25 aprile 2008
Reato di agricoltura?
Corte di Cassazione: è reato la coltivazione domestica di cannabis
Roma, 24 aprile 2008
La Cassazione "ha mantenuto una giurisprudenza molto negativa". Così Rita Bernardini, leader di Radicali italiani e neo eletta alla Camera nella fila del Pd, commenta la pronuncia della Suprema Corte secondo cui la coltivazione domestica di piante di cannabis è sempre reato.
"La nostra risposta di Radicali, non da soli speriamo - aggiunge Bernardini - la daremo nei prossimi giorni a Chianciano con l'Assemblea dei Mille lanciando l'iniziativa di una forte associazione antiproibizionista che continui a praticare l'informazione e la ricerca, in particolare sulla cannabis". "In quella sede - conclude la segretaria dei Radicali - rilanceremo la pratica della nonviolenza e della disobbedienza civile contro i crimini della politica e degli spacciatori".
Droga, Perduca: Cassazione in linea con la Fini-Giovanardi e prossimo governo
Roma, 24 aprile 2008
Dichiarazione di Marco Perduca, Segretario della Lega Internazionale Antiproibizionista e eletto radicale al Senato col Partito Democrato
La sentenza della Cassazione conferma l'impianto ultra-proibizionista della legge "Fini-Giovanardi" che arriva a penalizzare anche comportamenti che non ledono libertà o prerogative di altri che non siano la morale da stato etico tradotta in legge dal Governo Berlusconi nel febbraio 2006. Con queste premesse è chiaro che nella XVI legislatura il Popolo della Libertà non potrà che aggravare ulteriormente i fallimenti del "controllo delle droghe" con politiche sempre più repressive anche in onore delle necessità di promozione di leggi emergenziali per garantire la sicurezza in Italia. Questa reazione va contrastata con la nonviolenza gandhiana, ma anche col ricorso alle esperienze positive di altri paesi e sulla totale mancanza di argomenti scientifici dei dogmi proibizionisti. Nei prossimi mesi pubblicheremo alcuni studi e analisi sui dati dei fallimenti degli ultimi decenni relativamente al "controllo delle droghe".
Cannabis, Associazione Luca Coscioni: la Cassazione consegna i malati nelle mani della criminalità organizzata
24 aprile 2008
Dichiarazione di Alessandro Capriccioli e Josè De Falco, membri di Giunta dell'Associazione Luca Coscioni
La Sentenza di oggi, con cui la Cassazione ha fatto prevalere una interpretazione
restrittiva della legge sulla autoproduzione della cannabis, non è soltanto laconferma del clima proibizionista che regna nel nostro paese, ma arreca anche un grave danno a tutti i malati che potrebbero beneficiare degli effetti terapeutici della cannabis naturale, e saranno costretti a rinunciarvi, o alternativamente a rivolgersi alla criminalità organizzata.Si tratta dell'ennesima conferma del fatto che il proibizionismo, specie quando applicato al campo della salute, non ha altro effetto che quello di alimentare l'illegalità, limitando nel contempo le possibilità di cura di migliaia di persone che soffrono di gravi patologie.Su Soccorso Civile, il portale dei diritti dell'Associazione Luca Coscioni
(www.soccorsocivile.it), sono disponibili tutte le informazioni sugli effetti
terapeutici della cannabis, e le esperienze concrete di chi, dovendosi misurare congravi patologie,continua ad essere penalizzato da leggi proibizioniste che ne
limitano la libertà di scelta e di cura.
24 / 04 / 2008 BELLA MANIFESTAZIONE, BRUTTA SENTENZA
I supremi Giudici, a corti riunite, hanno rigettato le sentenze precedenti
e hanno stabilito, in piena sintonia con la linea politica espressa
dagli ultimi risultati elettorali, che il proibizionismo in Italia non ha fatto
abbastanza danni. E' secondo loro opportuno persistere e perdurare
in un'ottica punitiva e coercitiva che entri nel privato degli individui
censurando un fatto totalmente privato e privo di ogni conseguenza
sugli interessi dei terzi, quale la coltivazione domestica di una pianta,
la canapa, che vedeva l'Italia, agli inizi del Novecento,
seconda nazione nel mondo, dopo la Russia, per la produzione.
Di canapismo non è mai morto nessuno, anzi la canapa, in ogni sua varietà,
ha dimostrato proprietà terapeutiche avanzate, oltre a una gamma di usi
varia ed inconsueta.
