29 febbraio 2008

etilometro for ever


non passa giorno senza che qualcuno entri in questo blog seguendo il percorso: rifiuto di sottoporsi all'etilometro; ebbene sì, si può , si può rifiutarsi di obbedire allo zelante milite che si fa avanti con il test.

come per ogni atto di disobbedienza, c'è una responsabilità e delle conseguenze. Per me, l'automobilista ubriaco che provoca un incidente deve essere punito penalmente, perchè è un deficiente pericoloso oltre che per sè, che non ce ne può importare di meno, per gli altri. Ma colui che una sera per caso dopo aver lavorato e pagato le tasse e i tassi se ne è andato bel bello a prendersi un aperitivo o a cena fuori o da amici e se ne ritorna a casa buono buono a 50 all'ora attento a ciò che fa è impensabile che si possa obbligare a soffiare in un palloncino.

però i diritti dell'individuo non sono gratis, ancora oggi.

25 febbraio 2008

INTERVENTO AL COMITATO DEL PD


Cari amici e compagni buongiorno, entro subito nel merito; siamo qui convocati per dare il nostro contributo a una decisione importante per la nostra vita politica, cioè se accettare o meno la controproposta che Veltroni ci offre attraverso Bettini. La nostra proposta, di una lista radicale collegata alla sua, non è piaciuta a Veltroni, che la ha rifiutata; la controproposta consiste nel rinunciare: al simbolo collegato, a Marco Pannella e a Sergio D’Elia, quindi alle persone artefici di tutte le nostre battaglie, alla nostra stessa identità, in cambio di nove posti “sicuri”, “garantiti”, e mi domando: garantiti da chi? 10% di alcuni spazi televisivi, 30 denari. Prendere o lasciare.
Una settimana fa, a Salerno, al Congresso della Associazione Luca Coscioni, subito dopo i saluti delle istituzionali locali, ci sono stati due interventi di esponenti di partito, uno del pd e un socialista, che sembrava facessero a gara nel desiderare la nostra compagnia elettorale.
Qualche giorno prima era stata annunciata una grande novità, in queste elezioni non c’è l’obbligo di raccolta firme; le firme non se le deve più raccogliere quasi nessuno, non se le devono raccogliere i radicali ma neanche il pd; se dovessero raccogliersele e farsele autenticare, ad una ad una, per la strada, al freddo al freddo, come i militanti radicali hanno fatto, potrebbero chiudere.
Per un militante, quale sono e fui, la notizia della scomparsa dell’obbligo di raccogliere le firme, è parsa a dir poco meravigliosa, da una parte, per le energie risparmiate da centinaia di persone coinvolte ancora a chieder permessi, trovare autenticatori, telefonare, montare tavoli, pulire firme; terribile, da un’ altra, perché riapre ancora le porte a gente che a fare politica per la strada non c’è mai stata, carrieristi, burocrati, fini oratori.
Una settimana fa, sempre a Salerno, si raccontava ancora la novella dello scioglimento o della biodegradabilità, condizione sine qua non, condizione che accettata, non è bastata a meritarci una lista collegata, onore invece concesso ad Antonio di Pietro e alla sua banda. Non è per niente nuova, questa novella dello scioglimento, aleggia già dal Congresso di Rimini, dove a questo punto non si capisce più perché RI non si sia sciolto per poi costituire insieme allo Sdi il nuovo soggetto RnP. La novella dello scioglimento è poi tornata evocata dal nascente Pd, partito cosiddetto democratico, quando in fase di cosiddette primarie già pretendeva la consegna delle bandiere per consentirci di candidare Marco Pannella e Emma Bonino.
Quindi, 9 eletti: indipendentemente da quanti voti prenderà la coalizione? Indipendentemente da che vinca o che perda? Per le elezioni amministrative, andrà a finire come con i socialisti, centinaia di eletti loro e due o tre noi? Chi saranno gli eletti? Chi li sceglierà?
Spazi televisi: il 10% degli spazi è vago. Inoltre non dobbiamo dimenticarci che questo impegno è “garantito” dalla stessa classe politica che ha negato ai cittadini il diritto di conoscere le battaglie e le idee radicali; la stessa élite politica, senza ricambio da decenni, di destra e di sinistra.
9 nominati deputati e senatori, spazi televisi; dall’altra parte 50 anni di storia radicale, i veti fatti calare su Luca Coscioni prima, su Marco Pannella e su Sergio D’Elia poi; da accettare con entusiasmo.
Poi, il ricatto economico; il denaro messo per scritto si dice è già un successo. Pesa sui nostri debiti, e non si può dire che non lo sapessimo, di stare accumulando debiti su debiti. Quando si ha debiti, quando non si riesce a nutrire i propri figli, accade di trovarsi pronti ad accettare ogni opportunità che si presenti, ma da subire un ricatto economico a ringraziare chi ce lo propone e lodarne il coraggio ce ne corre. Con questo atteggiamento rinunciatario non si capisce perché mai non si sia accettato nel 2005 di togliere il nome di Luca Coscioni dal simbolo e dalle liste. Forse nel 2005 non avevamo debiti? Si era già consumata la dissipazione degli scarni patrimoni radicali, a scapito soprattutto del centro del nostro sistema, che è il Prt, in attesa dal 2002 del suo trentanovesimo congresso. Trentanovesimo.
Ci hanno ormai convinto, nel giro di sette giorni, che ci fanno un grande onore a prenderci, che senza di loro moriremo poveri, che si deve salir di corsa su un pullman lanciato non si sa bene verso dove, che alla fine di cinquanta anni di storia radicale andando con Veltroni si vince, restando con Pannella si perde tutto. Ci si vuole illudere che Veltroni ci salverà.
Possiamo disperderci, più che scioglierci, possiamo offrire al pd un non molto probabile ministro e nove deputati, oltre allo scampato, per lui, pericolo di una lista con Emma Bonino premier. Una Lista Bonino, invece, collegata a Veltroni premier, avrebbe forse levato qualche voto al Pd ma ne avrebbe portati alla coalizione,questo fa pensare anche che Veltroni non voglia vincere ma voglia rafforzare il suo partito, e ci stia trascinando in una fascinazione colletiva repentina dritti al naufragio, mentre altri radicali saranno nominati da altri partiti. Possiamo regalare a tutti le idee e le opere di ingegno, possiamo lasciare che lo stesso Veltroni che non vuole Pannella e D’Elia si faccia vanto della moratoria, quella vera, quella nostra, e ci unisca illudendosi di dividerci. Yes, we can! Ci viene detto che non c’è alternativa, che l’alternativa dopo l’alternanza non c’è, che non c’è altra alternativa. Che una lista radicale sarebbe mera testimonianza; mera.
Non c’è alternativa.
Subiamo il ricatto.
Chiniamo il capo.
Io, che sono una disubbidiente civile, ubbidisco. Ma invito i miei dirigenti a stringere la trattativa, a vigilare con determinazione e longimiranza su tutti gli aspetti dell’accordo, tutelando con buonsenso puntiglioso, testardo e caparbio, gli interessi del Partito, quello con la P maiuscola.
Arrivederci e grazie.

