19 aprile 2009

sintesi patafisica

cinque post dopo il dibattito e l'immersione nel campo

dibattito pubblico a Pistoia: antiproibizionismo radicale, proposta di governo o follia? 18 aprile 2009, Sala Nardi
il dibattito pubblico è ben riuscito, nel senso che si sono espresse più posizioni antitetiche, con momenti di tensione ma seguendo un filo logico di discussione; il tema proposto, cioè l'antiproibizionismo radicale, è stato a tratti soverchiato dalle polemiche che i rappresentanti di comunità hanno intrapreso. La claque di una comunità in particolare si è distinta per interruzioni, scompostezza, tentata appropriazione del microfono, prepotenza e villania, oltre che esibendo una povera signora, condotta a una crisi isterica che pareva una trance mistica, nel tentativo di dimostrare che se ci fosse stata la somministrazione controllata di eroina suo figlio sarebbe morto, senza considerare che è perchè l'eroina è proibita che suo figlio ha rischiato di morire. ...

... I presenti erano intorno ai 70, c'è stata una ora e tre quarti circa di interventi intorno ai 10 minuti di dieci oratori, poi domande e interventi dal pubblico e secondo giro.
La stessa comunità indisciplinata si è poi risentita perchè il medico dell'altra comunità ha dato dell' ignorante al suo leader, sedicente ex tossico imprenditore, che sosteneva che non necessita un medico per prescrivere terapie sostitutive, che, obiettivamente, se si chiamano terapie un motivo c'è. Inoltre non ho ben capito perchè hanno espresso a gran voce dissenso di fronte all'affermazione che la tossicodipendenza è una malattia, chissà cos'è secondo loro, forse una insidia del demonio.

Il consigliere comunale di AN PDL si è ben comportato all'inizio, ma poi ha fatto il furbino della stazione in fondo, sostenendo di esser stato censurato e ironizzando sui termini libertari e democrazia, invece non è stato censurato proprio per nulla, nè lui nè nessun altro.
Mentre durante il primo giro di interventi ho seguito il merito del dibattito e ho commentato tra l'uno e l'altro, nel dibattito pubblico il gestire l' ordine degli interventi è stato più impegnativo. La formula del "forum", uno dei modelli delle scienze sociali che in altri paesi vengono promossi e pagati dai governi, ha consentito l'emergere di scambi repressi da decenni nel dibattito pubblico, che viene condotto generalmente tra forze fra loro compatibili e similmente orientate, con una serie di "come ha detto l'illustre collega che ha parlato prima".

Il presidente di "Giustizia e libertà" ha portato un contributo colto e illuminato, di ragionevole dubbio e considerazione umana. La assessore Dei alle politiche sociali ha affrontato con molto garbo il tema degli stili di vita odierna e delle dipendenze che non riguardano solo i giovani e non solo le droghe illegali. Luca della comunità che cura nel nome di cristo si è presentato con la bibbia ecc.ecc.

L'ultimo post lo dedico al senatore Perduca che si è sottoposto a venire in una cittadina toscana a rappresentare l'antiproibizionismo radicale pervicacemente fino in fondo, cosa che non è da tutti, e del che l'associazione gli è grata.