Non è più tollerabile una simile follia legislativa; gli effetti che essa produce
sono controproducenti e dannosi; se si può discutere sulle modalità di legalizzazione delle droghe, non è possibile permettere la demonizzazione di un atto innocuo e personale come la coltivazione di una qualsiasi pianta sul proprio balcone o giardino.
La coltivazione domestica libera potrebbe costituire una prima conversione
da un sistema proibizionista ad uno liberale, a rischio minimo e nel rispetto dei
diritti personali.
Rinnovo l'invito a Chianciano il 2,3 e 4 maggio per l'Assemblea dei Mille e
per la costituzione dell' Associazione radicale antiproibizionista
Claudia Sterzi
Roma, 24 aprile 2008
La Cassazione "ha mantenuto una giurisprudenza molto negativa". Così Rita Bernardini, leader di Radicali italiani e neo eletta alla Camera nella fila del Pd, commenta la pronuncia della Suprema Corte secondo cui la coltivazione domestica di piante di cannabis è sempre reato.
"La nostra risposta di Radicali, non da soli speriamo - aggiunge Bernardini - la daremo nei prossimi giorni a Chianciano con l'Assemblea dei Mille lanciando l'iniziativa di una forte associazione antiproibizionista che continui a praticare l'informazione e la ricerca, in particolare sulla cannabis". "In quella sede - conclude la segretaria dei Radicali - rilanceremo la pratica della nonviolenza e della disobbedienza civile contro i crimini della politica e degli spacciatori".
Droga, Perduca: Cassazione in linea con la Fini-Giovanardi e prossimo governo
Roma, 24 aprile 2008
Dichiarazione di Marco Perduca, Segretario della Lega Internazionale Antiproibizionista e eletto radicale al Senato col Partito Democrato
La sentenza della Cassazione conferma l'impianto ultra-proibizionista della legge "Fini-Giovanardi" che arriva a penalizzare anche comportamenti che non ledono libertà o prerogative di altri che non siano la morale da stato etico tradotta in legge dal Governo Berlusconi nel febbraio 2006. Con queste premesse è chiaro che nella XVI legislatura il Popolo della Libertà non potrà che aggravare ulteriormente i fallimenti del "controllo delle droghe" con politiche sempre più repressive anche in onore delle necessità di promozione di leggi emergenziali per garantire la sicurezza in Italia. Questa reazione va contrastata con la nonviolenza gandhiana, ma anche col ricorso alle esperienze positive di altri paesi e sulla totale mancanza di argomenti scientifici dei dogmi proibizionisti. Nei prossimi mesi pubblicheremo alcuni studi e analisi sui dati dei fallimenti degli ultimi decenni relativamente al "controllo delle droghe".
Cannabis, Associazione Luca Coscioni: la Cassazione consegna i malati nelle mani della criminalità organizzata
24 aprile 2008
Dichiarazione di Alessandro Capriccioli e Josè De Falco, membri di Giunta dell'Associazione Luca Coscioni
La Sentenza di oggi, con cui la Cassazione ha fatto prevalere una interpretazione
restrittiva della legge sulla autoproduzione della cannabis, non è soltanto laconferma del clima proibizionista che regna nel nostro paese, ma arreca anche un grave danno a tutti i malati che potrebbero beneficiare degli effetti terapeutici della cannabis naturale, e saranno costretti a rinunciarvi, o alternativamente a rivolgersi alla criminalità organizzata.Si tratta dell'ennesima conferma del fatto che il proibizionismo, specie quando applicato al campo della salute, non ha altro effetto che quello di alimentare l'illegalità, limitando nel contempo le possibilità di cura di migliaia di persone che soffrono di gravi patologie.Su Soccorso Civile, il portale dei diritti dell'Associazione Luca Coscioni
(www.soccorsocivile.it), sono disponibili tutte le informazioni sugli effetti
terapeutici della cannabis, e le esperienze concrete di chi, dovendosi misurare congravi patologie,continua ad essere penalizzato da leggi proibizioniste che ne
limitano la libertà di scelta e di cura.
24 / 04 / 2008 BELLA MANIFESTAZIONE, BRUTTA SENTENZA
I supremi Giudici, a corti riunite, hanno rigettato le sentenze precedenti
e hanno stabilito, in piena sintonia con la linea politica espressa
dagli ultimi risultati elettorali, che il proibizionismo in Italia non ha fatto
abbastanza danni. E' secondo loro opportuno persistere e perdurare
in un'ottica punitiva e coercitiva che entri nel privato degli individui
censurando un fatto totalmente privato e privo di ogni conseguenza
sugli interessi dei terzi, quale la coltivazione domestica di una pianta,
la canapa, che vedeva l'Italia, agli inizi del Novecento,
seconda nazione nel mondo, dopo la Russia, per la produzione.
