31 dicembre 2009

Trascrizione dell’ intervento al Congresso di Nessuno Tocchi Caino, nel Carcere di Padova


Grazie, Sergio, di poter prendere la parola in questo Congresso; mi è molto piaciuto il discorso di ieri di Oliviero Toscani quando ha richiamato l’arte e la politica insieme, infatti i radicali sono sempre capaci di svolgere queste scelte altamente simboliche, per il luogo e per le persone presenti che io ringrazio tantissimo di essere qui; oltre le qualifiche che mi ha dato Sergio faccio parte del gruppo degli oltranzisti che hanno condotto l’ultima parte della battaglia per la moratoria delle esecuzioni capitali che andava avanti da quattordici anni, tanti ce ne sono voluti, perché credo profondamente nella nonviolenza e nell’antiproibizionismo, che per me sono quasi sinonimi, quindi sono una disubbidiente civile come Nicolino Tosoni, come Rita Bernardini, come tanti altri qui dentro, ed ho partecipato, appunto, alla battaglia sulla pena di morte che non è vinta per niente: mi è stato chiesto di citare qua un caso soltanto, ed è il caso di un cittadino libanese che è condannato a morte attualmente in Arabia Saudita, per il fatto di essere un mago, di esercitare magia, e solo per questo è stato condannato a morte e molto probabilmente questa condanna verrà eseguita. Allargando un po’ il discorso la pena di morte è una battaglia non vinta se ricordiamo che ogni giorno ci sono diciassettemila persone condannate a morire di fame, ogni giorno, e d’altra parte la guerra è soltanto una condanna a morte di un governo su un popolo o su dei popoli; cerco di essere molto sintetica per questione di tempo ma sarebbero concetti che andrebbero svolti con più tempo. Quindi, sono molto d’accordo sulla proposta di moratorie singole, paese per paese, per l’abolizione, perché certamente sono battaglie che devono essere graduali, sono battaglie immense che necessitano di una certa gradualità nel loro svolgersi. Quando ho iniziato l’azione di oltranzista si era nel 2007, si era appena conclusa la vicenda di Piero Welby, e questo mi aveva fatto riflettere a due concetti che secondo me erano correlati, cioè contro la pena di morte e per una morte senza pena, questi due concetti sono uniti dal fatto che una persona, un essere umano, ha diritto ad autodeterminarsi nella sua morte, specialmente, e nessuno Stato, nessun Governo, nessun prete, nessun medico, nessun giudice, ha diritto di decidere sulla vita di una persona. Un altro concetto che mi ha fatto riflettere in questi giorni è il concetto di morte naturale; la morte naturale era quella che veniva invocata per Eluana Englaro specialmente da parte di quelli che erano contrari all’ eutanasia; la morte naturale è qualcosa che da anni, forse da secoli, non esiste più perché, come già ci diceva Pasolini negli anni ’60, grazie ai progressi della medicina la morte non è più naturale e la razza umana si seleziona anche in base ai progressi della tecnologia; ci viene detto oggi che la morte naturale, quale è la morte naturale? Morte naturale è entrare in carcere per tre piante di canapa e uscire morti dopo trentasei ore. Questa viene definita, da un medico che firma un certificato, morte naturale. Ci sono troppe di queste morti naturali nel carcere, è un argomento sul quale voglio ritornare, di morti per arresto cardiaco, che non vuol dire niente, perché il cuore si ferma, è chiaro, quando uno muore il cuore si ferma, sono definizioni che non hanno assolutamente nessun significato, sono morti che non sono naturali assolutamente, come non è assolutamente naturale il sovraffollamento, ha detto bene Nicolino prima, ci sono leggi per i polli, per i maiali, per tutti, non si vede perché non dovrebbero essere rispettate per gli esseri umani. Il discorso sulle misure alternative è molto interessante, ma bisogna distinguere, molto bene, nel caso dei tossicodipendenti, le misure alternative per i tossicodipendenti, fra chi fa uso e chi è tossicodipendente, c’è una differenza enorme; noi ierisera abbiamo bevuto due bottiglie di vino in quattro, col Professor Scozzafava, con Donatella, con Mina, ma non per questo siamo alcolizzati. C’è una bella differenza fra l’ uso di una sostanza ed essere tossicodipendente, da una parte ci sono persone che sono in carcere per un uso personale, che è un diritto della persona a casa sua nel proprio tempo e spazio, altre che sono veramente malate di tossicodipendenza, perché la tossicodipendenza è una malattia vera e propria e va curata, ma non certamente in carcere. Ci sono persone che addirittura sono in carcere per coltivazione. Il 40 % degli arrestati, lo voglio ricordare ancora una volta, viene arrestato per violazione diretta della legge sulle droghe; anche, volevo ricordare a tutti quelli che dicono che dentro la prigione ci sono persone che hanno sbagliato, che quasi la metà delle persone che sono in prigione sono in attesa di giudizio, quindi forse non hanno neanche sbagliato, non è che per forza hanno sbagliato, ci sono persone che devono ancora essere giudicate. Dentro il carcere si sente fortemente il discorso della disuguaglianza, proprio problemi di classe, si diceva un tempo, questo è un termine molto vecchio, però è ancora attuale. Rispetto alle droghe possiamo vedere la differenza tra Lapo Elkan che va a disintossicarsi in America, Marrazzo va in convento, e vediamo invece Bianzino, Cucchi, e tantissimi altri dei quali non sappiamo i nomi, la fine che fanno e quanta differenza ci sia tra i trattamenti e la maniera in cui vengono giudicati. Ci sono un sacco di distinzioni che andrebbero fatte; sicuramente, rispetto all’operato della polizia penitenziaria, ma non soltanto della polizia penitenziaria, tutto l’apparato intorno, i medici, gli avvocati, c’è una parte sana, ne sono convinta, ma c’è una parte profondamente marcia, mi dispiace ma devo dirlo, gli avvenimenti degli ultimi giorni, che poi sono gli stessi avvenimenti che vediamo dagli anni ’70, configurano non soltanto atti di abuso di potere che vengono compiuti all’interno delle strutture, ma nei processi che seguono dove c’è una serie infinita di omissioni, falsi, dove le parti in causa non hanno gli stessi diritti nel difendersi e non hanno la stessa forza nel poter portare i loro argomenti. I processi vengono truccati, e io faccio un appello, in questi giorni, alla parte sana delle forze dell’ordine e agli apparati, perché l’omertà diventa complicità ed è proprio da loro che io mi aspetto con tantissima fiducia una emersione allo scoperto di tutti questi problemi; se un detenuto extracomunitario ha il coraggio di denunciare che nella cella accanto un detenuto si è lamentato per tutta la notte, non vedo perché lo stesso coraggio non possa averlo chi viene stipendiato e chi crede soprattutto nella legalità, sennò quel mestiere non lo dovrebbe neanche fare. Legalità che non si può reggere sulla paura, non si può reggere sulla vendetta, che deve reggersi sulla fiducia, per questo sono anche molto d’accordo sul tema del fine pena mai, dell’ abolizione dell’ ergastolo, perché è un assurdo, è una mancanza di fiducia completa, nella possibilità di rieducazione delle persone, certamente sono d’accordo anche su quello che riguarda gli internati, dei quali so molto poco, però oltre gli internati ci sono altre strutture che andrebbero monitorate e controllate, strutture nelle quali non possono entrare neanche i parlamentari, orfanotrofi, comunità terapeutiche, case famiglia, residenze protette, c’è tutto un mondo dove accadono cose, bellissime a volte, ma anche orribili, e che andrebbero monitorate e seguite. In conclusione, mi chiedo in merito a tutto il discorso molto complesso di Caino e Abele, chi è Caino e chi è Abele? Tutti noi, dentro di noi, siamo sia Caino che Abele, e alla fine la madre è la stessa, per Caino e per Abele. Grazie

19 dicembre 2009

QUESTE MORTI NON SONO NATURALI, E NON SI POSSONO PIU' ACCETTARE

16 dicembre 2009
Un giudice del Tribunale di Perugia ha ritenuto di archiviare il processo per la morte di Aldo Bianzino, non accettando le richieste degli avvocati dei familiari, non considerando le evidenze delle perizie prodotte. Ci viene detto che entrare in carcere per coltivazione domestica di canapa e uscirne con gravissime lesioni al fegato prodotte in vita, come da perizia medica, è una "morte naturale"; che il rinvio a giudizio di un agente di polizia penitenziaria per omissione di soccorso, omissione di atti di ufficio, falso, non è indizio della volontà di nascondere il vero; che è normale che spezzoni di un filmato, che il giudice non ha ritenuto utile acquisire nell' originale, mostrino un uomo in tuta mimetica, del quale si ignorano funzioni e ruolo, presente all' interno della struttura la notte della cosiddetta morte naturale di Aldo Bianzino.
Non finisce qui, per Aldo e per le tante "morti naturali" che come una epidemia infestano le strutture e gli apparati di quella che non è più definibile Repubblica democratica. La rivolta radicale nonviolenta continua.
Claudia Sterzi

12 dicembre 2009

11 dicembre 2009

Ieri, 11 dicembre, giornata di mobilitazione staordinaria per l' opposizione all' archiviazione del processo per la morte in carcere di Aldo Bianzino, giornata nella quale si è svolto, il pomeriggio, un dibattito presso la Facoltà di Scienze Politiche di Perugia, organizzato da radicaliperugia.org, con il lavoro di Liliana Chiaramello, segretaria, e il coordinamento di Alì Adamu, ricorreva anche l'anniversario della morte di Gabriele Sandri, ucciso a 26 anni da un colpo di pistola esploso da un poliziotto in una zona di sosta dell'autostrada, vicino ad Arezzo.
Gabriele Sandri era un ragazzo di 26 anni che stava andando in macchina, insieme ad amici, a seguire una partita di calcio. Una morte quindi non collegabile al proibizionismo nè al carcere, ma che si allaccia alla ormai interminabile serie degli abusi di potere che troppo sangue hanno versato per tutta l'Italia. Abuso di potere che si evidenzia anche nei dibattimenti processuali che seguono, dove la disparità tra le parti in causa è evidente e la verità viene seppellita sotto omissioni, falsi, aggiustamenti, menzogne.
Proprio a quella parte sana delle forze dell'ordine e delle istituzioni tante volte evocata, che esiste, è richiesto uno sforzo di coraggio e di onestà perchè abbia fine la vile copertura di reati che se non è complicità vera e propria configura comunque un comportamento omertoso, indegno di chi la legge è chiamato a difendere.

