"Battles Without Honour and Humanity"; uno pensa a Quentin, cioè, uno, uno che abbia un po' a cuore cinema e colonne sonore - invece no, perchè l'arte è fatta anche di citazioni e controcitazioni, ed ecco che prima di Quentin viene Fukasaku, Kinji. E si parte dalla nascita della Yakuza, per poi, da lì, estendere il pensiero a tante trame e tante sottotrame.
Senza onore e senza umanità, cioè disonorevoli e disumane, una tendenza che sta tornando di gran moda, dopo qualche secolo di pensiero positivo che ha visto lievitare concetti come democrazia e nonviolenza non per sentimentalismo né per barbara illusione, ma come strade maestre per un migliore benessere per tutti.
Se il punto di vista rimane limitato, se ci si fa portare dalla piena e dalla giornata presente, il cuore si spaura e l'agitazione prende il sopravvento; ci si inginocchia di fronte a chi non è all'altezza, si soffrono le pene troglodite della gelosia e della mancanza, non si vede una via di uscita e accade anche che la morte appaia come una liberazione da catene troppo pesanti da portare.
La liberazione, invece, ed ancora, arriva da un gesto elevato, da un raggio di luce, dall'osservazione di se stessi in relazione agli altri, del presente in relazione al passato, dalla memoria e dalla contemplazione; non è un fatto di volontà, bensì di amore, nel suo primitivo significato di energia cosmica che tutto tiene. Dalle nuvole si osserva la vita umana scorrere e si ride mentre l'angoscia di ieri sbiadisce; un grande miracolo che può essere ripetuto ogni giorno.