18 febbraio 2008

multa morte obbligato


da segnalare: qualcuno è arrivato qui cercando su google

MULTA

MORTE

OBBLIGATO

questa associazione d'idee, sintetica, popolare, vera, mi sembra degna di nota e invito tutti i gentili lettori a dedicarLe qualche minuto di riflessione

multa morte obbligato

14 febbraio 2008

la pagina su Il Riformista









Un urgente e caldo appello a tutte le personalità democratiche, laico liberal-socialiste
questo appello è pubblicato su Il Riformista di oggi, in una pagina a pagamento
Roma, 14 febbraio 2008

Siamo in attesa delle proposte di Walter Veltroni, che ora ci annuncia che ci giungerebbero solamente lunedì prossimo. Rivolgiamo quindi un urgente e caldo APPELLO
a tutte le personalità democratiche, laico liberal-socialiste a dichiarare di essere pronte ad accettare la candidatura (simbolica o piena) nella lista radicale con capolista Emma Bonino anche e soprattutto al fine di secondare l’accettazione di tale lista nella costituita coalizione fra Partito Democratico e Italia dei Valori, Veltroni e Di Pietro.
Il comportamento e le decisioni radicali saranno conseguenti all’esito di questo invito, gà nelle prossime ore.
Se più forti potremo meglio cercare di immaginare e realizzare tutti i compromessi che possano contribuire ad affermare il carattere modernamente democratico quindi aperto, anche laico socialista liberale e federalista, nonviolento, di universale religiosità umana, del PD e la sua vittoria politico-elettorale, a guida di una coerente coalizione che sia davvero “maggioritaria” e alternativa a quella dei “capaci (davvero; ma davvero!) di tutto”.___
PER ADESIONI E COMMENTI:
email: segreteria.roma@radicali.it, info@radicali.it, pannella@radicali.it
Fax: 06.68805396 • Tel: (09.00-21.00) 06.689791, 06.6826