10 dicembre 2009

DA BIANZINO A MARRAZZO, LA LEGGE NON E' UGUALE PER TUTTI


Domattina, 11 dicembre, davanti al Tribunale di Perugia, ci sarà una mobilitazione straordinaria per l'udienza che riguarda Aldo Bianzino, arrestato per coltivazione domestica di cannabis e uscito poche ore dopo già morto di galera. Sarà presente anche Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, anche lui morto di galera.
Nel pomeriggio, presso l'Università di Perugia, Facoltà di Scienze Politiche, ore 15.30, dibattito sull'antiproibizionismo con Michele Rana, membro del Comitato di Ri, Carla Cicoletti, Docente di Sociologia della devianza; Alvano Fiorucci, giornalista Rai, Michele Pietrelli, MEETUP Perugia, Claudia Sterzi, Segretaria Ass. Radicale Antiproibizionisti.
Il dibattito, dal titolo "Da Bianzino a Marrazzo: conseguenze del proibizionismo e alternative future", organizzato da radicaliperugia.org e Associazione Radicale Antiproibizionisti (@ra), vedrà anche la partecipazione di Rudra Bianzino , figlio di Aldo.

CASO BIANZINO: VENERDI 11 DICEMBRE MOBILITAZIONE DEI RADICALI DAVANTI AL TRIBUNALE DI PERUGIA, CON ILARIA CUCCHI. NEL POMERIGGIO DIBATTITO.



Venerdì prossimo, 11 dicembre, il Giudice dovrà pronunciarsi per la terza volta sull’opposizione presentata dai legali dalla famiglia Bianzino alla richiesta di archiviazione dell’inchiesta sulla morte di Aldo.

Contro l’archiviazione del caso, affinché sia fatta luce sulla vicenda e resa giustizia ad Aldo, come chiesto dal giovane figlio Rudra, venerdì mattina dalle ore 8.30, i Radicali terranno una mobilitazione straordinaria davanti al Tribunale di Perugia (via 14 settembre), alla quale prenderanno parte anche ILARIA CUCCHI, sorella di Stefano, e la Vicepresidente del Senato EMMA BONINO.

Venerdì 11 dicembre con Emma Bonino a Perugia davanti al Tribunale Via 14 Settembre a partire dalle ore 8,30 mobilitazione straordinaria dei radicali, degli amici di Beppe Grillo e del Comitato ‘Verità su Aldo Bianzino’ contro l’archiviazione del caso;

Venerdì 11 dicembre a Perugia alle ore 15,30 all’Università di Perugia, presso la Facoltà di Scienze Politiche, dibattito aperto su Antiproibizionismo con Claudia Sterzi, Segretaria Ass. Radicale Antiproibizionisti, Michele Rana, membro del Comitato di Ri, Carla Cicoletti, Docente di Sociologia della devianza; Alvano Fiorucci, giornalista Rai.

4 dicembre 2009

CARCERI: RADICALI SOSPENDONO SCIOPERO DELLA FAME E RINGRAZIANO FRANCESCHINI. “ORA DALLE PAROLE SI PASSI AI FATTI”

Oggi alle 14.49
Apprendiamo con molta soddisfazione la notizia dell’iniziativa del Capogruppo PD alla Camera dei deputati Dario Franceschini che stamane ha inviato una lettera al Presidente della Camera Gianfranco Fini nella quale preannuncia la richiesta da parte del Gruppo PD di inserire nel calendario dei lavori dell’Assemblea del mese di gennaio, l’esame delle mozioni concernenti la grave situazione di vita nelle carceri italiane.

Lo afferma Rita Bernardini anche a nome di coloro che assieme a lei hanno condotto per 16 giorni uno sciopero della fame per la calendarizzazione della mozione sulle carceri che ha raccolto le firme di 89 deputati appartenenti a diversi gruppi parlamentari.

“Con Irene Testa, Claudia Sterzi, Annarita Di Giorgio, Riccardo Magi, Luisa Simeoni, Donatella Trevisan e Donatella Corleo, abbiamo condotto questa prima parte della lotta nonviolenta, che oggi decidiamo di sospendere, per il ripristino della legalità e della dignità nelle carceri italiane. Il dialogo nonviolento ha, ancora una volta, dato i suoi risultati. Ne siamo convinti: le armi della nonviolenza sono davvero le uniche efficaci contro le illegalità protratte dello Stato nei confronti di tutta la comunità penitenziaria. Ora si tratterà di vigilare a che dalle parole si passi ai fatti e alle soluzioni che non possono più essere rimandate.

Anche queste sono le ore scandite dalle morti in carcere; un detenuto è morto all’Ucciardone e due a Secondigliano. Sono 168 dall’inizio dell’anno di cui 66 suicidi: questo stillicidio di vite che se ne vanno impongono a tutta la classe politica di mobilitarsi e di agire per rendere le carceri – come afferma Franceschini nella sua lettera a Fini – degne di un paese civile.

30 novembre 2009

COMUNICATO DI RIVOLTA N. 4

Da dodici giorni, insieme a Rita Bernardini, Irene Testa, Annarita Digiorgio, Luisa Simeone e Riccardo Magi, conduciamo una lotta nonviolenta in forma di sciopero della fame perchè il Governo e il Parlamento rivolgano i loro occhi alle penose, terrificanti, incivili condizioni nelle quali vengono tenute le decine di migliaia di detenuti nelle carceri italiane, e, insieme a loro, tutto il personale penitenziario. E' stata presentata dalla On. Rita Bernardini una mozione che impegna il Governo su diversi punti, firmata da più di 70 parlamentari; ne chiediamo la calendarizzazione.
Siamo consapevoli, da radicali che spesso sono entrati nelle carceri, della barbarie con la quale i detenuti sono puniti, e non rieducati; per questo la nostra battaglia per quanto dura è un impegno indispensabile.
Chiediamo a tutti di unirsi a noi aderendo, anche per un giorno, al nostro sciopero della fame, a questo link http://www.radicali.it/appello_carceri/form.php , dove si può leggere anche il testo della mozione.

23 novembre 2009

COMUNICATO DI RIVOLTA N.3

LIBERARSI DALLE MAFIE

Inizia il quinto giorno di digiuno, per Rita Bernardini, Irene Testa, Annarita Digiorgio, Alessandro Litta Modignani e me, per la calendarizzazione della mozione presentata dall' On. Bernardini e altri, sulla insostenibile condizione delle carceri italiane.
Condizioni carcerarie che ci riportano sempre di più a un medioevo che avremmo voluto fosse rimasto solo un ricordo storico.
In queste carceri vivono, o meglio sopravvivono, cittadini rei solo di coltivazione per uso personale di canapa, un reato che farebbe ridere se non fosse per la tragedia sociale, umana e politica delle sue conseguenze.
I radicali da decenni combattono una battaglia nonviolenta per la depenalizzazione del consumo personale e quindi anche della coltivazione domestica; nella mozione presentata si richiama anche l'ultimo disegno di legge presentato che è, appunto, dell' On. Bernardini, e che equipara la coltivazione domestica all'uso personale, come sembrerebbe ovvio ma non è. Quale reato commettono i cittadini che coltivano per se stessi, se non quello di non finanziare il narcotraffico, che contribuisce in misura preponderante alla sopravvivenza delle mafie?
Per la libertà di uso e di coltivazione, per liberarsi dalle mafie e dal narcotraffico, prosegue dunque la nostra rivolta nonviolenta alla quale invito tutti gli antiproibizionisti, i consumatori e i coltivatori ad unirsi.

20 novembre 2009

COMUNICATO DI RIVOLTA N.2


FUORI I COLTIVATORI DAL CARCERE


La coraggiosa testimonianza di Rudra Bianzino, resa sabato scorso al Congresso di Radicali Italiani e ieri sera ad Anno Zero, riporta all'attenzione pubblica, oltre alla tragedia umana e politica della condizione delle carceri italiane, il dramma politico costituito dalla criminalizzazione di una pianta, la canapa, che ci vedeva nel secolo scorso secondi produttori mondiali.
Il divieto di coltivazione è un assurdo giuridico, un dettato illiberale che trascina in carcere migliaia di cittadini colpevoli di non aver voluto finanziare le mafie del narcotraffico.
In considerazione anche di questo, proseguo lo sciopero della fame in sostegno della mozione presentata dai deputati radicali e in difesa di tutte le vittime del proibizionismo.

18 novembre 2009

COMUNICATO DI RIVOLTA N.1


Gli estensori delle ultime modifiche alla legge sulle droghe, Fini e Giovanardi, vanno ripetendo che nessun consumatore finisce in carcere, ma poi Giovanardi definisce “spacciatore abituale” un ragazzo trovato con 20 grammi di erba; i dati ci informano che quasi la metà dei detenuti nelle carceri italiane sono lì condannati o in attesa di giudizio per violazione diretta di quella legge.
E’ nel frattempo diminuito sensibilmente il numero dei malati di tossicodipendenza che usufruiscono di misure alternative, 3.800 tossicodipendenti nel 2006, diventati 800 nel 2008 e 1.200 quest’anno, cifre ridicole se si considera che in carcere il 25% dei detenuti si dichiara tossicodipendente.
C’è poi il triste capitolo dei detenuti per coltivazione di canapa, e quello ancor più triste di chi la canapa se la coltiva per curarsi e finisce, per questo, in gattabuia. Curare i malati, liberare il consumo, legalizzare il mercato, queste le ragionevoli proposte dell’antiproibizionismo radicale.
In considerazione di tutto questo, e delle ragioni che Rita Bernardini ha espresso, cioè “per invertire la rotta illegale e senza speranza che ogni giorno di più prende la gestione degli istituti penitenziari, con il carico di sofferenza e di abbandono in cui vive tutta la comunità penitenziaria, detenuti, direttori, agenti, educatori, medici e infermieri, psicologi e assistenti sociali, per dare uno sbocco nonviolento, intelligente e ragionevole alla rivolta che sentiamo dentro di noi quando le leggi fondamentali dei diritti umani sono ignorate e calpestate”, mi unisco allo sciopero della fame dei miei compagni radicali dalla mezzanotte di oggi.
Claudia Sterzi, segretaria dell’ Associazione Radicale Antiproibizionisti FUORI I MALATI E I CONSUMATORI DALLE CARCERI

Gli estensori delle ultime modifiche alla legge sulle droghe, Fini e Giovanardi, vanno ripetendo che nessun consumatore finisce in carcere, ma poi Giovanardi definisce “spacciatore abituale” un ragazzo trovato con 20 grammi di erba; i dati ci informano che quasi la metà dei detenuti nelle carceri italiane sono lì condannati o in attesa di giudizio per violazione diretta di quella legge.