Di canapismo non è mai morto nessuno, anzi la canapa, in ogni sua varietà,
ha dimostrato proprietà terapeutiche avanzate, oltre a una gamma di usi
varia ed inconsueta.
Non è più tollerabile una simile follia legislativa; gli effetti che essa produce
sono controproducenti e dannosi; se si può discutere sulle modalità di legalizzazione delle droghe, non è possibile permettere la demonizzazione di un atto innocuo e personale come la coltivazione di una qualsiasi pianta sul proprio balcone o giardino.
La coltivazione domestica libera potrebbe costituire una prima conversione
da un sistema proibizionista ad uno liberale, a rischio minimo e nel rispetto dei
diritti personali.
Rinnovo l'invito a Chianciano il 2,3 e 4 maggio per l'Assemblea dei Mille e
per la costituzione dell' Associazione radicale antiproibizionista
Claudia Sterzi
23 aprile 2008
INTERVENTO NON LETTO IN DIREZIONE DEL 19 APRILE 2008
I nostri nove candidati radicali, che dovevano essere certi ed invece sono stati fino all’ultimo incerti, sono tutti risultati eletti grazie soltanto all’imprevisto costituito dalla repentina scomparsa dei socialisti di Boselli, verdi di Pecoraro e comunisti di Bertinotti; inoltre gli accordi con il PD prevedevano anche, se non ho capito male, una parte economica sulla quale attendo notizie e una parte che riguardava il 10% degli spazi televisivi, che non ho visto rispettata. Questo per dire che tutta l’azione portata avanti per il rispetto della parola data aveva tutte le ragioni di essere e le ha ancora.
Se poi si considera che la battaglia per il rispetto della parola e del diritto internazionale si è inserita nel satyagraha mondiale 2008 per il rispetto dei diritti del popolo cinese e di quello tibetano, per la pace, la legalità e per la democrazia, oltre che per l’ingresso di Israele e Turchia nell’Unione Europea, vediamo come non siamo altro che all’inizio della strada, e che il percorso che resta da compiere è ancora molto lungo.
I risultati del voto sono quelli che sono: Berlusconi ha vinto grazie al 10% della Lega, che per me non risulta affatto misterioso anzi piuttosto scontato e annunciato. Infatti basta vivere in mezzo al popolo quotidiano, al popolo cosiddetto spicciolo, per conoscere il livello di insofferenza che è stato generato in Italia rispetto alle problematiche che l’immigrazione pone. Non è, come è stato affermato ieri, un problema di non volere gli extracomunitari al nostro fianco, nei ristoranti, nei cinema o in qualunque altro luogo; il popolo italiano è invece assai generoso e poco razzista. Il problema è la solitudine totale nella quale la gente comune si trova ad affrontare tutte le conseguenze che la convivenza comporta. Fin troppo facile, per una forza politica, cavalcare lo scontento, la paura, il senso di ingiustizia che politiche irresponsabili e superficiali hanno creato e sostenuto.
Non votano solo gli imprenditori, gli uomini politici, i laureati; votano tutti, votano milioni di persone che malgoverno e colpevole carenza democratica hanno tenuto e tengono nell’ignoranza politica più completa. Esiste una Italia che gran parte della classe dirigente e politica non conosce e non considera; un’ italia di giovani e meno giovani che si alzano quando va bene alle sette di mattina e lavorano le loro otto e spesso nove ore al giorno rincorrendo la rata del mutuo, la bolletta in scadenza, in lotta ogni giorno per qualche decina di euro. Quando sento parlare dei “nostri giovani”, dei “nostri figli”, che sono bamboccioni, che non si adattano ad accettare i lavori che vengono loro proposti, che stanno in casa fino a trenta anni e oltre mantenuti dai genitori, mi chiedo se chi ne parla sa che sta in realtà parlando dei suoi figli, dei figli di una classe privilegiata. I miei figli, e con loro milioni di giovani, lavorano da quando hanno sedici anni, si adattano a tutto, sono autonomi nonostante le emormi difficoltà che incontrano, se stanno in casa con i genitori contribuiscono in modo tangibile alle spese, e lavorano tutti i giorni e tutto il giorno spesso per trovarsi gli ultimi giorni del mese a non avere i soldi per mettere la benzina per andare a lavorare.