3 febbraio 2008

Roma, 3 febbraio 2008

PANNELLA: LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA E AL PRESIDENTE DEL SENATO “INCARICATO”




Signor Presidente della Repubblica, Signor Presidente del Senato “incaricato”,
temiamo di non comprendere. Ma cosa accade? Cos’è tutta questa fretta “oggettiva” che manifestamente si vuole imporre alle Vostre funzioni e alla Vostra immagine, amputando la realtà istituzionale e politica delle sue componenti maggiori?
Dapprima una esasperata e spesso democraticamente scorretta e irresponsabile offensiva contro la stessa legittimità dei risultati elettorali e del Governo poi costituito; in seguito – più politicamente – la falsificazione continua sull’opera del Governo e della maggioranza, che coraggiosamente hanno scelto la via dell’impopolarità per invertire il corso antipopolare della politica elettoralmente condannata dal Paese.
Siamo così giunti alla “crisi” dovuta alla meritoria parlamentarizzazione della torbida e confusa situazione nella quale il Senato della Repubblica, inchiodato ad una non definitiva sua costituzione e ad una non definitiva proclamazione del suo Plenum, ha provocato un episodio nelle forme e nella sostanza indecorose. Questo in una situazione della camera alta che personalità come Giuliano Vassalli denunciano essere estranea all’ordinamento costituzionale: “Contra Costitutionem”. Da superare, evidentemente, al più presto.
In queste condizioni appare all’opinione pubblica ed a noi stessi una sorta di “fretta”, animata da una campagna populista, letteralmente di stampo sfascista–fascista. Si è insomma scatenata una psicosi al grido, alle urla: “Al voto! Scioglimento del Parlamento o…” contro il manifesto successo politico-istituzionale e politico-parlamentare del Governo, applaudito letteralmente – ed in termini inconsueti – dall’Unione europea, dopo esser stato convalidato dal voto delle Camere, con l’approvazione della Finanziaria, su quel progetto detto “Protocollo sul Welfare”, proposto dal Governo e sottoscritto da tutte le parti sociali. Un progetto che ha realizzato una inedita novità storica che nemmeno il Referendum sulla Scala Mobile aveva compiuto: quello - cioè - dell’unità sindacale, sia dei lavoratori che degli imprenditori, plebiscitata dai 5 milioni di pensionati e dipendenti, con la disfatta delle organizzazioni conservatrici, comuniste e dintorni, che vi si opponevano e oppongono.
A noi , signori Presidenti, sembra chiaro che la ritrovata, pressoché isterica unità dell’opposizione su questo obiettivo è determinata da una constatazione che induce nelle componenti della ex Cdl la consapevolezza del manifestarsi con evidenza di una situazione istituzionale e politica forte e vincente.
Quale era, il 24 Gennaio, e qual è ora la situazione istituzionale e politica?
Ricapitoliamo: durante l’estate il Governo elabora un “protocollo”sociale sul welfare, e lo propone ai soggetti sociali dei lavoratori e degli imprenditori. Unanimemente i soggetti sociali lo sottoscrivono. Il governo si impegna di sottoporlo al voto necessario del Parlamento, anche con misure contenute nella legge Finanziaria. Dichiara altresì che tale protocollo dovrà essere votato o respinto nella sua sostanziale integrità. Da parte loro i maggiori sindacati sottopongono all’elettorato dei pensionati e dei dipendenti il “protocollo”, che viene sostanzialmente plebiscitato da 5 milioni di votanti, con la disfatta delle proposte delle organizzazioni conservatrici paleo-comuniste e dintorni che vigorosamente vi si opponevano e oppongono.
A questo punto Il Parlamento, votando nelle due Camere la Finanziaria e i provvedimenti convergenti, rende il “protocollo” programma non solamente del 2008, ma, manifestamente, di buona parte della legislatura. Nel mese di gennaio, all’avvio dell’esecuzione di quanto così deliberato intervengono la competente autorità della Commisione Europea e ulteriori dati che vedono il programma di Governo rafforzato da un imprevisto ulteriore apporto di risorse finanziarie da parte dei contribuenti.