E’ nel frattempo diminuito sensibilmente il numero dei malati di tossicodipendenza che usufruiscono di misure alternative, 3.800 tossicodipendenti nel 2006, diventati 800 nel 2008 e 1.200 quest’anno, cifre ridicole se si considera che in carcere il 25% dei detenuti si dichiara tossicodipendente.

C’è poi il triste capitolo dei detenuti per coltivazione di canapa, e quello ancor più triste di chi la canapa se la coltiva per curarsi e finisce, per questo, in gattabuia. Curare i malati, liberare il consumo, legalizzare il mercato, queste le ragionevoli proposte dell’antiproibizionismo radicale.

In considerazione di tutto questo, e delle ragioni che Rita Bernardini ha espresso, cioè “per invertire la rotta illegale e senza speranza che ogni giorno di più prende la gestione degli istituti penitenziari, con il carico di sofferenza e di abbandono in cui vive tutta la comunità penitenziaria, detenuti, direttori, agenti, educatori, medici e infermieri, psicologi e assistenti sociali, per dare uno sbocco nonviolento, intelligente e ragionevole alla rivolta che sentiamo dentro di noi quando le leggi fondamentali dei diritti umani sono ignorate e calpestate”, mi unisco allo sciopero della fame dei miei compagni radicali dalla mezzanotte di oggi.

Claudia Sterzi, segretaria dell’ Associazione Radicale Antiproibizionisti

Illustrazione: Goya, Il sonno della ragione genera mostri.


ORGASMO RADICALE per gli Studenti Coscioni

Mi accade che sono stata eletta nel Comitato Nazionale di Radicali Italiani in una lista (bloccata) che reca il titolo Orgasmo Radicale, e non è che va benissimo far finta di non essersene neanche accorta, nè può bastare il fatto che l'ho saputo solo la domenica mattina a liste presentate; quando ho visto il volantino lì per lì mi sono perplessa, poi ho deciso che era perfetto. Non che non avessi incoraggiato già dall'altro anno le belle studentesse Coscioni a rivendicare una certa libertà di linguaggio riguardo alle questioni di genere, ma il volantino superava ogni limite dell' umana decenza. Ve lo trascrivo : "ORGASMO RADICALE Il fremito che stavi aspettando! Se non senti più l'ardore di un tempo, se hai nostalgia delle prestazioni passate e attendi con eccitazione la RIVOLTA futura, SOSTIENICI COL TUO VOTO! Per un partito libero, democratico e spalancato. Per uno stato leggero, per la Riforma americana delle istituzioni, per l'informazione libera. Per la libertà della ricerca scientifica e per l'autodeterminazione. ANTIPROIBIZIONISTI, ANTIREGIME, ANTIPARTITOCRATICI." Superata la prima naturale diffidenza devo dire che questo testo è un capolavoro e che evidentemente almeno il 25% dei votanti si è rispecchiato lietamente, votandoci e facendoci arrivare secondi. Mina Welby, la nostra capolista, ci ha garantito da qualunque facile battuta; quando ho visto la lista per la prima volta il capolista era Geppi Rippa, ma poi si è arrabbiato e se ne è andato.
Questa lista del partito spalancato da un orgasmo radicale in realtà è molto mista, e non può essere del tutto attribuita ad una OPA o lunga mano di Cappato, o della Associazione Luca Coscioni, su Radicali Italiani. Nè Cappato, pur essendone attualmente il segretario, può essere del tutto identificato con l' ALC come dicasi per il nuovo segretario di Radicali Italiani Mario Staderini, che da un giornale viene definito "sponsorizzato" dalla Luca Coscioni; in molti li abbiamo conosciuti come radicali variamente impegnati quando la Associazione Luca Coscioni non esisteva. Se una OPA ho visto è stata quella di Emma Bonino attraverso la candidatura di Valeria Manieri. Ma quando ho espresso questa mia lettura ho preso della deficiente da almeno due persone se non tre, quindi rimane fra le ipotesi non verificate. Nel senso che sarebbe stata una candidatura fasulla o da bruciare che si è mantenuta solo per la caparbietà della candidata. A me aldilà di tutto è parso singolare che Emma parlasse contro le quote rosa mezzora prima in congresso e poi nella direzione di pranzo proponesse tre candidate donne contro la restaurazione del patriarcato, mettendo Valeria tipo ripieno tra due fette di pane, dove delle altre due una era notoriamente allergica alla candidatura offerta e l'altra di una città molto lontana con un figlio.
Durante la conversazione settimanale Pannella Bordin, che se sia ordinaria o straordinaria lo sanno solo loro, la lista è stata commentata dal Direttore con le seguenti parole: "dal punto g, giustamente, siamo passati all'orgasmo, speriamo che ci fermiamo qui". Il riferimento è alla lista dell'altro anno, che si chiamava appunto, Punto G, capitanata da Bandinelli che di fronte alle richieste di Giulia Innocenzi non seppe dire di no. In Torre Argentina, oggi, una bimba dell'ERA si è espressa con molta rabbia contro questo commento, proclamando che Massimo Bordin è un bacchettone; la maggioranza dei presenti ha deliberato che era solo una battuta, ma, ahimè, il fatto ha messo in moto una successione logica di ragionamenti e un giovane uomo, che immagino resterà giovane come Dorian Gray, ha detto che dopo il punto g e l'orgasmo viene lo sperma, il che dimostra che ognuno vede le cose a modo suo.
Un altro uomo, più adulto, uno che forse era adulto già da ragazzo, ha detto che dopo viene la sigaretta.
L'orgasmo che sia maschile o femminile, radicale o di amore, non è certo un fatto grave ma è però molto serio, e molti autorevoli studiosi di scienze umane si sono occupati di studiarlo, mentre le religioni e particolarmente gli integralisti e i fanatici che vegetano in qualunque brodo religioso si sono occupati di regolamentare, proibire e punire, decretare tempi modi e a volte anche luoghi; oltre che serio è però pure un argomento leggero, leggero come lo Stato che vorremmo, leggero come la libertà.
Comunque, se così è, cari Studenti Coscioni, se a voi si deve questa lista, amici miei antiproibizionisti, sono davvero lieta ed onorata di essere stata con voi secondi in una lista che porta un così bel nome e così simpatici auspici! I sedici eletti di questa lista sono: Mina Welby Lorenzo Lipparini Annalisa Chirico Giulia Innocenzi Alessandro Capriccioli José De Falco Annarita Digiorgio Salvatore Grizzanti Saverio De Morelli Roberto Zoccolan Claudia Sterzi Francesco Poirè Ottavio Marzocchi Gian Piero Buscaglia Virginia Fiume Carlo Loi.

10 novembre 2009

RADICALI IRREDUCIBILI

6 novembre 2009

Spett.le Regione Puglia,
si rende indispensabile e urgente un incontro con esponenti dell'associazione Luca Coscioni per ricevere informazioni complete in merito all'importazione dei farmaci cannabinoidi qui in regione Puglia. Sono state effettuate numerose richieste da parte di pazienti affetti da sclerosi multipla che attendono una risposta dalle strutture ospedaliere che non conoscono l'iter di importazione e trovano difficoltà con medici specialisti che neanche sanno cosa siano il bedrocan o il sativex. Vi prego di offrire al più presto alla mia regione la possibilità di distinguersi per civiltà e attenzione verso i malati.

Cordiali saluti

Andrea Trisciuoglio

10 NOVEMBRE 2009

Il sottoscritto Andrea Trisciuoglio ribadisce l'urgenza di un incontro con l'assessorato alla salute per delucidazioni in merito all'importazione dall'estero di farmaci riconosciuti dall'Organizzazione Mondiale della Sanità ma non possono essere utilizzati da molti pazienti causa non conoscibilità - da parte di strutture ospedaliere e di medici poco o nulla informati - dell'iter da dover seguire per importare tali farmaci in Italia.
Restando in attesa di una vostra celere e cortese risposta, si coglie l'occasione per porgere cordiali saluti

Andrea Trisciuoglio
(tel. 335/1258213)

8 novembre 2009

PERSONAL con garbo


Succede che dopo tanto tempo resto un giorno intero in casa, e che ho tutta una casa tutta per me, che è una cosa che ti accorgi quanto sia bella solo quando manca, la sera alle diciotto esco e cerco di capire che negozi ci sono intorno casa per comprare da mangiare.
Dietro casa, vicinissimo, mai visto, perchè le altre volte sono andata in direzione degli autobus e solo oggi per la prima volta faccio le giratine intorno casa, c'è Il Teatro delle Vittorie, che è una cosa che per me è un non luogo da anni e non pensavo mai che esistesse davvero davanti a me, io credevo che stesse dentro la televisione fino da quando avevo cinque anni.
Poi mi sono accorta di quanto questa zona sia borghese che è quasi peggio del Teatro Parioli, che è pure più bruttino e con le luci più povere però ha un che di perverso e di decadente come tutto il quartiere, come se la storia fosse ferma ancora a quando esisteva l'aristocrazia e la borghesia, come se tutto non fosse esploso ormai da anni ma continuasse a fluttuare a mezzaria.
E mi sono detta che a distanza di tanti anni finalmente sento tutta la immensa fortuna di aver perso tutto e non essere diventata come queste mummie impaludate nei loro umili cappotti da milleduecento euro che di sabato sera arrancano vecchi e logori tra un bar raffinato e una chiacchiera intelligente come era scritto da destino e come il destino si è divertito a disdire.
Considerando la distanza tra me e il mondo e i miei piedi scalzi in natura che era l'altro lusso supplementare e che pure quello è stato disdetto, cedendo al tarlo di bere un bicchiere di vino in piazza tra macchine pingui e salatini al forno, osservando lo sciamare di poveri cristi con le rose da vendere, con occhi patafisici ho scandagliato il territorio fino a chilometri di distanza tutto nel raggio intorno alla ricerca del mio tesoro che però brillava assai lontano e altamente irraggiungibile così l'ho messo di nuovo in lista al primo posto e ogni giorno ce lo rimetto per quanto.
Ed ho comprato un pezzo di carne di vitellone che faceva vergogna ai poveri e ai vegetariani ma non a me che lo desideravo, del latte, dei croccantini per i gatti che mi sono stati affidati, e insalata rucola senza pensare altro che in superficie e senza alcun vasto programma, che come fai.
Se mai mi fosse balzata l' idea di essere triste, che capita di rado, mi è bastato vedere le vetrine con i loro grigi e scuri per sentirmi colma di privilegi e grazie che non possono essere comprati ma arrivano da soli se giochi bene le tue carte, cosa diversa da inserire le carte di credito nell'apposita fessura e digitare il codice.
Mi sono rivista quattordicenne con la minigonna scozzese e la mantella, colmare vuoti facendo shopping, offrire cene ad amici e nemici, girare con gli assegni in tasca che ancora le carte non esistevano e combattere le serate a confrontarmi con i borderline della città, che probabilmente erano più interessati agli assegni e alla minigonna che a quello che dicevo.
Ci sono pezzi della mia memoria che nel tremendo turbine di quotidiano sto riacciuffando solo ora e li avevo sepolti nel deserto dove non ero mai più tornata fino ad oggi. Ci sono profili su facebook che paiono salottini ben arredati e altri che ci potrebbero stare i pinguini dal gelo che ci senti.