Guardano alla politica come ad un oggetto misterioso che macina milioni di euro senza produrre un granchè. Se non si riesce a raggiungerli e a comunicarci non ci sarà da stupirsi dell’aumento dell’astensionismo da una parte e della deriva destrorsa e leghista dell’elettorato dall’altra.
Già molti decenni fa nei suoi studi Reich e non solo lui individuava nel connubio tra sofferenza economica e integralismo fanatico sui temi oggi chiamati eticamente sensibili una spinta determinante nell’affermarsi di regimi autoritari e di ideologie sfasciste; questo si collega al discorso sulle politiche neonataliste e sulla cosiddetta bomba demografica.
Ma guardiamo al futuro, e alle prossime scadenze: i nostri nove deputati sono una risorsa e una occasione; sono una percentuale piccola o piccolissima nel Parlamento italiano, ma sono anche quella famosa e famigerata pattuglia di radicali testardi che può fare molto all’interno delle istituzioni e del Pd; abbiamo qualche anno di lavoro davanti, insieme a loro, perché sta anche a noi compagni che in parlamento non siamo incoraggiarli e chieder loro conto puntualmente del lavoro svolto. In questo senso saranno importanti le linee di azione politica che usciranno da Chianciano rispetto ai temi ambientali ed economici; possiamo considerare la nostra presenza, unita alla scomparsa, per ora, di quella sinistra che voleva rubarci anche il nome, come una occasione di forte rilancio delle posizioni radicali, là dove esistono..
Per me, in particolare, l’effettivo ingresso in Parlamento di Rita Bernardini, con il suo record di disobbedienze civili, rappresenta un raggiungimento e, insieme a Donatella Poretti e a Marco Perduca una garanzia per la lotta antiproibizionista radicale.
A questo proposito concludo ricordando a tutti che il 24 aprile, giovedì, è convocata una manifestazione qui a Roma alla Corte di Cassazione dove si decide su due sentenze assolutamente contradditorie in tema di coltivazione domestica di marjuana.
La dichiarazione di Rita Bernardini, nell’ultimo comunicato, là dove dice: “. . . in attesa di una profonda riforma della legge sugli stupefacenti, così come modificata dal duo Fini-Giovanardi, e di un'iniziativa per la quale ci faremo virus nel PD . . . “ mi conforta, perché so che questa è una promessa che sarà mantenuta.
Vorrei quindi che tutti gli organi dirigenti radicali partecipassero a questa manifestazione così come auspico e promuovo l’apertura di uno spazio sui temi antiproibizionisti a Chianciano, nel corso dell’Assemblea dei mille.
Claudia Sterzi
Se poi si considera che la battaglia per il rispetto della parola e del diritto internazionale si è inserita nel satyagraha mondiale 2008 per il rispetto dei diritti del popolo cinese e di quello tibetano, per la pace, la legalità e per la democrazia, oltre che per l’ingresso di Israele e Turchia nell’Unione Europea, vediamo come non siamo altro che all’inizio della strada, e che il percorso che resta da compiere è ancora molto lungo.
I risultati del voto sono quelli che sono: Berlusconi ha vinto grazie al 10% della Lega, che per me non risulta affatto misterioso anzi piuttosto scontato e annunciato. Infatti basta vivere in mezzo al popolo quotidiano, al popolo cosiddetto spicciolo, per conoscere il livello di insofferenza che è stato generato in Italia rispetto alle problematiche che l’immigrazione pone. Non è, come è stato affermato ieri, un problema di non volere gli extracomunitari al nostro fianco, nei ristoranti, nei cinema o in qualunque altro luogo; il popolo italiano è invece assai generoso e poco razzista. Il problema è la solitudine totale nella quale la gente comune si trova ad affrontare tutte le conseguenze che la convivenza comporta. Fin troppo facile, per una forza politica, cavalcare lo scontento, la paura, il senso di ingiustizia che politiche irresponsabili e superficiali hanno creato e sostenuto.
