“Alchimie contemporanee”, un percorso d’arte tra arcaicismo e attualità.
Una mostra, due artiste; dal 7 al 12 dicembre, in Via del Pellegrino 79, a Roma, sono in mostra le opere di due artiste, Anna Cardone e Lucia Nicolai, una pittrice e una scultrice.
L’allestimento mescola le opere dando risalto a ciò che in comune hanno queste due donne: una sensibilità spiccata per i temi naturali, una manualità eccellente, un ritorno ad argomenti cari alle avanguardie degli anni ’60, quale l’uso di materiali poveri, l’arte del riciclo, l’assemblaggio.
Anna Cardone lavora su tela, curando anche le cornici, in legno riciclato e lavorato da lei stessa; colpiscono le belle rappresentazioni del corpo femminile, dove il movimento e il colore creano passi di danza e fissano momenti di un percorso di genere che spazia dal primitivo alla raffinatezza, dimostrando sensibilità e un multiforme ingegno di artista. In altre opere si coglie un richiamo alla pop art con l’uso di materiali di recupero inseriti a vario titolo nelle tele, dando loro risalto e volume.
Lucia Nicolai opera principalmente con Siporex, ciò che lei chiama “pezzi di muro”, frutto di una ricerca sui materiali avanzati all’edilizia; questo cemento soffiato, recuperato nei cantieri, leggero e poroso, simile alla pomice, si presta ad una lavorazione morbida e carica di energia; con il Siporex Lucia crea figure arcaiche, misteriose, archetipi umani armoniosi e significativi, che trasmettono tranquillità e una certa pienezza di vita interiore che traspare nei volumi.
Non è cosa facile accostare artisti diversi, ma l’operazione è in questo caso ben riuscita, e le tele e le sculture si completano l’una con l’altra in un allestimento ben curato nei particolari e ben accolto nella “cave” del locale in Via del Pellegrino.
In tempi nei quali sentiamo dire che “l’arte non si mangia” è un sollievo vedere persone che dedicano il loro tempo e investono le loro energie in un discorso sull’arte che va al di là della semplice espressione personale, ma tenta un discorso più allargato sui pregi e sui difetti della modernità.
Un ringraziamento particolare va a Isabella Antonelli, curatrice della mostra, dal titolo azzeccato, “Alchimie contemporanee”. Il suo sensibile lavoro di costruzione dell’evento ha dato come risultato una serata inaugurativa piacevole e per niente superficiale, cosa rara di questi tempi.
In queste giornate invernali, tra una corsa e un giro di shopping, vale certamente la pena andare a dare un’occhiata alla mostra, una vera oasi di arte e di profondità.
Claudia Sterzi