17 ottobre 2009

13/02/2008 Lettere all' @.r.a.


Temo che il ragionamento sulle inconsulte costrizioni che questa società continua ad inventarsi ad imporre e ad imporsi, venga presto travolto da costrizioni di tipo ineludibile come la diffusione a tutti i livelli di povertà e fame, e di dissoluzione delle democrazie.

Cosa è servito distruggere, inquinare e sovrasfruttare il pianeta per poi ritrovarci con una recessione strutturale e irreversibile, che rimette in discussione l'assaggio del controverso sviluppo sociale raggiunto da una minoranza di umani.
Vorrei condividere questo tarlo persistente che filtra tutti i miei pensieri, proprio mentre sui quotidiani iniziano a domandarsi se la crisi sarà peggiore di quella del 29.
Io dico purtroppo si, sarà molto peggiore ed infinita.
Ma voglio anche sperare che riusciremo a rimetterci sui binari del progresso, e dello sviluppo sociale, proseguire queste meritorie lotte antiproibizioniste, sarà il segno dello scampato pericolo.

Una curiosità sul rapporto esistente tra impronta energetica e proibizionismo, le droghe sociali meno energivore sono anche quelle che tendono ad essere più proibite. A me sembra che la cosa sia parecchio rivelatrice.

(source: TOD)
Non ve la aspettavate questa lettura energetica dell'antiproibizionismo, vero?
Altro che mi illumino di meno,
per il pianeta è decisamente meglio farsi qualche pera, un pò di sniffate e dei bei cannoni di maria, poi dare via il c. q.b. e con il ricavato una bella mano con una squillo brasiliana.
Se avanza qualche spicciolo tutto sul rosso e sul pari della bisca d'angolo.

Massimo Ippolito

22 settembre 2009

Sabato 26 settembre a Firenze il Congresso dell’ Associazione radicale antiproibizionisti



Dalle 14.30 alle 20.00 in Piazza dei Ciompi 11, presso l’ Arci, si tiene un congresso radicale di antiproibizionisti. “Droga e prostituzione: depenalizzare il consumo, legalizzare il mercato / I diritti individuali della persona e del suo privato.”


Il Congresso deciderà della esistenza dell’ @.r.a. (Associazione radicale antiproibizionisti), dei suoi organi dirigenti e della linea politica, e conseguenti iniziative, per il prossimo anno.

Il dibattito è previsto in collaborazione con l’ Associazione Arcigay Giglio Rosa, l’ Associazione per l’iniziativa radicale Andrea Tamburi. l’ Associazione Il detenuto ignoto, l’ Associazione Luca Coscioni, l’ Associazione Certi diritti.

Il termine per la presentazione di candidature e mozioni è stabilito alle 17.00, e si vota alle 19.00

Ospiti: On. Rita Bernardini, On. Donatella Poretti, Marco Cappato, Matteo Pegoraro, Sergio Rovasio, Luca marola, Irene Testa, Marco Bazzichi e molti altri autorevoli antiproibizionisti.

Si celebra e si sostiene l'antiproibizionismo radicale nonviolento, la disobbedienza civile, la depenalizzazione del consumo di droga, la legalizzazione del mercato delle sostanze stupefacenti e della prostituzione, la libertà individuale dei comportamenti privati, la libera coltivazione domestica di qualsivoglia pianta, l'attività di un anno di @.r.a.
Si decide come continuare la battaglia.

Claudia Sterzi, segretaria dell' @.r.a., vi invita tutti.

30 agosto 2009

Firenze, 26 settembre 2009, FARMACI CANNABINOIDI E @.R.A.




26 settembre 2009, ore 9.30 / 13.00
presso l’ Auditorium Regione Toscana ,
Via Cavour 4, Firenze
Associazione Luca Coscioni
Gruppo Verdi Regione Toscana
Associazione per la Cannabis Terapeutica
Pazienti Impazienti Cannabis

la S.V. è invitata al convegno

"Diritti del malato:
libertà di accesso ai farmaci cannabinoidi,
con quali strumenti renderla effettiva?"

Il focus è sugli strumenti da usare per rendere effettivo l’ accesso e la disponibilità dei farmaci cannabinoidi in Italia. Al momento infatti il diritto del malato non è garantito, se non, arbitrariamente, in alcune zone o regioni.
Nel 2007, con il decreto ministeriale del 18 aprile, sono stati inseriti nella Tabella II, sezione B delle sostanze stupefacenti e psicotrope due farmaci derivati dalla cannabis. A distanza di due anni, l'affermazione contenuta nel sito del Ministero della salute: "L’introduzione dei cannabinoidi nella Tabella II, sezione B delle sostanze stupefacenti e psicotrope rende possibile utilizzarli nella terapia farmacologica (terapia del dolore, sclerosi multipla)" è ben lontana dal’ effettiva attuazione.

Programma:

Sen. Donatella Poretti, radicale - gruppo PD segretario della 12^ Commissione permanente (Igiene e Sanità)
Sen. Maurizio Saia, gruppo PDL, membro della 5^ Commissione (Bilancio)
Fabio Roggiolani, presidente IV Commissione Sanità Regione Toscana
Marco Cappato, segretario Associazione Luca Coscioni
Stefano Balbo, vicepresidente Associazione Cannabis Terapeutica
Christoph Mamming, Presidente dell' Associazione Italiana Sclerosi Multipla
Pazienti Impazienti Cannabis (Alessandra Viazzi,
presidente; Alberto Sciolari, vicepresidente; Fabrizio Pellegrini, socio fondatore)
Dott.Francesco Teatini, neurologo del Centro Sclerosi Multipla di Bolzano
Dott. Giampaolo Grassi, Primo ricercatore del CRA-CIN sede distaccata di Rovigo - Istituto sperimentale coltivazioni industriali
Loredano Giorni, dirigente settore Farmaceutico Regione Toscana
Nunzio Santalucia, SERT di Pisa tecnico difesa malati
Pino Cucci, Pazienti Impazienti Cannabis
Andrea Trisciuoglio, malato di sclerosi multipla, Associazione Luca Coscioni
Massimo Lensi, consigliere PDL della Provincia di Firenze


Presidenza:
Mario Lupi, capogruppo Verdi Regione Toscana
Claudia Sterzi del Partito Radicale Transnazionale

Il pomeriggio, dalle 14.30 alle 20.00, presso l'ARCI in Piazza dei Ciompi 11, Congresso dell' @.r.a., Associazione Radicale Antiproibizionisti, “Droga e prostituzione: depenalizzare il consumo, legalizzare il mercato / I diritti individuali della persona e del suo privato.”
Il Congresso deciderà della esistenza dell’ @.r.a. (Associazione radicale antiproibizionisti), dei suoi organi dirigenti e della linea politica, e conseguenti iniziative, per il prossimo anno.
Il dibattito è previsto in collaborazione con l’ Associazione Arcigay Giglio Rosa, l’ Associazione per l’iniziativa radicale Andrea Tamburi. l’ Associazione Il detenuto ignoto, l’ Associazione Luca Coscioni, l’ Associazione Certi diritti.
Il termine per la presentazione di candidature e mozioni è stabilito alle 17.00, e si vota alle 19.00
Ospiti: On. Donatella Poretti, Matteo Pegoraro, Luca marola, Irene Testa, Marco Bazzichi e molti altri autorevoli antiproibizionisti.
Si celebra e si sostiene l'antiproibizionismo radicale nonviolento, la disobbedienza civile, la depenalizzazione del consumo di droga, la legalizzazione del mercato delle sostanze stupefacenti e della prostituzione, la libertà individuale dei comportamenti privati, la libera coltivazione domestica di qualsivoglia pianta, l'attività di un anno di @.r.a.
Si decide come continuare la battaglia.
Claudia Sterzi, segretaria dell' @.r.a., vi invita tutti.