9 aprile 2009

INTERVENTO AL COMITATO 4 APRILE 2009

Buongiorno, io parlerò di un argomento che non tratto quasi mai, cioè dell’antiproibizionismo sulle droghe. Allora, ci sono secondo me delle ottime notizie in questo campo: la prima buona notizia è che i radicali ricominciano a occuparsi di questa tematica. Io mi occupo di antiproibizionismo da quando avevo quattordici anni, quindi sono parecchi decenni, però in maniera istituzionale, all’interno del partito, è circa un anno, un anno e mezzo che me ne occupo e devo dire che in questo ultimo periodo ho visto una crescita in numero e in qualità degli interventi di tutti i radicali sul tema, i comunicati sono decuplicati sul tema, mentre per un po’ di anni era qualcosa che era quasi scomparsa dai nostri orizzonti.
Altre buone notizie su tutto un altro fronte sono quelle che ci arrivano internazionali, c’è stato per esempio il presidente Morales che all’apertura del convegno di Vienna dell’ONU sulle droghe ha pubblicamente mostrato e masticato una foglia di coca, chiedendo la depenalizzazione dell’uso tradizionale, uso tradizionale che coinvolge 10 milioni di persone nelle zone andine, da circa 3000 anni, mi sembra anche questo un argomento interessante, ha chiesto la depenalizzazione della foglia di coca, pur ammettendo che si mantengano le proibizioni sulla pasta di coca, cioè su quello che poi è il prodotto che viene elaborato e mandato nel mercato, però ha chiesto la depenalizzazione della foglia, così come gli ex presidenti sudamericani del Brasile, Cardoso, del Messico, Zadillo, della Columbia, Gaviria, quindi degli esperti di droghe, perché sono persone che sono state presidenti di paesi fortemente coinvolti nella produzione e nel traffico di droghe, hanno chiesto, l’11 febbraio a Rio de Janeiro, la depenalizzazione della marijuana, quindi un’altra foglia, un’altra pianta, per uso personale, e sollecitato un cambio di strategia nella lotta alle droghe. Questo intervento ha avuto luogo durante una commissione latino americana, da loro promossa, su droghe e democrazia. Il documento finale chiede che si rompa il silenzio sulle droghe e che si apra il dibattito in tutto il mondo; la violenza e il crimine organizzato legato al traffico delle droghe costituiscono uno dei problemi più gravi dell’America latina, ed è imperativo rettificare le strategie della guerra alla droga adottate nella regione negli ultimi trenta anni. Questo messaggio si rivolgeva non soltanto ai loro paesi ma anche a tutti i governi dell’America latina, di USA e Unione europea.
E in USA, col cambio di presidente, l’amministrazione Obama si è subito mossa anche lei in questa direzione, annunciando di essere pronta ad abbandonare il proibizionismo e la guerra alla droga del presidente Bush, la tolleranza zero, mutando la propria politica all’indirizzo della prevenzione e della riduzione del danno, quindi ha immediatamente abolito ogni tipo di pena per gli Stati che distribuiscono e che permettono ai malati di curarsi con la marijuana terapeutica, e nello Stato di New York si sta anche avviando un esperimento di depenalizzazione anche per l’uso personale di cocaina e di eroina. Questo secondo me in parte riguarda anche il rapporto, questo è un discorso molto vasto, l’accenno e basta, il rapporto dell’uomo con l’ambiente e con le piante, la maniera in cui l’uomo si mette in relazione con le piante, perché alla fine le droghe in origine sono tutte piante, quelle legali, quelle illegali, il vino o la grappa, cioè dire ai contadini andini di non masticare la foglia di coca sarebbe stato come dire 50 anni fa ai contadini nostri di non farsi il vino, né di farsi la grappa e tutto questo tipo di prodotti.
Dall’altra parte invece in Italia abbiamo delle notizie pessime, perché Fini si è molto rincivilito da quando è presidente della Camera, però sulle droghe ancora lo trovo perlomeno carente. Cattive notizie nel senso che si ascoltano le conclusioni della Conferenza di Trieste, non sto neanche a ripetervele perchè le cose che sono state dette, sono una concezione salvifica, una concezione del tossicodipendente che fin dall’ infanzia è un predestinato, poi una serie di lamentele lunghissime sulle nuove droghe, che in realtà sono create dal proibizionismo, poi su queste ritorno.
Ora volevo fare un piccolo inciso sulle elezioni europee, la campagna elettorale, sì, no, con chi, chi, da un certo punto di vista perdere lo spazio a Bruxelles che noi abbiamo avuto in tutti questi anni con Marco Pannella e con Marco Cappato sarebbe veramente un peccato perché abbiamo avuto anche con l’Alde delle grosse occasioni di convegno e di ospitalità; dall’altra io non voglio assolutamente ritornare sulla polemica se siamo stati umiliati e offesi ecc. però vendersi per una lenticchia potrebbe diventare un vizio, una volta può succedere perchè uno ha bisogno, ma se diventa un vizio (interruzione Bonino) quello che a me interessa, se una campagna elettorale viene fatta, o se anche non viene fatta, che l’antiproibizionismo ritorni fra i nostri temi, e le disobbedienze civili, perché secondo me questo è un tema che ci attira del consenso popolare, non ce lo toglie affatto, anzi ce lo attira con la possibilità recupero di voti di persone che non vanno più a votare da anni, magari non è un tema unico, certamente, però non è da sottovalutare.
