13 settembre 2010

Delirio politico d'attualità




http://www.lastampa.it/common/images/pixel.gif

Il cappellano di Montecitorio, Rino Fisichella, e il vicepresidente della Camera,  Maurizio Lupi, hanno guidato  una settantina di onorevoli italiani in un pellegrinaggio annuale nei luoghi della fede cristiana, un viaggio di sei giorni, con tappa finale a San Pietroburgo il 9 settembre.  Il martirio è stato il tema conduttore della prima giornata. La goliardica brigata comprendeva Gustavo Selva, Carlo Giovanardi, Margherita Boniver, Paola Binetti, Enzo Carra, Dorina Bianchi, Massimo Polledri, Renato Farina, Totò Cuffaro, Matteo Colaninno.
Da San Pietroburgo, l’ 8 settembre, Giovanardi ha emesso un editto:
“ … Condivido pienamente l'orientamento favorevole ad una verifica parlamentare sulla tenuta di Governo e maggioranza in ordine ai cinque punti evidenziati e piu' in generale sul programma votato dagli elettori … la certificata impossibilita' di portare avanti in Parlamento il programma giustifica il ricorso alle elezioni anticipate … considero non corretto il doppio ruolo di leader di partito e Presidente della Camera che l'on. Gianfranco Fini interpreta …  invito il Presidente Berlusconi a dedicare interamente l'odierno incontro alle tematiche inerenti Governo e maggioranza rinviando ad una prossima riunione una approfondita discussione sugli assetti organizzativi del Pdl”.
Già due settimane fa si era così espresso, congiuntamente a Gianfranco Rotondi: “La fortuna di Berlusconi e' la lealta' nostra e dei nostri amici”.
“ Sul Sud il governo non ha idee chiare”, ha dichiarato oggi Stefano Caldoro.
E Pierferdinando Casini, sempre oggi: “Berlusconi si dimetta e dopo si puo' aprire una nuova stagione politica”.
Gianfranco Fini, dal G-8 dei presidenti della Camere in corso ad Ottawa, in Canada: “Sulle dichiarazioni che il presidente del consiglio Silvio Berlusconi terrà in Parlamento alla fine di settembre deve esserci un voto”.
Umberto Bossi, da Venezia e da Ferrara, stasera, parlando di Gianfranco Fini: “Spero che torni in ginocchio da Berlusconi … nonostante tutto è meglio Fini di Casini".
Questo il linguaggio della politica, questi i loro passatempi.
Non si interessano, tutti questi allegri compari, ai processi fermi, alla vergogna delle patrie galere, ai morti sul lavoro, no. Stanno in giro per il mondo stipendiati e ben pasciuti a ragionare se Fini sia meglio o peggio di Casini.
Spero che mai nella mia vita mi debba capitare di scegliere se votare Fini o Casini, prima vado più volentieri in una zona di guerra.