12 luglio 2009

trascrizione del mio confuso intervento a Chianciano in Comitato

Intervento a Chianciano / 30 giugno 2009

Buongiorno a tutti gli ascoltatori di Radio radicale e a tutti i Chiancianomani che sono qui riuniti per il quinto giorno e ultimo dell’assemblea di Chianciano, una assemblea autoconvocata che ha visto la presenza di verdi, socialisti, estrema sinistra, Partito Democratico, fino a degli esponenti del Pdl, Della Vedova e Lensi, e che si è aperta con uno scambio di lettere tra Fini e Pannella. Un dialogo postelettorale che ha riguardato anche la prospettiva elettorale regionale, per qualcuno solo la prospettiva elettorale regionale, ma si è pure parlato di tematiche ambientali, di come sia possibile, ma addirittura naturale, conciliare l’economia e l’ambiente, di come si possa formare un pensiero ambientalista radicale che non sia integralista né in senso scientista né in senso mistico; in questo senso la posizione sugli o.g.m. espressa da Cappato è una posizione puramente radicale. Sugli o.g.m., ci ha detto Cappato, vale lo stesso principio di libertà di ricerca scientifica che vale per gli embrioni, non solo nel senso evocato da Marco, cioè di non proibire la ricerca ma di rendere i risultati della ricerca fruibili per tutta la popolazione mondiale, ma pure nel senso che proibire la ricerca vuol dire che questa diventa clandestina e quindi i risultati non vengono condivisi e non circolano liberamente nella comunità scientifica.
L’ordine del giorno del Comitato ci parla comunque del successo elettorale, in effetti il risultato non è affatto una vittoria, ma neanche un fallimento, ed ha pure un aspetto miracoloso, nel senso che è stato ottenuto dai radicali con scarsissimi mezzi economici e lo svantaggio di un sistema dell’informazione che ci ha reso invisibili ed inesistenti quando non ha dato di noi una immagine distorta.Gli accessi in tv negli ultimi giorni di campagna sono costati giorni di iniziativa nonviolenta, compresi gli ultimi giorni di sciopero della sete, condotto da Emma Bonino in occupazione a Saxa Rubra, e di decine di militanti, e compresa l’elaborazione del libro della peste. Il risultato è miracoloso da questo punto di vista: con due lire abbiamo spuntato il 2,4% da soli, cioè abbiamo mantenuto il risultato della RnP, dimostrando che Veltroni e Bettini hanno pagato 1 e preso 2 e mezzo, sapendolo, sennò mai ci avrebbero invitato nel loft; se vogliono divorziare sarebbe auspicabile chiedere loro qualche alimento.
Le relazioni di segreteria e tesoriere ci richiamano però ad una sola realtà: non ci sono soldi, non ci sono soldi e non ci sono soldi. Io questo problema lo capisco molto bene, perché la mia condizione è stata molto spesso simile a quella del Partito, cioè capitale economico zero se non sotto, però un supporto di quello che in sociologia si chiama capitale culturale e sociale. Se avessi dovuto seguire la logica che prima ci si domanda con che soldi o con quali risorse, avrei dovuto chiudere da un pezzo, cioè mi sarei dovuta buttare in Arno o impiccare, a scelta, e invece ogni mattina e ogni giorno mi sono imposta di trovare motivazioni e risorse per le mie attività e per le mie iniziative, così come mi sembra per il Partito, in un certo senso, usando una frase simbolica, gettando il cuore aldilà dell’ostacolo. Non è la prima volta che parliamo di mancanza di soldi e di risorse e non so in che senso questa volta sia diversa dalle altre in cui ne abbiamo parlato.
…Scusate, il mio intervento è un po’ confuso perché ierinotte era l’ultima notte a Chianciano e c’è stata una serata molto movimentata, poi seguiranno i video e le foto, abbiamo tutto…
L’intervento di Emma ci ha parlato di scioglimento di Radicali Italiani che certo non è una cosa da decidersi dall’oggi al domani, ma è pure una possibilità da prendersi in considerazione; si è parlato di un congresso straordinario, anche se poi la domanda è la stessa, con quali soldi? e sono felice che si sia parlato del Senato del Partito Radicale Transnazionale, perché pochi mesi fa lo stesso Senato era stato considerato molto poco, ricordo alcune riunioni sugli spazi fisici di Torre Argentina, a seguito delle quali una volta Pannella si è presentato addirittura come ospite, poi c’è stata pure la proposta di una assemblea di galassia, questo non in questa occasione, ma in una precedente, che non è poi così diversa dal Senato del Prt, e direi anche, perché no, di un congresso straordinario, cioè ordinario ma straordinario del Prt che è tantissimo tempo che aspetta di essere convocato, a tutt’oggi non abbiamo ancora né un segretario né un congresso, con che soldi, alla fine se RI non ha soldi, però tutta la galassia, cioè tutti i segretari e i tesorieri insieme potrebbero trovare le risorse per convocare questo congresso del transnazionale, finalmente, a breve.
Volevo dire qualcosa alla segretaria, ma purtroppo non c’è, per cui lo salto; ah, scusami non ti avevo vista, ok, dunque: anche se forse non le è mai sembrato ho sempre avuto molto rispetto umano per Antonella, comprensione e anche ammirazione per come si è mossa nella sua segreteria politica, ma una cosa non l’ho per niente gradita nella sua ultima relazione, ho trovato questo accenno al cosegretario sinceramente imbarazzante per tutti noi, noi non abbiamo eletto un cosegretario, a questo punto, lo sapevamo che c’era, però a questo punto, visto che non è stato detto né a giugno né a novembre, non è stato votato e avrei evitato di dirlo, adesso, in fondo; però è l’unico appunto che io ho da fare a una conduzione che ho trovato del tutto onorevole.
Come ultimo argomento, velocemente, io passerei all’antiproibizionismo, proprio un accenno perché sennò tutte le volte parlo solo di quello; mentre da tutto il mondo ci arrivano una serie di movimenti di opinione positivi specialmente sull’uso personale delle piante, su un diverso rapporto con le piante droganti, in Italia Giovanardi continua a imperversare e con un sondaggio condotto su 1800 ragazzi dalla Usl di Roma, su questo sondaggio lui ci modula un intervento di milioni di euro in tutta Italia; la deriva proibizionista in Italia non ha bisogno di essere descritta, ve la ho descritta in una dozzina di interventi precedenti, vorrei solamente annunciare che l’associazione radicale antiproibizionisti, che nonostante non sembri, a volte non riesco a fare arrivare l’informazione a tutti, è attiva, nonostante abbia incontrato resistenze anche all’interno del Partito; ho riaperto la campagna iscrizioni per il secondo anno e annuncio il congresso annuale dell’associazione, per il 26 e 27 settembre, a Firenze, il 26 ci sarà un convegno sul libero accesso ai farmaci cannabinoidi, e il 27 il congresso annuale dell’associazione, il luogo è ancora da definire, se qualcuno vuol essere informato mi scrive a antiproibizionistiradicali@gmail.com, mi aspetto che vi iscriviate e partecipiate al congresso.
Concludo, viva il Partito radicale transnazionale, viva Marco Pannella!

10 luglio 2009

INTERVALLO / "io sono il minotauro" / 100% personale

L'altra notte continuavo a sbagliare strada; ogni tanto mi capita, solo che questa volta ho continuato a sbagliare strada per la bellezza di quattro ore; avrei potuto incolparne Michelle Obama, o il mondo cane, ma via via che gli errori si sovrapponevano assumendo un andamento epico, più che romantico, apparivano motivazioni personali di una semplicità commovente.

Sono dovuta arrivare fino al mare e tornare indietro, tanto mi ci è voluto per capire che non sbagliavo strada, ma destinazione.

Che può sembrare strano ma anche no, se si considera che non so che cosa sia una crisi di panico.

Mi è stato chiaro quando mi sono ritrovata, per caso? esattamente dove volevo davvero arrivare, che non era affatto la direzione iniziale, solo che non sapevo il numero e la via, e dai vuoti di memoria affioravano nozioni sparse di politica, ricette di cucina e novelle erotiche.

Quindi, ho tentato una inversione invertita che mi ha ingenerato uno stress nervoso dal sapore di dinamite.
Più semplice di così: navigare a vista ogni tanto fa bene alla salute, una volta che l' odore di dinamite sia svanito.

Continuerei con qualche spassionata considerazione sui concetti di tempo e spazio, direzione e destinazione, teatro panico e arti visive, regole del gioco e gioco delle regole, ma una mattinata di lavoro sui dati elettorali e sulla storia italiana del 1947 ha cancellato quel che restava della gioia di esprimersi.

Finalmente, dopo due giorni, sono pervenuta ad una soluzione aurea e mediana inderogabilmente provvisoria.

30 giugno 2009

LE CINQUE GIORNATE DI CHIANCIANO

Sarebbe molto più saggio dormirci sopra, ma pure la saggezza sarebbe in questo caso un peccato.
Il venerdì è stato il giorno dei Verdi. Il fu arcipelago verde è spezzato e frammentato, percorso da correnti contrapposte e da interessi particolari; la sua crisi data dagli anni '80 e a differenza di altre realtà europee non riesce a trovare temi di aggregazione; sicuramente un serbatoio di consensi e di possibili vere innovazioni sottostimato e trattato, in Italia, da pellaio. Forse la ricchezza ambientale italiana, così come quella ad esempio museale e artistica, fa sì che non si attribuisca valore concreto, economico, ad una risorsa che per gli italiani non è, ancora, limitata; il dibattito rimane superficiale e ci si prende gioco, in Italia, di reati ambientali molto gravi che, quelli sì, sono in assoluta contraddizione con qualunque dinamica di sviluppo o di crescita.

La platea è partecipata ed attenta, le presenze superano le previsioni e i numeri delle Chianciano passate, molte persone nuove; un intervento di Marco Pannella di più di due ore, un compendio di argomenti radicali dedicato più agli ospiti che ai compagni, che infatti seguono con una distrazione inconsueta. Si intreccia alla sfilata degli ospiti il dibattito interno sollevato dalle relazioni iniziali.

Trascorre la notte, e l'alba è una delle più belle che la storia della Valdichiana e della Valdorcia insieme ricordino, questo, essendo toscana, lo posso affermare e garantire.

Il sabato dell' assemblea degli autoconvocati si apre con una mattina di interventi politici, dove dai Verdi si sfuma verso i socialisti e la sinistra tutta; la quale sinistra non ha più bisogno di attributi, estrema, massimalista, o del furto di attributo radicale, perchè non si deve più distinguere da nessuna altra sinistra. Il PD non si può più, onestamente, definire di sinistra.

Del pomeriggio l'evento centrale è costituito dallo sbarco dei fagiolini e delle fagioline, la claque entusiasta del Dottor Fagioli, che riescono a seguire l'intervento mostrando di comprenderlo, mentre agli altri riesce del tutto incomprensibile, non tanto nei concetti, proprio non si capisce una parola; ma può essere che lo stesso effetto faccia Pannella ai fagiolini. L' innesto è interessante e va seguito in senso sia diacronico che sincronico.

Nella giornata domenicale il passaggio fra l'assemblea autoconvocata, aperta dalla relazione sulla giustizia e sulle carceri italiane di Rita Bernardini, e il Comitato nazionale, è veicolato dalla conversazione settimanale Pannella Bordin reintegrata, straordinariamente, alla forma ordinaria.

Si cambia la scenografia, la sala davvero gremita nei tre giorni di assemblea si intasa di un doppio ferro di cavallo di tavoli e poltroncine, e le relazioni iniziali, aggravate da un intervento apocalittico di Emma Bonino, sono tali da poter indurre un forte stato di depressione nei pochi comitanti. Viene annunciato un classico al lupo al lupo sulle finanze radicali, non ben definito nè consolidato, un allarme senza speranza alcuna che può prefigurare soluzioni estreme ed affrettate; a differenza di altre volte simili, però, le corde del Comitato non rispondono al grido, e gli interventi bellamente si concentrano sui risultati elettorali, sulla attualità politica, sulle realtà locali. La politica radicale è ben viva, e talmente abituata ad essere autonoma da finanziamenti che difficoltà che farebbero impiccare altri sono acqua fresca per i militanti. La situazione inconsueta, di un Comitato che prolunga una assemblea, con le difficoltà logistiche che questo comporta, facilita un numero limitato e selezionato di presenti.