In più, ce ne possiamo anche fregare, però ci sono le grosse ricadute sulla economia mondiale e sulle persone, io sono pronta anche ad ammettere che drogarsi non è un diritto ma una facoltà, che l’abuso e la tossicodipendenza sono malattie sociali, certamente, quello che poi però mi fa indignare, irritare, e siccome tra radicali va di moda parlare con un certo linguaggio, quello che mi fa incazzare, sono le ricadute sulle persone, sul popolo, sulla gente.
Persone come un ragazzo che ci ha scritto recentemente, all’ associazione Luca Coscioni una lettera: lui lavora da dieci anni, si alza tutte le mattine, guida il furgone per portare il pane, una mattina ha avuto un piccolo incidente, siccome si era fatto una canna quattro giorni prima, gli hanno ritirato la patente, non lavora più, l’avvocato da pagare, insomma rovinato. Persone come mio figlio, che fa il muratore e rischia la vita tutto il giorno sulle impalcature e di questo non gliene frega niente a nessuno, però se quando scende alle sei di sera volesse farsi una cannina o anche bersi un aperitivo e andare a casa in macchina correrebbe dei grossi rischi.
Anche penso alle ricadute sui malati, che non hanno accesso alle terapie e non hanno libertà di cura e di terapia; perchè mi risulta che i radicali si occupino del quotidiano, non tanto delle cucine e delle camere da letto che è una immagine vecchia, ma del quotidiano che avviene nei luoghi comuni differenziati della società di oggi.
Penso prima o poi bisognerà riprendere anche il discorso delle mutilazioni genitali femminili, con particolare accento su quelle che noi abbiamo nel nostro paese, perchè è ormai anche questo un fenomeno che fa parte del quotidiano perché se è vero, anche se i dati sono incerti, perché sono stime, perché è un fenomeno clandestino, se è vero che abbiamo 5000 bambine a rischio, in Italia, a rischio di mutilazione, 40000 donne mutilate, mi sembra che sia un problema che ci può riguardare, queste bambine vanno a scuola insieme alle nostre, vanno all’asilo insieme alle nostre, è qualcosa che ci riguarda da vicino, e non è perché avviene in un “sotto” antropologico che possiamo fregarcene. E’ sotto silenzio perché naturalmente se a queste bambine venisse tagliato un dito tutti si indignerebbero, sarebbe una cosa che appare chiara e solleverebbe l’indignazione popolare; siccome avviene "sotto" non viene quasi considerato e sembra che non esista.
Questi segnali che io vedo da parte dei radicali di ripresa dell’argomento dell’antiproibizionismo, in particolare, io spero bene di non dimenticarmi nessuno, però in particolare vorrei riconoscerli ai senatori Perduca e Poretti, al deputato parlamentare europeo Cappato, all’ onorevole Bernardini, naturalmente a Marco Pannella, anche al gruppo piemontese, ho ascoltato ultimamente gli interventi di Nathalie Pisano, mi sono sembrati molto interessanti, in Piemonte c’è un’attività sulle droghe, sulle narcosale, è una cosa importante e che comunque va sostenuta, sono poi quelli che sono occupati in tutti questi anni, in maniera continua, che non hanno mai abbandonato il tema.
Il senatore Perduca, in una interrogazione parlamentare sugli sprechi, invece di fare le pulci alle casalinghe e ai casalinghi disperati, come fa Brunetta, si è detto vediamo quanto i compagni di merende della guerra alla droga spendono dei nostri soldi. Questa fa parte di una serie di interrogazioni che insieme a Donatella Poretti lui ha fatto, nel frattempo è arrivata una risposta ad una interrogazione precedente nella quale si chiedeva di chiarire la posizione assunta dal governo italiano in occasione della conferenza di Vienna, cioè della annuale conferenza delle droghe dell’ONU, in merito alle politiche della cosiddetta riduzione del danno. Giovanardi, con la consueta stolidità, perché almeno fosse intelligente oltre che furbo, non chiarisce un bel niente anzi confonde ancor più le acque, opponendo alle politiche della riduzione del danno e della bassa soglia una visione salvifica della persona affrancata dall’uso di qualsiasi sostanza stupefacente, recuperata totalmente. Mi chiedo chi sia la persona affrancata totalmente dall’uso di qualsiasi sostanza stupefacente, penso che non ne esista nemmeno una.
In questa risposta all’interrogazione di Perduca c’è anche una piccola chicca sulla prostituzione, dove Giovanardi parla di “comportamenti sociali devianti” indotti dall’uso di droghe, e fra questi comportamenti devianti ci mette anche l’esercizio della prostituzione, che non mi risulta sia un comportamento deviante, l’esercizio, chiaramente sì la riduzione in schiavitù, o che si prostituisce per comprarsi la dose ecc., però di per sé l’esercizio della prostituzione chiamarlo comportamento sociale deviante quando è un comportamento che esiste dall’inizio del mondo, mi sembra veramente indicativo della sua mentalità.
