20 maggio 2009

Torre Argentina 76 / Politica 2009

Diario del giorno 1001

Dal 2000 ad oggi, gli scioperi della fame me li sono fatti quasi tutti. Pur non avendo conosciuto Pannunzio, e senza esser stata presente a Pisa con Sofri, Mughini e Marino, (di quest' ultima circostanza non finirò mai di compiacermi), comincio a vedere una luce in fondo al tunnel di un master in militanza nonviolenta radicale.

Questo è quindi un poster sia particolare che straordinario che riprende la forma nella quale questo blog fu iniziato, ai tempi della moratoria. La forma del diario.


Oggi è il quinto giorno di uno sciopero assoluto della fame e della sete di Marco Pannella. (E come non ricordare il capolavoro patafisico "L'amore assoluto" di Alfred Jarry?). C'è qualcosa di uguale a tutte le altre occasioni simili, c'è qualcosa di assolutamente diverso.


Per esempio, io non ho aderito allo sciopero della fame che i dirigenti e i militanti radicali hanno intrapreso, chi per sostegno, chi per accompagnamento, chi per fame di fama. L'ultima esperienza degli otto giorni per il voto ai disabili, che per altro come prevedibile non è affatto una vittoria consolidata, è stata, nonostante la relativa brevità, assolutamente devastante per me personalmente, della qual cosa scrivo in pubblico perchè io sul mio blog ci scrivo quello che mi pare. Tanto mi pago da me.


Semplicemente, non ci si fa più. La routinizzazione del rito nonviolento fino a creare istituzioni ed abitudini, se non analizzato con un minimo di consapevolezza da parte del mondo radicale, mostra la corda e la mostra in procinto di spezzarsi.


Si intravedono anche oggi lodevoli tentativi di rivoluzione e cambiamento, scoordinati e in conflitto tra loro.
Mentre va in scena un autentico dramma politico.


Il tempo, oggi, qui dentro, non solo è leggermente sfasato, è del tutto sospeso.
Riunioni molto particolari si susseguono, culmini di passioni si alternano con ghiacci perenni. Tensioni si inturbinano e si sciolgono, baci antichi e antichi rimorsi.
Nel frattempo la lista radicale non compare nei sondaggi, e rari e malfatti copiaincolla documentano al popolo italiano che esiste fra di loro una voce resistente in piena lotta.
C'è sempre un fatto di cronaca spicciola che è più importante, uno scampolo di marchetta culturale, un gossip rasserenante. C'è sempre e comunque un potere, un popolo, beni ed immobili da dividersi e da saccheggiare. Una sentenza camuffata, una deroga alle liste di attesa, cibo buttato via e gente che muore di fame.
Il regime infame c'è. Alla faccia del bipartitismo.
La lista radicale c'è. Altamente imperfetta, ma è già un miracolo che ci sia.
Fate voi.

10 maggio 2009

9 maggio, Milion Marijuana March, quel che i giornali non dicono.

Foto della Marcia 2005, 2007, 2008.