Il martedì mattina, dopo una notte di convivio che mi ha ricordato la notte di Bruxelles dove ho visto per l'ultima volta Maurizio Provenza, è devastante per quei pochi resistenti indomiti che sono durati nella presenza dal venerdì in tarda mattinata. Chianciano comincia ad uscire anche dalle orecchie, la convivenza forzata pesa e prima di pranzo una buona mozione che investe il Senato del Prt della responsabilità del suo federato, Radicali Italiani, viene approvata all'unanimità. Compresi nel prezzo, un nuovo testo giallo sull' uninominale classica pannelliana(una risposta alla letterina di Fini), sacrosanta mobilitazione d'agosto nella baraccopoli dei carceri italiani ed impegno sulle riforme economiche.

Il pranzo finale evidenzia, se ce ne fosse stato bisogno, come la nozione di regime infame incontri resistenze anche all'interno radicale, restando i singoli individui legati ad appartenenze antropologiche che fanno considerare un infame regime di destra e uno di sinistra, con una lettura più critica verso l'uno o verso l'altro a seconda dei casi.

Buona notte

Claudia


2 giugno 2009

Torre Argentina / Politica 2009

A qualcosa è servito.
Stanotte è iniziato uno sciopero della fame e della sete collettivo per il diritto dei cittadini ad una informazione libera e corretta; nella tarda mattinata si è convocata una riunione operativa della dirigenza radicale dove Marco Pannella ha spiegato a tutti quello che dovevano dire e poi se ne è andato a mangiare, che è quello che volevamo tutti.
Lo sciopero della sete iniziato da poche ore comporta i sintomi del calo di caffeina, che è cosa che i politici radicali non conoscono; infatti durante gli scioperi della fame radicali la mattina il caffè si prende.
Per fortuna i sondaggi dimostrano che la Lista Pannella Bonino c'è e la sua crescita continua; la lista radicale si nutre di comunisti disperati, liberali afflitti, moderati distrutti. Più la teoria di oppressi, carcerati, tossici, prostitute, immigrati, donne, povere e poveri, tutta gente che a votare ancora non si sa se ci andrà.
Il regime con i suoi giochetti squallidi è venuto a noia anche a se stesso, per giochetti squallidi non intendo certo i divertimenti privati ma le truffe e gli imbrogli elettorali con i quali in queste ore tentano di dividersi il bottino mentre questo gli sfugge dalle mani.
In Torre Argentina una dirigente deputata dorme con la testa reclinata sulla tastiera del computer; un senatore e un giornalista un po' stralunati commentano le attualità politiche e ingannano così facendo il tempo del digiuno. 14 ore.
13.40 Emma Bonino e Marco Beltrandi occupano la RAI.

20 maggio 2009

Torre Argentina 76 / Politica 2009

Diario del giorno 1001

Dal 2000 ad oggi, gli scioperi della fame me li sono fatti quasi tutti. Pur non avendo conosciuto Pannunzio, e senza esser stata presente a Pisa con Sofri, Mughini e Marino, (di quest' ultima circostanza non finirò mai di compiacermi), comincio a vedere una luce in fondo al tunnel di un master in militanza nonviolenta radicale.

Questo è quindi un poster sia particolare che straordinario che riprende la forma nella quale questo blog fu iniziato, ai tempi della moratoria. La forma del diario.


Oggi è il quinto giorno di uno sciopero assoluto della fame e della sete di Marco Pannella. (E come non ricordare il capolavoro patafisico "L'amore assoluto" di Alfred Jarry?). C'è qualcosa di uguale a tutte le altre occasioni simili, c'è qualcosa di assolutamente diverso.


Per esempio, io non ho aderito allo sciopero della fame che i dirigenti e i militanti radicali hanno intrapreso, chi per sostegno, chi per accompagnamento, chi per fame di fama. L'ultima esperienza degli otto giorni per il voto ai disabili, che per altro come prevedibile non è affatto una vittoria consolidata, è stata, nonostante la relativa brevità, assolutamente devastante per me personalmente, della qual cosa scrivo in pubblico perchè io sul mio blog ci scrivo quello che mi pare. Tanto mi pago da me.


Semplicemente, non ci si fa più. La routinizzazione del rito nonviolento fino a creare istituzioni ed abitudini, se non analizzato con un minimo di consapevolezza da parte del mondo radicale, mostra la corda e la mostra in procinto di spezzarsi.


Si intravedono anche oggi lodevoli tentativi di rivoluzione e cambiamento, scoordinati e in conflitto tra loro.
Mentre va in scena un autentico dramma politico.


Il tempo, oggi, qui dentro, non solo è leggermente sfasato, è del tutto sospeso.
Riunioni molto particolari si susseguono, culmini di passioni si alternano con ghiacci perenni. Tensioni si inturbinano e si sciolgono, baci antichi e antichi rimorsi.
Nel frattempo la lista radicale non compare nei sondaggi, e rari e malfatti copiaincolla documentano al popolo italiano che esiste fra di loro una voce resistente in piena lotta.
C'è sempre un fatto di cronaca spicciola che è più importante, uno scampolo di marchetta culturale, un gossip rasserenante. C'è sempre e comunque un potere, un popolo, beni ed immobili da dividersi e da saccheggiare. Una sentenza camuffata, una deroga alle liste di attesa, cibo buttato via e gente che muore di fame.
Il regime infame c'è. Alla faccia del bipartitismo.
La lista radicale c'è. Altamente imperfetta, ma è già un miracolo che ci sia.
Fate voi.

10 maggio 2009

9 maggio, Milion Marijuana March, quel che i giornali non dicono.

Foto della Marcia 2005, 2007, 2008.

CIO’ CHE RESTA TRA LE RIGHE

Ieri, 9 maggio, a Roma, si è svolta la Milion Marijuana March 2009 . Migliaia di giovani, vendita e uso liberi di droghe illegali all'interno, musica amplificata e polizia ai bordi; età prevalente 15/30, pochi adulti, quasi assenti bambini e cani, maggioranza maschi, classe sociale mista compresa tra figli di papà e extracomunitari o barboni; servizio d'ordine obsoleto, niente veline, niente televisioni, Piazza Repubblica occupata per metà con libero uso di droghe nei bei portici coi tappeti. Inoltrandosi ben dentro l'adunata, laddove i decibel sono troppi per chiunque, e l'odore della skunk era dappertutto, si vedevano cose che tutti coloro che hanno figli sotto i trenta anni farebbero bene a osservare invece di accondiscendere rassegnati alla compartimentazione stagna che configura la società, per la quale gli adulti non conoscono e neanche immaginano la vita reale che fanno i loro figli, e viceversa. Per non parlare di chi di giovani si occupa per motivi professionali ed è stipendiato per farlo.
La maria era invero la droga illegale più usata; ne deve essere andata via letteralmente a tonnellate ( l'Italia, nel World Drug Report 2008, è balzata al primo posto in Europa per consumo di cannabis), ma l'adunata era dedicata a tutte le droghe specie le chicche e le gocce ( anche per quanto riguarda le ultime droghe di sintesi l'Italia risulta ai primi posti, nonché per la cocaina, grande grazie dei narcotrafficanti a Giovanardi Serpelloni & Co ).
Comprare droghe illegali, dalla skunk al ghb, passando per coca e anonime pasticche bianche, era la cosa più semplice del mondo, bastava pagare, esattamente come per l’acqua e la birra.
Niente circa la terapeutica, almeno nelle prime ore; può essere che dopo se ne sia parlato. Degli obiettivi dichiarati dagli organizzatori ( depenalizzazione droghe, libera coltivazione, cannabis terapeutica ) risaltava il primo, con un certo accento posto sul conflitto tra ragazzi e forze dell’ ordine, come se i poliziotti fossero responsabili delle leggi che fanno rispettare e i ragazzi dovessero assumere come capro espiatorio altri ragazzi, con buona pace di Pasolini e Valle Giulia.
Sotto uno striscione che si faceva notare nell’apertura della marcia, “Aldo vive”, due santoni indù shivaisti. C’erano poi i settori “No prisoners”, “Sostanze”, e gli anfratti dove venivano assistiti quelli che si sentivan male, e dove la mano d’opera dello spaccio si divideva roba e denari alla luce del sole.
Le note di “E la pula bussò con gli occhiali da sole… “ sono state occasione per i primi cori anti – poliziotti.
L' organizzazione ha guadagnato molto dalla rivendita di acqua e birra per non dire altro; dalle prime ore del giorno fino alle 17 e 30 i ragazzi sono stati tenuti al sole con colonna sonora intensa e l' imperativo categorico di drogarsi, sfruttando al massimo la zona franca di antiproibizionismo arbritario concessa loro. Quando la marcia ha marciato, dal primo camion del corteo, con le insegne dell'organizzazione, per bocca di un deejay motivatore veniva reclamato a gran voce il diritto di drogarsi e venivano lanciati slogan contro i poliziotti.
La nonviolenza effettiva dimostrata dal fatto che non ci sono stati incidenti ottenuta non col lavoro su stessi e convinzioni approfondite, ma con l'ottundimento degli anestetici e dell'alcool.
Esistono in Italia numerose zone franche estive ( in Toscana per esempio Arezzo Wave, Pelago on the road, Pistoia blues, le feste della canapa sul litorale, ecc.ecc., ) ma la dimensione della manifestazione di sabato, sia nei numeri, sia nel suo livello nazionale e metropolitano, evidenziava il tragico aspetto delle conseguenze del proibizionismo sulla crescita della nostra meglio gioventù. Per intendersi e generalizzando un po’, quella che non troverete ai provini per un reality o per una selezione di Lele Mora. L’ osservazione del mercato delle droghe illegali dagli anni ’70 ad oggi in Italia ma anche nel mondo, fornisce la prova degli interessi che si nascondono dietro le strategie proibizioniste, i proibizionisti in malafede però si sono appoggiati sull' ignoranza e sul pressapochismo della classe dirigente.
E su questo, tornando in Italia, si spazia dalla vicenda del deputato dell’ Udc Cosimo Mele, che oggi in aula sostiene impavido il teorema delle cattive compagnie, nelle persone di due ragazze che l’avrebbero circuito, a giustificazione della sua serata sesso e cocaina, e figura nelle liste dei candidati alla Provincia di Brindisi nel Pdl ( con tanta solidarietà a Cosimo, che almeno ha avuto il buon gusto di peccare fuori dall’orario di lavoro e non dentro i palazzi che noi cittadini contribuiamo a mantenere, solidarietà da ritirare se fossero dimostrate le accuse di omissione di soccorso ), alla disinformazione proposta oggi dai giornali, dove in trafiletti miserabili, copia e incolla e pure male, in cronaca Roma, si parla di centinaia di giovani, molti giovani, e se ne parla solo in relazione ai 20 camion sound system e ai 10 interventi degli operatori del 118; è chiaro che nessuno ha sentito il bisogno, o avuto il coraggio, di andare a vedere di persona. Per il Manifesto fino a domani l’ articolo intero è riservato agli abbonati. Menomale che eran comunisti :-). Ci sarebbe poi da dire che Viagra e Cialis sono performativi o dopanti, parlare dei difetti degli psicofarmaci, ma perché infierire?
I radicali spesso e a ragione rilevano il silenzio e la mala informazione dei media sulle iniziative e battaglie politiche radicali, ma se cinquemila radicali si riunissero i media ne renderebbero conto un po’ più di quello che fa con i ragazzi della Milion Marijuana March e manifestazioni affini. Perché questi ragazzi sono già rassegnati a non conoscere i loro diritti e a non averne alcuna certezza, non solo per quanto attiene ai loro comportamenti privati, anche nelle scuole, nel mondo del lavoro, in famiglia, ed è assai banale convincerli a rivolgere la loro rabbia contro i poliziotti; non è più un problema di consenso, nascono già consensati, e a votare ci vanno sempre meno.
La libera coltivazione domestica e la cannabis terapeutica sono due punti di inizio per iniziative politiche; la seconda è la più probabilmente vittoriosa, perchè attiene ai diritti dei malati e viene sostenuta anche da parte del centrodestra. D' altra parte la prima può aggregare un ben più grande numero di consensi, per il suo valore liberale di rispetto dei comportamenti privati.
Da poco una bizantina sentenza della Corte della cassazione ( coltivare canapa non è reato finché non sia matura ) riduce il tempo di rischio del coltivatore autonomo. Il fattore tempo è quello che più scoraggia i consumatori, malati e non, dalla coltivazione; per comprare l'erba in piazza si rischia per il tempo del consumo, per coltivarsela occorre rischiare per almeno tre mesi.
I recenti dati della Polizia di Stato ci informano che nel 2008 sono state segnalate all ‘Autorità giudiziaria 35.097 persone per uso e/o compravendita di sostanze stupefacenti illegali; in particolare le operazioni sulla piante di cannabis nel 2008 sono state 1.079, il 18 e mezzo % in più rispetto all’anno precedente.
Nella cronaca sportiva il numero di atleti beccati con la cocaina cresce e si arrichisce: Boonen, ciclista, Gasquet, tennista, Carrozzieri, calciatore, solo negli ultimi giorni.
Questo non è un regime e neanche un basso impero: è una satrapia. Come tutte le satrapie, richiede sacrifici umani di gioventù.