Non votano solo gli imprenditori, gli uomini politici, i laureati; votano tutti, votano milioni di persone che malgoverno e colpevole carenza democratica hanno tenuto e tengono nell’ignoranza politica più completa. Esiste una Italia che gran parte della classe dirigente e politica non conosce e non considera; un’ italia di giovani e meno giovani che si alzano quando va bene alle sette di mattina e lavorano le loro otto e spesso nove ore al giorno rincorrendo la rata del mutuo, la bolletta in scadenza, in lotta ogni giorno per qualche decina di euro. Quando sento parlare dei “nostri giovani”, dei “nostri figli”, che sono bamboccioni, che non si adattano ad accettare i lavori che vengono loro proposti, che stanno in casa fino a trenta anni e oltre mantenuti dai genitori, mi chiedo se chi ne parla sa che sta in realtà parlando dei suoi figli, dei figli di una classe privilegiata. I miei figli, e con loro milioni di giovani, lavorano da quando hanno sedici anni, si adattano a tutto, sono autonomi nonostante le emormi difficoltà che incontrano, se stanno in casa con i genitori contribuiscono in modo tangibile alle spese, e lavorano tutti i giorni e tutto il giorno spesso per trovarsi gli ultimi giorni del mese a non avere i soldi per mettere la benzina per andare a lavorare.
Guardano alla politica come ad un oggetto misterioso che macina milioni di euro senza produrre un granchè. Se non si riesce a raggiungerli e a comunicarci non ci sarà da stupirsi dell’aumento dell’astensionismo da una parte e della deriva destrorsa e leghista dell’elettorato dall’altra.
Già molti decenni fa nei suoi studi Reich e non solo lui individuava nel connubio tra sofferenza economica e integralismo fanatico sui temi oggi chiamati eticamente sensibili una spinta determinante nell’affermarsi di regimi autoritari e di ideologie sfasciste; questo si collega al discorso sulle politiche neonataliste e sulla cosiddetta bomba demografica.
Ma guardiamo al futuro, e alle prossime scadenze: i nostri nove deputati sono una risorsa e una occasione; sono una percentuale piccola o piccolissima nel Parlamento italiano, ma sono anche quella famosa e famigerata pattuglia di radicali testardi che può fare molto all’interno delle istituzioni e del Pd; abbiamo qualche anno di lavoro davanti, insieme a loro, perché sta anche a noi compagni che in parlamento non siamo incoraggiarli e chieder loro conto puntualmente del lavoro svolto. In questo senso saranno importanti le linee di azione politica che usciranno da Chianciano rispetto ai temi ambientali ed economici; possiamo considerare la nostra presenza, unita alla scomparsa, per ora, di quella sinistra che voleva rubarci anche il nome, come una occasione di forte rilancio delle posizioni radicali, là dove esistono..
Per me, in particolare, l’effettivo ingresso in Parlamento di Rita Bernardini, con il suo record di disobbedienze civili, rappresenta un raggiungimento e, insieme a Donatella Poretti e a Marco Perduca una garanzia per la lotta antiproibizionista radicale.
A questo proposito concludo ricordando a tutti che il 24 aprile, giovedì, è convocata una manifestazione qui a Roma alla Corte di Cassazione dove si decide su due sentenze assolutamente contradditorie in tema di coltivazione domestica di marjuana.
La dichiarazione di Rita Bernardini, nell’ultimo comunicato, là dove dice: “. . . in attesa di una profonda riforma della legge sugli stupefacenti, così come modificata dal duo Fini-Giovanardi, e di un'iniziativa per la quale ci faremo virus nel PD . . . “ mi conforta, perché so che questa è una promessa che sarà mantenuta.
Vorrei quindi che tutti gli organi dirigenti radicali partecipassero a questa manifestazione così come auspico e promuovo l’apertura di uno spazio sui temi antiproibizionisti a Chianciano, nel corso dell’Assemblea dei mille.
Claudia Sterzi
11 aprile 2008
I RADICALI E LA SEDE RAI – continua . . .
Io sono una cittadina semplice, e neanche di serie A. Petruccioli lo avevo solo sentito nominare, o al massimo visto in televisione; sì, avevo letto le sue dichiarazioni offensive e non molto intelligenti al tempo delle iniziative per la moratoria universale delle esecuzioni capitali, altro bell’episodio di disinformazione Rai, ma non avevo mai avuto il destro di vederlo dal vivo e di trovarmi tanto vicina a lui da essere colpita da un suo sputacchio nel corso della vergognosa esibizione che ha messo in atto oggi davanti al suo palazzo.
Un tempo la classe dirigente sarà anche stata corrotta e crudele, ma perlomeno aveva il senso e l’educazione della sua appartenenza; questo cafone rivestito viene da noi pagato, attraverso il canone e non solo, per portare in giro la sua stazza di arroganza e di ignoranza e danneggiare con la sua stessa presenza l’immagine già insoddisfacente del servizio pubblico radiotelevisivo italiano.
