23 gennaio 2011

Galeoni pirati e balle di canapa

"22 gennaio 2011, c.s.o.a. Forte Prenestino e Cannapioneri Uniti presentano la 4^ coppa Italia antiproibizionista".
L' invito che mi è arrivato, ad intervenire in una pubblica discussione intorno alla canapa, in nome della Associazione per la sensibilizzazione sulla canapa in Italia autoprodotta (ASCIA), alla quale ho aderito e partecipato alla fondazione, è stato, per l' Associazione radicale antiproibizionista (@.r.a.), che rappresento, un bel momento di aggregazione politica. Da tempo una voce radicale non si sentiva in questi ambienti e il dialogo è stato reso possibile anche dal fatto che i coltivatori di canapa rappresentano la fascia più nonviolenta della sinistra estrema.


 Nel corso della serata si sono conosciute decine di persone interessate alla canapa sotto diversi aspetti: terapeutico, ludico, spirituale, industriale, artigianale, ambientale, economico, artistico, proponendo e considerando possibilità di iniziative, raccolte firme, disobbedienze civili, manifestazioni, organizzazione sul territorio ecc.
Forte Prenestino è un galeone pirata, un non luogo con pregi e difetti evidenti e profondi; un luogo onirico con anfratti, taverne, sale, stalle, sotterranei, musica, uso psichedelico di luci e colori, odore di canapa che impregna i muri.
L'organizzazione ha offerto a me e a Luisa Simeone una cena con il personale delle cucine; con Alessia Bellotto abbiamo bevuto del vino nella vineria, e prima e durante e dopo gli interventi ci siamo sparpagliate parecchio.
Di canapa ce ne era tanta, tanta. Autoprodotta ma anche comprata, con un ragionevole giro di distribuzione organizzato.
E' più che evidente, considerando l'architettura del Forte, che mai a nessun amministratore locale per quanto scriteriato verrà in mente di mandare uomini e cani a controllare le attività che si svolgono, per esempio, nella sala denominata "Antiproibizionisti 365 giorni l'anno"; sarebbe un tale clamoroso autogol da auspicare!



Sono intervenuta su canapa e libera coltivazione domestica, in apertura di "Stupefacente Marijuana", discussioni intorno alla canapa. Non ho approfittato e mi sono espressa, per questa prima volta, in 5 minuti, sulla attualità, in ambito antiproibizionista, della battaglia per la libera coltivazione domestica e sulla necessità di unire le forze antiproibizioniste su questo obiettivo.
Non ho assistito alla premiazione, che si è svolta presumibilmente durante la notte, perchè mi sono addormentata prima. :)
Sono stata bene accetta, come radicale, e come radicale ritengo un buon risultato di questa apertura, oltre alle numerose idee concrete di iniziativa politica, il fatto che ciò che i radicali antiproibizionisti scrivono sul blog dell' @.r.a. ha dall' inizio dell'anno una platea potenziale non più di centinaia al massimo, ma di decine di migliaia di lettori, attraverso i link inseriti dagli altri fondatori. Questo non risolve certo il nodo dell'informazione, che di antiproibizionismo non si occupa mai, ma migliora la facoltà di mobilitazione e di attrazione.
Claudia Sterzi

19 gennaio 2011

Le serate del premier, roba che neanche un pecoraio ...

Lasciamo perdere la morale, che non è roba mia, lasciamo perdere pure l'etica, che non ha una definizione certa; gli italiani hanno già sopportato millenni di tirannie, e ne hanno viste di tutte, da Nerone a Caligola, dai Papi avvelenatori e incestuosi fino agli ultimi scandali.
Ma un po' di stile si potrebbe pretendere, almeno; già qualche tempo fa abbiamo dovuto leggere le avvilenti parole di un regale personaggio, Vittorio Emanuele: "Ho un quarto d'ora e voglio andare a puttane ...", che mai avremmo voluto leggere. Un re non ha un quarto d'ora e vuole andare a puttane, questa è roba da camionisti, con tutto il rispetto per i camionisti; un re si prende del tempo, il luogo, le persone, per allietarsi e rilassarsi come meglio crede, ma deve al popolo che lo mantiene un po' di eleganza, un po' di fantasia, un po' di buon esempio anche nelle ricreazioni.
Ora poi, con la descrizione delle serate di Berlusconi, siamo al trash moovie, all'avanspettacolo di bassa lega, alla tristezza fatta orgia, banale, senza stile alcuno. Banali i travestimenti (infermiere e poliziotte), banali le parole, i gesti; uno scimmiottamento di Lando Buzzanca, come dice una testimone, "il Bagaglino, ma peggio". Si pensa con nostalgia a Clinton, pragmatico ed efficiente, e alle sue veloci dimissioni per non essere stato sincero; che popolo, che legge!
Se l'Italia e gli italiani, poi, sono divisi tra chi pensa, o dice, "Beato lui", e chi pensa, o dice "Che schifo", tutti sono concordi su un punto: il disprezzo, l'offesa, lo sdegno, verso Karima, che ormai ha perso pure il diritto al suo nome. Non c'è un briciolo di umana comprensione verso questa ragazza che oggi è diciottenne, ma fu una bimba che a 10 anni viveva nelle case famiglie (casualità, casa famiglia di padre Eligio Gelmini, fratello di, ecc.), che a 13 anni incontra Emilio Fede, che la porta da Lele Mora, destino non proprio fortunato, a quella età, che a 16 è già inserita in feste e festini, che dice al telefono "Noemi? Lei è la pupilla, io il culo", frase di una tristezza sconvolgente. Trattata come alcuni pecorai trattano le pecore, escluso che le pecore non vengono travestite da poliziotte; tutte le pecore del Presidente.