19 aprile 2009

sintesi patafisica

cinque post dopo il dibattito e l'immersione nel campo

dibattito pubblico a Pistoia: antiproibizionismo radicale, proposta di governo o follia? 18 aprile 2009, Sala Nardi
il dibattito pubblico è ben riuscito, nel senso che si sono espresse più posizioni antitetiche, con momenti di tensione ma seguendo un filo logico di discussione; il tema proposto, cioè l'antiproibizionismo radicale, è stato a tratti soverchiato dalle polemiche che i rappresentanti di comunità hanno intrapreso. La claque di una comunità in particolare si è distinta per interruzioni, scompostezza, tentata appropriazione del microfono, prepotenza e villania, oltre che esibendo una povera signora, condotta a una crisi isterica che pareva una trance mistica, nel tentativo di dimostrare che se ci fosse stata la somministrazione controllata di eroina suo figlio sarebbe morto, senza considerare che è perchè l'eroina è proibita che suo figlio ha rischiato di morire. ...

... I presenti erano intorno ai 70, c'è stata una ora e tre quarti circa di interventi intorno ai 10 minuti di dieci oratori, poi domande e interventi dal pubblico e secondo giro.
La stessa comunità indisciplinata si è poi risentita perchè il medico dell'altra comunità ha dato dell' ignorante al suo leader, sedicente ex tossico imprenditore, che sosteneva che non necessita un medico per prescrivere terapie sostitutive, che, obiettivamente, se si chiamano terapie un motivo c'è. Inoltre non ho ben capito perchè hanno espresso a gran voce dissenso di fronte all'affermazione che la tossicodipendenza è una malattia, chissà cos'è secondo loro, forse una insidia del demonio.

Il consigliere comunale di AN PDL si è ben comportato all'inizio, ma poi ha fatto il furbino della stazione in fondo, sostenendo di esser stato censurato e ironizzando sui termini libertari e democrazia, invece non è stato censurato proprio per nulla, nè lui nè nessun altro.
Mentre durante il primo giro di interventi ho seguito il merito del dibattito e ho commentato tra l'uno e l'altro, nel dibattito pubblico il gestire l' ordine degli interventi è stato più impegnativo. La formula del "forum", uno dei modelli delle scienze sociali che in altri paesi vengono promossi e pagati dai governi, ha consentito l'emergere di scambi repressi da decenni nel dibattito pubblico, che viene condotto generalmente tra forze fra loro compatibili e similmente orientate, con una serie di "come ha detto l'illustre collega che ha parlato prima".

Il presidente di "Giustizia e libertà" ha portato un contributo colto e illuminato, di ragionevole dubbio e considerazione umana. La assessore Dei alle politiche sociali ha affrontato con molto garbo il tema degli stili di vita odierna e delle dipendenze che non riguardano solo i giovani e non solo le droghe illegali. Luca della comunità che cura nel nome di cristo si è presentato con la bibbia ecc.ecc.

L'ultimo post lo dedico al senatore Perduca che si è sottoposto a venire in una cittadina toscana a rappresentare l'antiproibizionismo radicale pervicacemente fino in fondo, cosa che non è da tutti, e del che l'associazione gli è grata.