CIO’ CHE RESTA TRA LE RIGHE

Ieri, 9 maggio, a Roma, si è svolta la Milion Marijuana March 2009 . Migliaia di giovani, vendita e uso liberi di droghe illegali all'interno, musica amplificata e polizia ai bordi; età prevalente 15/30, pochi adulti, quasi assenti bambini e cani, maggioranza maschi, classe sociale mista compresa tra figli di papà e extracomunitari o barboni; servizio d'ordine obsoleto, niente veline, niente televisioni, Piazza Repubblica occupata per metà con libero uso di droghe nei bei portici coi tappeti. Inoltrandosi ben dentro l'adunata, laddove i decibel sono troppi per chiunque, e l'odore della skunk era dappertutto, si vedevano cose che tutti coloro che hanno figli sotto i trenta anni farebbero bene a osservare invece di accondiscendere rassegnati alla compartimentazione stagna che configura la società, per la quale gli adulti non conoscono e neanche immaginano la vita reale che fanno i loro figli, e viceversa. Per non parlare di chi di giovani si occupa per motivi professionali ed è stipendiato per farlo.
La maria era invero la droga illegale più usata; ne deve essere andata via letteralmente a tonnellate ( l'Italia, nel World Drug Report 2008, è balzata al primo posto in Europa per consumo di cannabis), ma l'adunata era dedicata a tutte le droghe specie le chicche e le gocce ( anche per quanto riguarda le ultime droghe di sintesi l'Italia risulta ai primi posti, nonché per la cocaina, grande grazie dei narcotrafficanti a Giovanardi Serpelloni & Co ).
Comprare droghe illegali, dalla skunk al ghb, passando per coca e anonime pasticche bianche, era la cosa più semplice del mondo, bastava pagare, esattamente come per l’acqua e la birra.
Niente circa la terapeutica, almeno nelle prime ore; può essere che dopo se ne sia parlato. Degli obiettivi dichiarati dagli organizzatori ( depenalizzazione droghe, libera coltivazione, cannabis terapeutica ) risaltava il primo, con un certo accento posto sul conflitto tra ragazzi e forze dell’ ordine, come se i poliziotti fossero responsabili delle leggi che fanno rispettare e i ragazzi dovessero assumere come capro espiatorio altri ragazzi, con buona pace di Pasolini e Valle Giulia.
Sotto uno striscione che si faceva notare nell’apertura della marcia, “Aldo vive”, due santoni indù shivaisti. C’erano poi i settori “No prisoners”, “Sostanze”, e gli anfratti dove venivano assistiti quelli che si sentivan male, e dove la mano d’opera dello spaccio si divideva roba e denari alla luce del sole.
Le note di “E la pula bussò con gli occhiali da sole… “ sono state occasione per i primi cori anti – poliziotti.
L' organizzazione ha guadagnato molto dalla rivendita di acqua e birra per non dire altro; dalle prime ore del giorno fino alle 17 e 30 i ragazzi sono stati tenuti al sole con colonna sonora intensa e l' imperativo categorico di drogarsi, sfruttando al massimo la zona franca di antiproibizionismo arbritario concessa loro. Quando la marcia ha marciato, dal primo camion del corteo, con le insegne dell'organizzazione, per bocca di un deejay motivatore veniva reclamato a gran voce il diritto di drogarsi e venivano lanciati slogan contro i poliziotti.
La nonviolenza effettiva dimostrata dal fatto che non ci sono stati incidenti ottenuta non col lavoro su stessi e convinzioni approfondite, ma con l'ottundimento degli anestetici e dell'alcool.
Esistono in Italia numerose zone franche estive ( in Toscana per esempio Arezzo Wave, Pelago on the road, Pistoia blues, le feste della canapa sul litorale, ecc.ecc., ) ma la dimensione della manifestazione di sabato, sia nei numeri, sia nel suo livello nazionale e metropolitano, evidenziava il tragico aspetto delle conseguenze del proibizionismo sulla crescita della nostra meglio gioventù. Per intendersi e generalizzando un po’, quella che non troverete ai provini per un reality o per una selezione di Lele Mora. L’ osservazione del mercato delle droghe illegali dagli anni ’70 ad oggi in Italia ma anche nel mondo, fornisce la prova degli interessi che si nascondono dietro le strategie proibizioniste, i proibizionisti in malafede però si sono appoggiati sull' ignoranza e sul pressapochismo della classe dirigente.
E su questo, tornando in Italia, si spazia dalla vicenda del deputato dell’ Udc Cosimo Mele, che oggi in aula sostiene impavido il teorema delle cattive compagnie, nelle persone di due ragazze che l’avrebbero circuito, a giustificazione della sua serata sesso e cocaina, e figura nelle liste dei candidati alla Provincia di Brindisi nel Pdl ( con tanta solidarietà a Cosimo, che almeno ha avuto il buon gusto di peccare fuori dall’orario di lavoro e non dentro i palazzi che noi cittadini contribuiamo a mantenere, solidarietà da ritirare se fossero dimostrate le accuse di omissione di soccorso ), alla disinformazione proposta oggi dai giornali, dove in trafiletti miserabili, copia e incolla e pure male, in cronaca Roma, si parla di centinaia di giovani, molti giovani, e se ne parla solo in relazione ai 20 camion sound system e ai 10 interventi degli operatori del 118; è chiaro che nessuno ha sentito il bisogno, o avuto il coraggio, di andare a vedere di persona. Per il Manifesto fino a domani l’ articolo intero è riservato agli abbonati. Menomale che eran comunisti :-). Ci sarebbe poi da dire che Viagra e Cialis sono performativi o dopanti, parlare dei difetti degli psicofarmaci, ma perché infierire?
I radicali spesso e a ragione rilevano il silenzio e la mala informazione dei media sulle iniziative e battaglie politiche radicali, ma se cinquemila radicali si riunissero i media ne renderebbero conto un po’ più di quello che fa con i ragazzi della Milion Marijuana March e manifestazioni affini. Perché questi ragazzi sono già rassegnati a non conoscere i loro diritti e a non averne alcuna certezza, non solo per quanto attiene ai loro comportamenti privati, anche nelle scuole, nel mondo del lavoro, in famiglia, ed è assai banale convincerli a rivolgere la loro rabbia contro i poliziotti; non è più un problema di consenso, nascono già consensati, e a votare ci vanno sempre meno.
La libera coltivazione domestica e la cannabis terapeutica sono due punti di inizio per iniziative politiche; la seconda è la più probabilmente vittoriosa, perchè attiene ai diritti dei malati e viene sostenuta anche da parte del centrodestra. D' altra parte la prima può aggregare un ben più grande numero di consensi, per il suo valore liberale di rispetto dei comportamenti privati.
Da poco una bizantina sentenza della Corte della cassazione ( coltivare canapa non è reato finché non sia matura ) riduce il tempo di rischio del coltivatore autonomo. Il fattore tempo è quello che più scoraggia i consumatori, malati e non, dalla coltivazione; per comprare l'erba in piazza si rischia per il tempo del consumo, per coltivarsela occorre rischiare per almeno tre mesi.
I recenti dati della Polizia di Stato ci informano che nel 2008 sono state segnalate all ‘Autorità giudiziaria 35.097 persone per uso e/o compravendita di sostanze stupefacenti illegali; in particolare le operazioni sulla piante di cannabis nel 2008 sono state 1.079, il 18 e mezzo % in più rispetto all’anno precedente.
Nella cronaca sportiva il numero di atleti beccati con la cocaina cresce e si arrichisce: Boonen, ciclista, Gasquet, tennista, Carrozzieri, calciatore, solo negli ultimi giorni.
Questo non è un regime e neanche un basso impero: è una satrapia. Come tutte le satrapie, richiede sacrifici umani di gioventù.