Fondo Monetario Internazionale, Unione Europea, il Governatore della Banca d’Italia, concordemente ammoniscono che occorre proseguire, rafforzare, correggere anche, affrontando con più coraggio ed energia e rapidità la riduzione del debito pubblico e la contrazione della spesa corrente, contemporaneamente e in tal modo affrontando l’urgenza morale, politica, economica dell’intervento contro l’immiserimento rapido in corso, contro la miseria che si è aggravata per i già miseri e che incombe per parte grande del ceto medio. La Politica del Governo, della maggioranza, a ciò era ed è già volta, ma ostacolata, impedita dal conservatorismo comunista, rifondato, confermato, o parassitato dai suoi dintorni. Da quelli interni, certo. Ma ancor più da quel conservatorismo che ha impedito al Governo Berlusconi, ed alla sua straforte numerica maggioranza, di muoversi altro che in una direzione opposta, antiliberale, antiliberista, corporativista, dissipatrice del bene pubblico, antiriformatrice. Se il Governo Berlusconi si fosse trovato a finire la sua opera alla fine del secondo anno, e non del quinto anno (come indica, prescrive, tranne eccezioni, la Costituzione) non ci sarebbe stato il recupero dell’opera di Biagi, e il tentativo, ugualmente abortito della Maroni…
Cari Presidenti,
nella storia della Repubblica quasi mai si sono sciolte le Camere con operazioni lampo, alla Rommel. Ha rilievo costituzionale, o anticostituzionale privilegiare, come sembrerebbe farsi in questa occasione, richieste e frettolosità di parte contro il patente interesse primario, democratico e da Stato di Diritto, di sostegno prudente e sereno alla politica deliberata e in corso di attuazione da parte di Parlamento e Governo. Sciogliere oggi, dopo qualche giorno di presa d’atto della violenza e della fretta (forse disperata anche se iattante) liquidatorie, significa mettere al centro dell’avvenire del Paese l’”immenso”, pressoché ridicolo problema che si riduce al quesito: porcello si, porcello no (ben più sì che no, tra l’altro).
Una ultima osservazione: non ha un qualche rilievo il fatto, il misfatto che RAISET, e il monopartitismo oligarchico e antidemocratico sempre meno imperfetto che esprime, non abbia consentito un solo dibattito, una sola possibilità di espressione alla incessante denuncia pubblica fatta da noi Radicali sin dall’agosto 2007, dello scioglimento delle Camere come obiettivo di dissipazione letteralmente folle, irresponsabile di un supremo bene costituzionale, democratico, di semplice diligenza da buon padre di famiglia, sottolineando che probabilmente sarebbe stata necessaria e ragionevole una nuova maggioranza, amplissima, ma davvero riformatrice, come alternativa?
Davvero, Signori Presidenti, l’attuazione di un progetto di valore – forse addirittura storico – quale il ‘Protocollo’ proposto dal Governo, sottoscritto da tutte le forze sociali, con il sostegno pubblico di 5 milioni di lavoratori, convalidato ora, poche settimane dopo esser stato adottato come Legge dalle due Camere, con il voto della Finanziaria, mentre l’Ue, con un intervento assolutamente anomalo, sente di dover esortare il nostro Paese a sostenere e rafforzare la politica di Prodi, Padoa Schioppa, di Bersani e di Visco, dai Ichino a Monti, Boeri e Giavazzi, ma davvero, Signori Presidenti, in quattro e quattr’otto si mandano a casa Parlamento e Governo, si obbedisce ad una “attualità” drogata e non obiettiva, così come si mantengono invece Consigli e Presidenti - che so io? – campani, lucani, calabri e siculi?
Certo, così l’Italia non avrà, dopo 13 anni, nemmeno la proposta Frattini, i conflitti di interessi, la riforma Gentiloni, i Dico e tutte le riforme civili. E si ripartirà da sotto zero questa volta. E, matematicamente, si spera, una volte per tutte, senza i Radicali… Oh Dura Lex :-)) Signori Presidenti!
Con… osservanza,
Marco Pannella