9 aprile 2009

INTERVENTO AL COMITATO 4 APRILE 2009

Buongiorno, io parlerò di un argomento che non tratto quasi mai, cioè dell’antiproibizionismo sulle droghe. Allora, ci sono secondo me delle ottime notizie in questo campo: la prima buona notizia è che i radicali ricominciano a occuparsi di questa tematica. Io mi occupo di antiproibizionismo da quando avevo quattordici anni, quindi sono parecchi decenni, però in maniera istituzionale, all’interno del partito, è circa un anno, un anno e mezzo che me ne occupo e devo dire che in questo ultimo periodo ho visto una crescita in numero e in qualità degli interventi di tutti i radicali sul tema, i comunicati sono decuplicati sul tema, mentre per un po’ di anni era qualcosa che era quasi scomparsa dai nostri orizzonti.
Altre buone notizie su tutto un altro fronte sono quelle che ci arrivano internazionali, c’è stato per esempio il presidente Morales che all’apertura del convegno di Vienna dell’ONU sulle droghe ha pubblicamente mostrato e masticato una foglia di coca, chiedendo la depenalizzazione dell’uso tradizionale, uso tradizionale che coinvolge 10 milioni di persone nelle zone andine, da circa 3000 anni, mi sembra anche questo un argomento interessante, ha chiesto la depenalizzazione della foglia di coca, pur ammettendo che si mantengano le proibizioni sulla pasta di coca, cioè su quello che poi è il prodotto che viene elaborato e mandato nel mercato, però ha chiesto la depenalizzazione della foglia, così come gli ex presidenti sudamericani del Brasile, Cardoso, del Messico, Zadillo, della Columbia, Gaviria, quindi degli esperti di droghe, perché sono persone che sono state presidenti di paesi fortemente coinvolti nella produzione e nel traffico di droghe, hanno chiesto, l’11 febbraio a Rio de Janeiro, la depenalizzazione della marijuana, quindi un’altra foglia, un’altra pianta, per uso personale, e sollecitato un cambio di strategia nella lotta alle droghe. Questo intervento ha avuto luogo durante una commissione latino americana, da loro promossa, su droghe e democrazia. Il documento finale chiede che si rompa il silenzio sulle droghe e che si apra il dibattito in tutto il mondo; la violenza e il crimine organizzato legato al traffico delle droghe costituiscono uno dei problemi più gravi dell’America latina, ed è imperativo rettificare le strategie della guerra alla droga adottate nella regione negli ultimi trenta anni. Questo messaggio si rivolgeva non soltanto ai loro paesi ma anche a tutti i governi dell’America latina, di USA e Unione europea.
E in USA, col cambio di presidente, l’amministrazione Obama si è subito mossa anche lei in questa direzione, annunciando di essere pronta ad abbandonare il proibizionismo e la guerra alla droga del presidente Bush, la tolleranza zero, mutando la propria politica all’indirizzo della prevenzione e della riduzione del danno, quindi ha immediatamente abolito ogni tipo di pena per gli Stati che distribuiscono e che permettono ai malati di curarsi con la marijuana terapeutica, e nello Stato di New York si sta anche avviando un esperimento di depenalizzazione anche per l’uso personale di cocaina e di eroina. Questo secondo me in parte riguarda anche il rapporto, questo è un discorso molto vasto, l’accenno e basta, il rapporto dell’uomo con l’ambiente e con le piante, la maniera in cui l’uomo si mette in relazione con le piante, perché alla fine le droghe in origine sono tutte piante, quelle legali, quelle illegali, il vino o la grappa, cioè dire ai contadini andini di non masticare la foglia di coca sarebbe stato come dire 50 anni fa ai contadini nostri di non farsi il vino, né di farsi la grappa e tutto questo tipo di prodotti.
Dall’altra parte invece in Italia abbiamo delle notizie pessime, perché Fini si è molto rincivilito da quando è presidente della Camera, però sulle droghe ancora lo trovo perlomeno carente. Cattive notizie nel senso che si ascoltano le conclusioni della Conferenza di Trieste, non sto neanche a ripetervele perchè le cose che sono state dette, sono una concezione salvifica, una concezione del tossicodipendente che fin dall’ infanzia è un predestinato, poi una serie di lamentele lunghissime sulle nuove droghe, che in realtà sono create dal proibizionismo, poi su queste ritorno.
Ora volevo fare un piccolo inciso sulle elezioni europee, la campagna elettorale, sì, no, con chi, chi, da un certo punto di vista perdere lo spazio a Bruxelles che noi abbiamo avuto in tutti questi anni con Marco Pannella e con Marco Cappato sarebbe veramente un peccato perché abbiamo avuto anche con l’Alde delle grosse occasioni di convegno e di ospitalità; dall’altra io non voglio assolutamente ritornare sulla polemica se siamo stati umiliati e offesi ecc. però vendersi per una lenticchia potrebbe diventare un vizio, una volta può succedere perchè uno ha bisogno, ma se diventa un vizio (interruzione Bonino) quello che a me interessa, se una campagna elettorale viene fatta, o se anche non viene fatta, che l’antiproibizionismo ritorni fra i nostri temi, e le disobbedienze civili, perché secondo me questo è un tema che ci attira del consenso popolare, non ce lo toglie affatto, anzi ce lo attira con la possibilità recupero di voti di persone che non vanno più a votare da anni, magari non è un tema unico, certamente, però non è da sottovalutare.
In più, ce ne possiamo anche fregare, però ci sono le grosse ricadute sulla economia mondiale e sulle persone, io sono pronta anche ad ammettere che drogarsi non è un diritto ma una facoltà, che l’abuso e la tossicodipendenza sono malattie sociali, certamente, quello che poi però mi fa indignare, irritare, e siccome tra radicali va di moda parlare con un certo linguaggio, quello che mi fa incazzare, sono le ricadute sulle persone, sul popolo, sulla gente.
Persone come un ragazzo che ci ha scritto recentemente, all’ associazione Luca Coscioni una lettera: lui lavora da dieci anni, si alza tutte le mattine, guida il furgone per portare il pane, una mattina ha avuto un piccolo incidente, siccome si era fatto una canna quattro giorni prima, gli hanno ritirato la patente, non lavora più, l’avvocato da pagare, insomma rovinato. Persone come mio figlio, che fa il muratore e rischia la vita tutto il giorno sulle impalcature e di questo non gliene frega niente a nessuno, però se quando scende alle sei di sera volesse farsi una cannina o anche bersi un aperitivo e andare a casa in macchina correrebbe dei grossi rischi.
Anche penso alle ricadute sui malati, che non hanno accesso alle terapie e non hanno libertà di cura e di terapia; perchè mi risulta che i radicali si occupino del quotidiano, non tanto delle cucine e delle camere da letto che è una immagine vecchia, ma del quotidiano che avviene nei luoghi comuni differenziati della società di oggi.
Penso prima o poi bisognerà riprendere anche il discorso delle mutilazioni genitali femminili, con particolare accento su quelle che noi abbiamo nel nostro paese, perchè è ormai anche questo un fenomeno che fa parte del quotidiano perché se è vero, anche se i dati sono incerti, perché sono stime, perché è un fenomeno clandestino, se è vero che abbiamo 5000 bambine a rischio, in Italia, a rischio di mutilazione, 40000 donne mutilate, mi sembra che sia un problema che ci può riguardare, queste bambine vanno a scuola insieme alle nostre, vanno all’asilo insieme alle nostre, è qualcosa che ci riguarda da vicino, e non è perché avviene in un “sotto” antropologico che possiamo fregarcene. E’ sotto silenzio perché naturalmente se a queste bambine venisse tagliato un dito tutti si indignerebbero, sarebbe una cosa che appare chiara e solleverebbe l’indignazione popolare; siccome avviene "sotto" non viene quasi considerato e sembra che non esista.
Questi segnali che io vedo da parte dei radicali di ripresa dell’argomento dell’antiproibizionismo, in particolare, io spero bene di non dimenticarmi nessuno, però in particolare vorrei riconoscerli ai senatori Perduca e Poretti, al deputato parlamentare europeo Cappato, all’ onorevole Bernardini, naturalmente a Marco Pannella, anche al gruppo piemontese, ho ascoltato ultimamente gli interventi di Nathalie Pisano, mi sono sembrati molto interessanti, in Piemonte c’è un’attività sulle droghe, sulle narcosale, è una cosa importante e che comunque va sostenuta, sono poi quelli che sono occupati in tutti questi anni, in maniera continua, che non hanno mai abbandonato il tema.
Il senatore Perduca, in una interrogazione parlamentare sugli sprechi, invece di fare le pulci alle casalinghe e ai casalinghi disperati, come fa Brunetta, si è detto vediamo quanto i compagni di merende della guerra alla droga spendono dei nostri soldi. Questa fa parte di una serie di interrogazioni che insieme a Donatella Poretti lui ha fatto, nel frattempo è arrivata una risposta ad una interrogazione precedente nella quale si chiedeva di chiarire la posizione assunta dal governo italiano in occasione della conferenza di Vienna, cioè della annuale conferenza delle droghe dell’ONU, in merito alle politiche della cosiddetta riduzione del danno. Giovanardi, con la consueta stolidità, perché almeno fosse intelligente oltre che furbo, non chiarisce un bel niente anzi confonde ancor più le acque, opponendo alle politiche della riduzione del danno e della bassa soglia una visione salvifica della persona affrancata dall’uso di qualsiasi sostanza stupefacente, recuperata totalmente. Mi chiedo chi sia la persona affrancata totalmente dall’uso di qualsiasi sostanza stupefacente, penso che non ne esista nemmeno una.
In questa risposta all’interrogazione di Perduca c’è anche una piccola chicca sulla prostituzione, dove Giovanardi parla di “comportamenti sociali devianti” indotti dall’uso di droghe, e fra questi comportamenti devianti ci mette anche l’esercizio della prostituzione, che non mi risulta sia un comportamento deviante, l’esercizio, chiaramente sì la riduzione in schiavitù, o che si prostituisce per comprarsi la dose ecc., però di per sé l’esercizio della prostituzione chiamarlo comportamento sociale deviante quando è un comportamento che esiste dall’inizio del mondo, mi sembra veramente indicativo della sua mentalità.
Dunque, da parte di Perduca e Poretti tutta una serie di interrogazioni sul tema, sulla marijuana terapeutica, su varie cose. Da parte dell’ onorevole Marco Cappato, attraverso l’ Associazione Luca Coscioni, c’è una azione di difesa dei diritti del malato, sulla libertà di cura e terapia, con i derivati della cannabis, sulle terapie del dolore, ed è proprio in relazione a questo che ho partecipato a Bruxelles ad un workshop sulle droghe, dove abbiamo avuto veramente una serie di informazioni interessanti, tipo l’impossibilità di avere dati certi, di avere soltanto stime, come tutti i fenomeni clandestini, e questo è un aspetto importante, come dicevo delle mutilazioni genitali femminili, che non è possibile sapere quante sono, perché non essendo un fenomeno legale non è possibile contarlo, o non è possibile, richiede diciamo una serie di indicatori e metodologie complicate, o come l’indagine conoscitiva sull’eutanasia clandestina, alla fine il proibizionismo rende anche dei fenomeni non studiabili, la clandestinità nel campo delle droghe ha prodotto un mercato centralizzato e organizzato in mano ad associazioni a delinquere, come tutti i fenomeni clandestini ha creato un campo di ricerca parallelo; per cui droghe sintetiche piccole e senza odore l’ uso non è più com le siringhe o con le canne che si vedono ma è tutto a base di pillole piccole, di assunzione facile, c’è una ghettizzazione dell’uso, droghe nuove che sfuggono ai nodrugtest e una serie di ricerche che vengono compiute non tanto per creare sostanze con effetto migliore e con minori danni sulla salute ma per creare sostanze che sfuggano ai test, e questo poi alla fine è girare intorno al problema, il nemico non è la droga, che è sempre esistita, ma è il mercato illegale, perché le stesse evidenze sono di fronte a me come ai proibizionisti la disponibilità legale genera meno fenomeni di abuso e dipendenza della proibizione, questa è una verità che si può constatare con l’osservazione semplicemente della storia. Un altro argomento trattato a Bruxelles è stato quello dell’oppio afgano, abbiamo avuto una bella relazione sul progetto “Papavero come medicina”, dove ci hanno detto chiaramente che, in Afganistan, “le attuali politiche di guerra alla droga sono in contrasto con i progetti delle comunità internazionale per la stabilizzazione, sviluppo e ricostruzione", e questo riguarda molto l’Europa, intanto perché dà i soldi per queste politiche, poi perché ne subisce il ritorno attraverso l’eroina che poi ci inonda e viene assunta dai nostri figli. Perduca, Cappato, Bernardini, l’onorevole Rita Bernardini, le disobbedienze civili, il grandissimo lavoro sulla giustizia e sulle carceri, che sono temi strettamente legati al proibizionismo, alla tematica del sorvegliare e punire, alle dinamiche autoritarie e fasciste, la sacrosanta funzione rieducativa della pena che tanti anni di studio e di applicazione è costata nei secoli. Argomenti che Rita ci ripropone sempre con grandissimo impegno e passione.
Marco Pannella ci richiama ormai da mesi, nelle conversazioni settimanali o anche in altri momenti, mi è parso su due temi fondamentali che sono il drogarsi come facoltà, e non come diritto, e il narcotraffico come parte ingente del nero, del denaro che gira al nero nel mondo dell’economia sommersa, non quantificata, clandestina, e che nel denaro trova il modo di ripulirsi attraverso le banche e la finanza mondiale, come anche Saviano, in una intervista a Repubblica ha detto “Oggi nelle banche di tutto il mondo, anche in quelle italiane, entrano in maniera preponderante capitali di provenienza illecita soprattutto del narcotraffico”.
Tutte queste forze radicali antiproibizioniste penso che se riuscissero a lavorare insieme sarebbero dirompenti e potrebbero portarci anche, si potrebbe legare al tema delle elezioni perché potrebbero portarci dei grossi consensi, io non ho da dare consigli a nessuno perché sono tutte persone molto più esperte di me, però vorrei veramente stimolare la possibilità di una discussione comune e di una azione, soprattutto, comune, conseguente.
Poi volevo ringraziare Mariano Giustino per avermi richiesto di scrivere per la sua rivista, per la quale ho scritto un articolo dal titolo “Natura in genere”, anche se non mi ha invitato alla presentazione. E volevo ringraziare molto Emma per avermi invitato alla sua Legion d’onore a palazzo Farnese, una bellissima serata, grazie veramente.
Come ultima cosa, premettendo che questo partito è una eccezione, e se io sono qui lo devo a un uomo, che è Marco Pannella, al quale sono molto grata, però, dò soltanto dei dati e basta, perché l’anagrafe degli eletti è bene che si rivolga anche ad altre categorie che non il denaro, sono statistiche che mi sono fatta ieri sera, brevissime sulle quali non faccio commenti e ve le lascio a voi elaborare:
Maschi / femmine.
I tre dirigenti: 66% maschi 33% femmine
Direzione: 83% maschi 16% femmine
Giunta: 89% maschi 11% femmine
Comitato: 79% maschi 21% femmine
Arrivederci e grazie
Claudia Sterzi