I nostri nove candidati radicali, che dovevano essere certi ed invece sono stati fino all’ultimo incerti, sono tutti risultati eletti grazie soltanto all’imprevisto costituito dalla repentina scomparsa dei socialisti di Boselli, verdi di Pecoraro e comunisti di Bertinotti; inoltre gli accordi con il PD prevedevano anche, se non ho capito male, una parte economica sulla quale attendo notizie e una parte che riguardava il 10% degli spazi televisivi, che non ho visto rispettata. Questo per dire che tutta l’azione portata avanti per il rispetto della parola data aveva tutte le ragioni di essere e le ha ancora.
Se poi si considera che la battaglia per il rispetto della parola e del diritto internazionale si è inserita nel satyagraha mondiale 2008 per il rispetto dei diritti del popolo cinese e di quello tibetano, per la pace, la legalità e per la democrazia, oltre che per l’ingresso di Israele e Turchia nell’Unione Europea, vediamo come non siamo altro che all’inizio della strada, e che il percorso che resta da compiere è ancora molto lungo.
I risultati del voto sono quelli che sono: Berlusconi ha vinto grazie al 10% della Lega, che per me non risulta affatto misterioso anzi piuttosto scontato e annunciato. Infatti basta vivere in mezzo al popolo quotidiano, al popolo cosiddetto spicciolo, per conoscere il livello di insofferenza che è stato generato in Italia rispetto alle problematiche che l’immigrazione pone. Non è, come è stato affermato ieri, un problema di non volere gli extracomunitari al nostro fianco, nei ristoranti, nei cinema o in qualunque altro luogo; il popolo italiano è invece assai generoso e poco razzista. Il problema è la solitudine totale nella quale la gente comune si trova ad affrontare tutte le conseguenze che la convivenza comporta. Fin troppo facile, per una forza politica, cavalcare lo scontento, la paura, il senso di ingiustizia che politiche irresponsabili e superficiali hanno creato e sostenuto.
Non votano solo gli imprenditori, gli uomini politici, i laureati; votano tutti, votano milioni di persone che malgoverno e colpevole carenza democratica hanno tenuto e tengono nell’ignoranza politica più completa. Esiste una Italia che gran parte della classe dirigente e politica non conosce e non considera; un’ italia di giovani e meno giovani che si alzano quando va bene alle sette di mattina e lavorano le loro otto e spesso nove ore al giorno rincorrendo la rata del mutuo, la bolletta in scadenza, in lotta ogni giorno per qualche decina di euro. Quando sento parlare dei “nostri giovani”, dei “nostri figli”, che sono bamboccioni, che non si adattano ad accettare i lavori che vengono loro proposti, che stanno in casa fino a trenta anni e oltre mantenuti dai genitori, mi chiedo se chi ne parla sa che sta in realtà parlando dei suoi figli, dei figli di una classe privilegiata. I miei figli, e con loro milioni di giovani, lavorano da quando hanno sedici anni, si adattano a tutto, sono autonomi nonostante le emormi difficoltà che incontrano, se stanno in casa con i genitori contribuiscono in modo tangibile alle spese, e lavorano tutti i giorni e tutto il giorno spesso per trovarsi gli ultimi giorni del mese a non avere i soldi per mettere la benzina per andare a lavorare.
Guardano alla politica come ad un oggetto misterioso che macina milioni di euro senza produrre un granchè. Se non si riesce a raggiungerli e a comunicarci non ci sarà da stupirsi dell’aumento dell’astensionismo da una parte e della deriva destrorsa e leghista dell’elettorato dall’altra.
Già molti decenni fa nei suoi studi Reich e non solo lui individuava nel connubio tra sofferenza economica e integralismo fanatico sui temi oggi chiamati eticamente sensibili una spinta determinante nell’affermarsi di regimi autoritari e di ideologie sfasciste; questo si collega al discorso sulle politiche neonataliste e sulla cosiddetta bomba demografica.
Ma guardiamo al futuro, e alle prossime scadenze: i nostri nove deputati sono una risorsa e una occasione; sono una percentuale piccola o piccolissima nel Parlamento italiano, ma sono anche quella famosa e famigerata pattuglia di radicali testardi che può fare molto all’interno delle istituzioni e del Pd; abbiamo qualche anno di lavoro davanti, insieme a loro, perché sta anche a noi compagni che in parlamento non siamo incoraggiarli e chieder loro conto puntualmente del lavoro svolto. In questo senso saranno importanti le linee di azione politica che usciranno da Chianciano rispetto ai temi ambientali ed economici; possiamo considerare la nostra presenza, unita alla scomparsa, per ora, di quella sinistra che voleva rubarci anche il nome, come una occasione di forte rilancio delle posizioni radicali, là dove esistono..
Per me, in particolare, l’effettivo ingresso in Parlamento di Rita Bernardini, con il suo record di disobbedienze civili, rappresenta un raggiungimento e, insieme a Donatella Poretti e a Marco Perduca una garanzia per la lotta antiproibizionista radicale.
A questo proposito concludo ricordando a tutti che il 24 aprile, giovedì, è convocata una manifestazione qui a Roma alla Corte di Cassazione dove si decide su due sentenze assolutamente contradditorie in tema di coltivazione domestica di marjuana.
La dichiarazione di Rita Bernardini, nell’ultimo comunicato, là dove dice: “. . . in attesa di una profonda riforma della legge sugli stupefacenti, così come modificata dal duo Fini-Giovanardi, e di un'iniziativa per la quale ci faremo virus nel PD . . . “ mi conforta, perché so che questa è una promessa che sarà mantenuta.
Vorrei quindi che tutti gli organi dirigenti radicali partecipassero a questa manifestazione così come auspico e promuovo l’apertura di uno spazio sui temi antiproibizionisti a Chianciano, nel corso dell’Assemblea dei mille.
Claudia Sterzi
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