Il Petruccioli era evidentemente terrorizzato all’idea di lasciar entrare Sergio Stanzani, Rita Bernardini, Marco Beltrandi e Matteo Mecacci all’interno del palazzo di Viale Mazzini; i quattro pericolosi sovversivi avrebbero potuto rinnovare per la terza volta l’occupazione dei suoi preziosi saloni e salette, esporre alle finestre le loro indecenti bandiere colorate, nuocere al decoro plumbeo e rarefatto dell’edificio.
Quel decoro carismatico che il suo corpaccione kafkiano si portava dietro oggi, quando preceduto da Malesani e da una mezza dozzina di poliziotti armati si è piegato a scendere sulla strada per “ricevere” la delegazione radicale, pur di non farla entrare.
Se mai ho visto un uomo che sembrasse un démone questo è il Presidente Rai: rosso in volto, alterato, sputacchiante, urlava a donne e anziani, offendeva, sparava parolacce come un trippaio, incurante dei microfoni e delle cineprese, dimostrando una abitudine al comando becero e alla violenza gratuita.
Ha avuto la faccia di affermare che le nomine della Rai non le fanno i partiti, che la Carta dei servizi è pienamente rispettata e che comunque fino a che lui sta sulla sua poltrona ha fatto, fa e farà come diavolo gli pare. Se non ci piace, che ci si impegni a farlo andar via.
Gli è andata bene che noi siamo radicali; del resto, è proprio perché lo siamo che è sceso in strada; ha pure detto che era sceso lui a “riceverci” perché era più democratico, se andava a dire le stesse cose con lo stesso tono in mezzo al popolo lo facevano a pezzi.
“Sei un cafone” gli ha detto Sergio Stanzani, anche Rita Bernardini si è difesa assai bene, con interventi di Matteo Mecacci, Gaetano Dentamaro, Donatella Poretti. Ma alla fine l’omone, con un diavolo per capello, ha terminato l’incontro andandosene con il suo codazzo di poliziotti e zerbini. Alla faccia dei diritti umani e del diritto all’informazione.
Un tempo la classe dirigente sarà anche stata corrotta e crudele, ma perlomeno aveva il senso e l’educazione della sua appartenenza; questo cafone rivestito viene da noi pagato, attraverso il canone e non solo, per portare in giro la sua stazza di arroganza e di ignoranza e danneggiare con la sua stessa presenza l’immagine già insoddisfacente del servizio pubblico radiotelevisivo italiano.
Il Petruccioli era evidentemente terrorizzato all’idea di lasciar entrare Sergio Stanzani, Rita Bernardini, Marco Beltrandi e Matteo Mecacci all’interno del palazzo di Viale Mazzini; i quattro pericolosi sovversivi avrebbero potuto rinnovare per la terza volta l’occupazione dei suoi preziosi saloni e salette, esporre alle finestre le loro indecenti bandiere colorate, nuocere al decoro plumbeo e rarefatto dell’edificio.
Quel decoro carismatico che il suo corpaccione kafkiano si portava dietro oggi, quando preceduto da Malesani e da una mezza dozzina di poliziotti armati si è piegato a scendere sulla strada per “ricevere” la delegazione radicale, pur di non farla entrare.
Se mai ho visto un uomo che sembrasse un démone questo è il Presidente Rai: rosso in volto, alterato, sputacchiante, urlava a donne e anziani, offendeva, sparava parolacce come un trippaio, incurante dei microfoni e delle cineprese, dimostrando una abitudine al comando becero e alla violenza gratuita.
Ha avuto la faccia di affermare che le nomine della Rai non le fanno i partiti, che la Carta dei servizi è pienamente rispettata e che comunque fino a che lui sta sulla sua poltrona ha fatto, fa e farà come diavolo gli pare. Se non ci piace, che ci si impegni a farlo andar via.
Gli è andata bene che noi siamo radicali; del resto, è proprio perché lo siamo che è sceso in strada; ha pure detto che era sceso lui a “riceverci” perché era più democratico, se andava a dire le stesse cose con lo stesso tono in mezzo al popolo lo facevano a pezzi.
“Sei un cafone” gli ha detto Sergio Stanzani, anche Rita Bernardini si è difesa assai bene, con interventi di Matteo Mecacci, Gaetano Dentamaro, Donatella Poretti. Ma alla fine l’omone, con un diavolo per capello, ha terminato l’incontro andandosene con il suo codazzo di poliziotti e zerbini. Alla faccia dei diritti umani e del diritto all’informazione.