Dunque, da parte di Perduca e Poretti tutta una serie di interrogazioni sul tema, sulla marijuana terapeutica, su varie cose. Da parte dell’ onorevole Marco Cappato, attraverso l’ Associazione Luca Coscioni, c’è una azione di difesa dei diritti del malato, sulla libertà di cura e terapia, con i derivati della cannabis, sulle terapie del dolore, ed è proprio in relazione a questo che ho partecipato a Bruxelles ad un workshop sulle droghe, dove abbiamo avuto veramente una serie di informazioni interessanti, tipo l’impossibilità di avere dati certi, di avere soltanto stime, come tutti i fenomeni clandestini, e questo è un aspetto importante, come dicevo delle mutilazioni genitali femminili, che non è possibile sapere quante sono, perché non essendo un fenomeno legale non è possibile contarlo, o non è possibile, richiede diciamo una serie di indicatori e metodologie complicate, o come l’indagine conoscitiva sull’eutanasia clandestina, alla fine il proibizionismo rende anche dei fenomeni non studiabili, la clandestinità nel campo delle droghe ha prodotto un mercato centralizzato e organizzato in mano ad associazioni a delinquere, come tutti i fenomeni clandestini ha creato un campo di ricerca parallelo; per cui droghe sintetiche piccole e senza odore l’ uso non è più com le siringhe o con le canne che si vedono ma è tutto a base di pillole piccole, di assunzione facile, c’è una ghettizzazione dell’uso, droghe nuove che sfuggono ai nodrugtest e una serie di ricerche che vengono compiute non tanto per creare sostanze con effetto migliore e con minori danni sulla salute ma per creare sostanze che sfuggano ai test, e questo poi alla fine è girare intorno al problema, il nemico non è la droga, che è sempre esistita, ma è il mercato illegale, perché le stesse evidenze sono di fronte a me come ai proibizionisti la disponibilità legale genera meno fenomeni di abuso e dipendenza della proibizione, questa è una verità che si può constatare con l’osservazione semplicemente della storia. Un altro argomento trattato a Bruxelles è stato quello dell’oppio afgano, abbiamo avuto una bella relazione sul progetto “Papavero come medicina”, dove ci hanno detto chiaramente che, in Afganistan, “le attuali politiche di guerra alla droga sono in contrasto con i progetti delle comunità internazionale per la stabilizzazione, sviluppo e ricostruzione", e questo riguarda molto l’Europa, intanto perché dà i soldi per queste politiche, poi perché ne subisce il ritorno attraverso l’eroina che poi ci inonda e viene assunta dai nostri figli. Perduca, Cappato, Bernardini, l’onorevole Rita Bernardini, le disobbedienze civili, il grandissimo lavoro sulla giustizia e sulle carceri, che sono temi strettamente legati al proibizionismo, alla tematica del sorvegliare e punire, alle dinamiche autoritarie e fasciste, la sacrosanta funzione rieducativa della pena che tanti anni di studio e di applicazione è costata nei secoli. Argomenti che Rita ci ripropone sempre con grandissimo impegno e passione.
Marco Pannella ci richiama ormai da mesi, nelle conversazioni settimanali o anche in altri momenti, mi è parso su due temi fondamentali che sono il drogarsi come facoltà, e non come diritto, e il narcotraffico come parte ingente del nero, del denaro che gira al nero nel mondo dell’economia sommersa, non quantificata, clandestina, e che nel denaro trova il modo di ripulirsi attraverso le banche e la finanza mondiale, come anche Saviano, in una intervista a Repubblica ha detto “Oggi nelle banche di tutto il mondo, anche in quelle italiane, entrano in maniera preponderante capitali di provenienza illecita soprattutto del narcotraffico”.
Tutte queste forze radicali antiproibizioniste penso che se riuscissero a lavorare insieme sarebbero dirompenti e potrebbero portarci anche, si potrebbe legare al tema delle elezioni perché potrebbero portarci dei grossi consensi, io non ho da dare consigli a nessuno perché sono tutte persone molto più esperte di me, però vorrei veramente stimolare la possibilità di una discussione comune e di una azione, soprattutto, comune, conseguente.
Poi volevo ringraziare Mariano Giustino per avermi richiesto di scrivere per la sua rivista, per la quale ho scritto un articolo dal titolo “Natura in genere”, anche se non mi ha invitato alla presentazione. E volevo ringraziare molto Emma per avermi invitato alla sua Legion d’onore a palazzo Farnese, una bellissima serata, grazie veramente.
Come ultima cosa, premettendo che questo partito è una eccezione, e se io sono qui lo devo a un uomo, che è Marco Pannella, al quale sono molto grata, però, dò soltanto dei dati e basta, perché l’anagrafe degli eletti è bene che si rivolga anche ad altre categorie che non il denaro, sono statistiche che mi sono fatta ieri sera, brevissime sulle quali non faccio commenti e ve le lascio a voi elaborare:
Maschi / femmine.
I tre dirigenti: 66% maschi 33% femmine
Direzione: 83% maschi 16% femmine
Giunta: 89% maschi 11% femmine
Comitato: 79% maschi 21% femmine
Arrivederci e grazie
Claudia Sterzi