, in qualche modo. Dirottare a mano armata il desiderio di pane verso qualche altra soddisfazione; se il desiderio di pane oppone resistenza si può imbavagliare e assumere il comando.

bollettino

bollettino: ore 17 e 20.
non avverto nè fame nè modifiche sostanziali di alcunchè.
Ma è presto.
ore 7 del 17/04/07 un caffè
ore 8 del 18/04/07 un caffè
ore 12.30 del 18/04/07 un cappuccino

GIORNO DUE/2

questa idea della moratoria mi piace perchè è mondiale. Riguardando tutti gli uomini, fa prendere coscienza del fatto che siamo una razza umana alla deriva nell'universo, assiepati su un pianeta in condizioni che richiederebbero più lavoro di gruppo e obbiettivi comuni.
Siamo invece presi da rabbie xenofobe e dilapidiamo tempo e denaro per uccidere il nemico. Fosse facile! Bastasse davvero sorvegliare e punire, dare qualche scossa elettrica, sganciare qualche tonnellata di bombe. . .
Non funziona; non ha mai funzionato. E' per uscire da questa barbarie che nei paesi dell'ovest si è seguito le piste tracciate dall' illuminismo e seguite attraverso il risorgimento liberale e l'affermazione dei diritti universali dell'uomo.
Oppure piace ritornare ai non lontani tempi delle esecuzioni pubbliche nelle piazze europee?

GIORNO DUE



TAGLIATELE LA TESTA SUBITO!


ancora non è fame. . . il corpo interiore comicia ad esprimere borbottii di disappunto.

A dar retta a lui Gandi andava ucciso da bambino.

Però ubbidisce, come un bravo schiavo, e si adatta a non desiderare nè colazione nè pranzo.

Ieri c'è stata la conferenza stampa di presentazione dell' iniziativa.

Quando ho scritto a Rita Bernardini ieri mattina molto presto non immaginavo che la mia mail sarebbe stata letta in diretta, altrimenti l'avrei scritta meglio. Comunque non era pessima.

Sarà una cosa lunga, per ora è meglio non dilungarsi; stamattina non sono andata al lavoro, così come il mio progetto di contratto mi consente.

Ed ora esco per una escursione nei palazzi della provincia di arezzo alla ricerca di un modulo.

17 aprile 2007

GIORNO UNO


Nel primo giorno si contempla quanto sia privilegiato colui che può scegliere se mangiare o no.


Poi si consultano i dati sulla pena di morte nel mondo.

Non è ancora fame.

à la mort subite


ALLA MORTE ISTANTANEA
per una morte senza pena e contro la pena di morte.
di Claudia Sterzi

Alla morte istantanea (o improvvisa, lo so, ma mi piace più istantanea, come le foto e come il caffé :) è il nome, in francese, à la mort subite, di un simpatico locale di Brussels dove ho trascorso, insieme a quattro compagni radicali, due donne ascolane e due uomini torinesi, una sera di mezzo inverno.
Negli stessi giorni la battaglia per il diritto ad una morte senza pena, per Welby e per tutti, era nel suo pieno svolgimento; eravamo a Bruxelles per assistere alla riunione del Consiglio Generale del PRT, Partito Radicale Transnazionale, tappa formalmente necessaria per poter convocare un congresso e dare il via alla deibernazione del Partito; oltre che per sostenere l'appello mondiale di Marco Pannella per la pace, con l'ingresso di Israele e Turchia nell'Unione Europea ( a questo proposito, ho sentito a Radio Radicale il nostro ministro agli esteri prefigurare un ingresso di Israele, Palestina e Giordania; così, mi sembra, si dice tanto, ma si rischia, poi, di fare poco ).
Il pomeriggio era passato nell'ascolto di una serie incommensurabile di orrori raccontati da popoli che ancora oggi sopravvivono oppressi da feroci dittature, quali i vietnamiti, i ceceni, gli uiguri, i montagnards e tutta la teoria di coloro ai quali non solo è negato il diritto ad una morte senza pena, ma anche imposta la pena di morte e di tortura a volte senza alcun motivo, a volte con motivazioni come quella di aver scritto su uno striscione "libertà e democrazia".
Per queste ragioni il nome del locale ci ha subito attratto; del resto, era pieno.
Nell' appello si dice che dove c'è più democrazia, giustizia e libertà, ci sono meno guerre; si potrebbe obiettare che i paesi democratici le guerre non le fanno più a casa loro, ma le vanno a fare in trasferta; è più vero che non c'è pace senza giustizia, anche se la giustizia si fa interpretare non sempre con certezza. Resta la libertà, altro concetto discusso per via dei limiti che ogni libertà individuale incontra quando si misura con la libertà di tutti.
Ma da qualche parte bisogna pur cominciare; la moratoria per sospendere le esecuzioni capitali in tutto il mondo è un ottimo punto di partenza per riaffermare il diritto fondamentale di ogni uomo a poter disporre della propria persona. Se veramente si è convinti che decidere della propria morte non appartenga all'uomo, come pontifica il pontefice, sarebbe un peccato anche farsi operare di appendicite, e tutti i medici sarebbero una compagine di senza dio.
E se veramente è così peccaminoso decidere della propria morte, quanto ancor più lo è decidere della morte degli altri, per quanto abbiano peccato? Eppure lo Stato del Vaticano ha abolito la pena di morte solamente nel 1967, e bisogna arrivare al 2001 per vederla cancellata dalla Legge Fondamentale, equivalente vaticano alla Costituzione; del resto abbiamo tutti visto domenica scorsa quanto entusiasmo Ratzinger non ha dimostrato per la marcia contro la pena di morte.
In fondo che cosa è la guerra se non la condanna a morte di una nazione su un' altra?
La proibizione dell' omicidio è una delle poche eccezioni ammissibili alla politica antiproibizionista, almeno fino a che saremo in grado di non sgozzare il vicino di casa perchè fa un runore fastidioso quando cammina. Ma se l'omicidio deve essere proibito, che sia proibito a tutti.
La morte di per sè non può essere nè un diritto nè tantomeno un dovere; della mia morte vorrei poter disporre io, non lo Stato, un medico, un giudice o un prete. Se poi qualcuno, impaurito dalla vecchia con la falce, si vorrà e potrà affidare al buon dio o alle cure della clinica San X, o da lei attratto, si vorrà e potrà buttare in Arno, è anche questo un suo diritto; ma la scelta di che morte morire, almeno quella, sia resa agli uomini.