19 gennaio 2011

Le serate del premier, roba che neanche un pecoraio ...

Lasciamo perdere la morale, che non è roba mia, lasciamo perdere pure l'etica, che non ha una definizione certa; gli italiani hanno già sopportato millenni di tirannie, e ne hanno viste di tutte, da Nerone a Caligola, dai Papi avvelenatori e incestuosi fino agli ultimi scandali.
Ma un po' di stile si potrebbe pretendere, almeno; già qualche tempo fa abbiamo dovuto leggere le avvilenti parole di un regale personaggio, Vittorio Emanuele: "Ho un quarto d'ora e voglio andare a puttane ...", che mai avremmo voluto leggere. Un re non ha un quarto d'ora e vuole andare a puttane, questa è roba da camionisti, con tutto il rispetto per i camionisti; un re si prende del tempo, il luogo, le persone, per allietarsi e rilassarsi come meglio crede, ma deve al popolo che lo mantiene un po' di eleganza, un po' di fantasia, un po' di buon esempio anche nelle ricreazioni.
Ora poi, con la descrizione delle serate di Berlusconi, siamo al trash moovie, all'avanspettacolo di bassa lega, alla tristezza fatta orgia, banale, senza stile alcuno. Banali i travestimenti (infermiere e poliziotte), banali le parole, i gesti; uno scimmiottamento di Lando Buzzanca, come dice una testimone, "il Bagaglino, ma peggio". Si pensa con nostalgia a Clinton, pragmatico ed efficiente, e alle sue veloci dimissioni per non essere stato sincero; che popolo, che legge!
Se l'Italia e gli italiani, poi, sono divisi tra chi pensa, o dice, "Beato lui", e chi pensa, o dice "Che schifo", tutti sono concordi su un punto: il disprezzo, l'offesa, lo sdegno, verso Karima, che ormai ha perso pure il diritto al suo nome. Non c'è un briciolo di umana comprensione verso questa ragazza che oggi è diciottenne, ma fu una bimba che a 10 anni viveva nelle case famiglie (casualità, casa famiglia di padre Eligio Gelmini, fratello di, ecc.), che a 13 anni incontra Emilio Fede, che la porta da Lele Mora, destino non proprio fortunato, a quella età, che a 16 è già inserita in feste e festini, che dice al telefono "Noemi? Lei è la pupilla, io il culo", frase di una tristezza sconvolgente. Trattata come alcuni pecorai trattano le pecore, escluso che le pecore non vengono travestite da poliziotte; tutte le pecore del Presidente.

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