Poco più di un anno fa, nel dicembre 2008, Giovanardi ci dispensava le sue tronfie intepretazioni dei referendum che si erano appena svolti in Svizzera. “Gli elettori svizzeri infatti hanno bocciato sonoramente con un referendum la proposta di liberalizzare lo spinello e l'Olanda sta facendo precipitosamente marcia indietro visti i danni derivanti dall'apertura dei cosiddetti coffee-shop", dichiarava, mentre appariva chiaro che gli svizzeri avevano semplicemente bocciato la possibilità di diventare l’Amsterdam del Sud Europa, giudicandone, da popolo razionale quale è, i costi superiori ai benefici. La impreparazione e disinformazione di Giovanardi, che pure è sottosegretario con delega alle politiche per la famiglia, al contrasto delle tossicodipendenze e al servizio civile, risultano dal voto che nei giorni scorsi, ha approvato, senza alcun contrario, nella commissione della Sanita' del Senato svizzero, una politica di depenalizzazione del consumo di cannabis, che potrebbe in futuro essere punito con una multa disciplinare. Sara' l'omologa commissione della Camera dei deputati a dover legiferare in tal senso, riferisce da Berna una agenzia di stampa svizzera.
Nella stessa direzione si è mossa la Repubblica Ceca, dove dal primo gennaio 2010 sono in vigore i limiti massimi per il consumo personale di sostanze stupefacenti, in alcuni casi tre volte superiori alle quantità consentite in Olanda. E' divenuto legale il possesso di 15 grammi di marjiuana, 1 grammo di cocaina, 1,5 grammo d'eroina, 4 pasticche di ecstasy. Rimane vietato, e quindi punibile, lo spaccio. Né potrebbe essere altrimenti, visto che tutto il mondo deve obbedire alle folli politiche ONU sulle droghe che come tutti sanno sono dannose oltre che inutili allo scopo.
Da parte sua l’ Olanda, che in Europa è stata l’ inventrice della “proibizione legislativa con il principio amministrativo dell’ espediente” ed era già arrivata nel 1976 a differenziare droghe con rischi accettabili e droghe con rischi inaccettabili, perseguendo politiche di legalizzazione delle prime per contrasto alle seconde, si è scontrata con le convenzioni ONU laddove vietano la vendita all’ingrosso; non è stato difficile per i narcotrafficanti soppiantare i fornitori indipendenti locali, inserendosi nella catena di distribuzione nel punto dove l’espediente non è praticabile. Inoltre la disponibilità dei coffee shop attrae dal resto di un Europa proibizionista milioni di giovani che generano non pochi problemi di ordine, oltre che un florido traffico di droghe pesanti.
Sono poche le categorie che in Italia traggono vantaggio dalla posizione ottusa di Giovanardi; tra queste, narcotrafficanti, mafie e corrotti