30 giugno 2009

LE CINQUE GIORNATE DI CHIANCIANO

Sarebbe molto più saggio dormirci sopra, ma pure la saggezza sarebbe in questo caso un peccato.
Il venerdì è stato il giorno dei Verdi. Il fu arcipelago verde è spezzato e frammentato, percorso da correnti contrapposte e da interessi particolari; la sua crisi data dagli anni '80 e a differenza di altre realtà europee non riesce a trovare temi di aggregazione; sicuramente un serbatoio di consensi e di possibili vere innovazioni sottostimato e trattato, in Italia, da pellaio. Forse la ricchezza ambientale italiana, così come quella ad esempio museale e artistica, fa sì che non si attribuisca valore concreto, economico, ad una risorsa che per gli italiani non è, ancora, limitata; il dibattito rimane superficiale e ci si prende gioco, in Italia, di reati ambientali molto gravi che, quelli sì, sono in assoluta contraddizione con qualunque dinamica di sviluppo o di crescita.

La platea è partecipata ed attenta, le presenze superano le previsioni e i numeri delle Chianciano passate, molte persone nuove; un intervento di Marco Pannella di più di due ore, un compendio di argomenti radicali dedicato più agli ospiti che ai compagni, che infatti seguono con una distrazione inconsueta. Si intreccia alla sfilata degli ospiti il dibattito interno sollevato dalle relazioni iniziali.

Trascorre la notte, e l'alba è una delle più belle che la storia della Valdichiana e della Valdorcia insieme ricordino, questo, essendo toscana, lo posso affermare e garantire.

Il sabato dell' assemblea degli autoconvocati si apre con una mattina di interventi politici, dove dai Verdi si sfuma verso i socialisti e la sinistra tutta; la quale sinistra non ha più bisogno di attributi, estrema, massimalista, o del furto di attributo radicale, perchè non si deve più distinguere da nessuna altra sinistra. Il PD non si può più, onestamente, definire di sinistra.

Del pomeriggio l'evento centrale è costituito dallo sbarco dei fagiolini e delle fagioline, la claque entusiasta del Dottor Fagioli, che riescono a seguire l'intervento mostrando di comprenderlo, mentre agli altri riesce del tutto incomprensibile, non tanto nei concetti, proprio non si capisce una parola; ma può essere che lo stesso effetto faccia Pannella ai fagiolini. L' innesto è interessante e va seguito in senso sia diacronico che sincronico.

Nella giornata domenicale il passaggio fra l'assemblea autoconvocata, aperta dalla relazione sulla giustizia e sulle carceri italiane di Rita Bernardini, e il Comitato nazionale, è veicolato dalla conversazione settimanale Pannella Bordin reintegrata, straordinariamente, alla forma ordinaria.

Si cambia la scenografia, la sala davvero gremita nei tre giorni di assemblea si intasa di un doppio ferro di cavallo di tavoli e poltroncine, e le relazioni iniziali, aggravate da un intervento apocalittico di Emma Bonino, sono tali da poter indurre un forte stato di depressione nei pochi comitanti. Viene annunciato un classico al lupo al lupo sulle finanze radicali, non ben definito nè consolidato, un allarme senza speranza alcuna che può prefigurare soluzioni estreme ed affrettate; a differenza di altre volte simili, però, le corde del Comitato non rispondono al grido, e gli interventi bellamente si concentrano sui risultati elettorali, sulla attualità politica, sulle realtà locali. La politica radicale è ben viva, e talmente abituata ad essere autonoma da finanziamenti che difficoltà che farebbero impiccare altri sono acqua fresca per i militanti. La situazione inconsueta, di un Comitato che prolunga una assemblea, con le difficoltà logistiche che questo comporta, facilita un numero limitato e selezionato di presenti.

Il martedì mattina, dopo una notte di convivio che mi ha ricordato la notte di Bruxelles dove ho visto per l'ultima volta Maurizio Provenza, è devastante per quei pochi resistenti indomiti che sono durati nella presenza dal venerdì in tarda mattinata. Chianciano comincia ad uscire anche dalle orecchie, la convivenza forzata pesa e prima di pranzo una buona mozione che investe il Senato del Prt della responsabilità del suo federato, Radicali Italiani, viene approvata all'unanimità. Compresi nel prezzo, un nuovo testo giallo sull' uninominale classica pannelliana(una risposta alla letterina di Fini), sacrosanta mobilitazione d'agosto nella baraccopoli dei carceri italiani ed impegno sulle riforme economiche.

Il pranzo finale evidenzia, se ce ne fosse stato bisogno, come la nozione di regime infame incontri resistenze anche all'interno radicale, restando i singoli individui legati ad appartenenze antropologiche che fanno considerare un infame regime di destra e uno di sinistra, con una lettura più critica verso l'uno o verso l'altro a seconda dei casi.

Buona notte

Claudia


2 giugno 2009

Torre Argentina / Politica 2009

A qualcosa è servito.
Stanotte è iniziato uno sciopero della fame e della sete collettivo per il diritto dei cittadini ad una informazione libera e corretta; nella tarda mattinata si è convocata una riunione operativa della dirigenza radicale dove Marco Pannella ha spiegato a tutti quello che dovevano dire e poi se ne è andato a mangiare, che è quello che volevamo tutti.
Lo sciopero della sete iniziato da poche ore comporta i sintomi del calo di caffeina, che è cosa che i politici radicali non conoscono; infatti durante gli scioperi della fame radicali la mattina il caffè si prende.
Per fortuna i sondaggi dimostrano che la Lista Pannella Bonino c'è e la sua crescita continua; la lista radicale si nutre di comunisti disperati, liberali afflitti, moderati distrutti. Più la teoria di oppressi, carcerati, tossici, prostitute, immigrati, donne, povere e poveri, tutta gente che a votare ancora non si sa se ci andrà.
Il regime con i suoi giochetti squallidi è venuto a noia anche a se stesso, per giochetti squallidi non intendo certo i divertimenti privati ma le truffe e gli imbrogli elettorali con i quali in queste ore tentano di dividersi il bottino mentre questo gli sfugge dalle mani.
In Torre Argentina una dirigente deputata dorme con la testa reclinata sulla tastiera del computer; un senatore e un giornalista un po' stralunati commentano le attualità politiche e ingannano così facendo il tempo del digiuno. 14 ore.
13.40 Emma Bonino e Marco Beltrandi occupano la RAI.