L'inchino peggio eseguito della storia della Marina italiana
Il reato di Schettino è stato quello di aver posto in
atto l'inchino peggio eseguito della storia
della Marina italiana; di aver diretto e provocato: la nottata tragica sugli scogli del Giglio, il
naufragio della nave passeggeri di
maggior tonnellaggio mai
naufragata della storia, alla prima tappa della crociera "Profumo d'agrumi", con 4229 persone
a bordo; la morte di una trentina di persone accertate e una
bomba ecologica in zona protetta. E da
questo non si esce.
Una popolarità in negativo difficilmente raggiunta
Tutto il resto è ridicolo, il dialogo con Falco, le riprese
di lui che scende a terra, è lui non è lui, il computer trafugato, tutto
il contorno irrilevante al batticuore che dalla carcassa nella notte saliva nei
social media, alla paura per quel
mare faticosamente ripristinato e conservato, con i suoi scogli di granito, le
cave di pomice, i campi di alghe brulicanti di vite, i tanti pensieri che si sono concentrati all'alba sul
gigante inclinato sull'arena. Chissà che cosa avrebbe dovuto fare, sostenere
come novello Sisifo le 114.500 tonnellate della Costa Concordia, colare a picco,
giocare a Capitani Coraggiosi, così come tutta Italia, sentendosi migliore, proclamava, nel ludibrio generale, nella gogna che lo ho
travolto, ma non lo ha piegato. Schettino è stato uno sfogatoio collettivo di enorme efficacia mediatica: digitando
Schettino su google si ha un numero di risultati doppio a quello di Gasparri o
di Finocchiaro, in politica, e la metà di Domenico Modugno; una popolarità in
negativo difficilmente raggiunta, considerando che supera Pacciani risultandone cinque volte
più conosciuto.
Francesco Schettino porta su di sé le macchie del medio uomo italiano
Non ne è uscito distrutto,
ha cercato di sopravvivere, è andato al mare, inseguito dai fotografi, ha
ballato, ha bevuto; questo lo ha reso ancora più inviso, ed è stato anche
maledetto.
Come ogni capro espiatorio
che si rispetti, Francesco Schettino porta su di sé le macchie del medio uomo
italiano, vigliacchino, frivolo, malignetto; in bilico tra
il cinico e il sentimentalone, una parodia con citazioni da Fantozzi, Sordi, Verdone e Buzzanca, perso
dietro alle gonnelle, più superficiale che cattivo, il che è pure peggio. Riconoscerlo,
e riconoscersi, non farebbe altro che bene.
Un milione di euro
A questo si aggiunge che la responsabilità del
reato non è del solo Schettino, perché qualcuno lo ha ritenuto idoneo a quel
ruolo, gli ha affidato una macchina potenzialmente pericolosissima, lo ha
formato alle procedure di comando e di inchini, ha chiuso occhi bocca orecchie per
anni. Primi, i padroni del vapore, gli armatori, le società che li rappresentano,
i responsabili legali nominati; secondi, i padroni del territorio, gli
amministratori politici, coloro che sono stipendiati dal popolo per svolgere funzione
anche di tutela e di controllo sul bene pubblico, oltre che di predazione.
Gli unici illeciti contestati
alla Costa Crociere S.p.A sono stati di natura amministrativa e la pena
patteggiata è stata di un milione di euro; nessuno ha ritenuto dover procedere
con i responsabili politici e gli amministratori locali.
Siamo tutti Schettino
La responsabilità
risultando divisa in tre, considerato che le accuse penali si sono riversate
sul solo Schettino e vari altri gradi della catena di comando, fino al timoniere indonesiano della Concordia
Jacob Rusli Bin (irreperibile); considerata la totale assenza di sanzioni per
tutte le autorità di garanzia del territorio della costa e arcipelago toscano,
responsabili di un terzo di quei danni; considerato che gli armatori se la sono
cavata con un danno economico, pur essendo responsabili di un terzo di quei
morti, e di quella bomba; ne risulta che Schettino ha già pagato molto, e
durante il dovuto processo penale sarebbe profittevole smetterla di vituperarlo. Ci addita la
strada attraverso la quale gli italiani possono continuare a far festa, andare
a puttane, abbronzarsi, in attesa che un giudice terreno o divino li faccia
sentire finalmente i vermi che sono :) Siamo tutti Schettino.
Nota: il mio rehab di Capitan Schettino si basa su elementi
di antropologia e sociologia, oltre che di costume; confesso che tra me e
i manuali di diritto si è creata una antipatia reciproca, e non
accampo nessun genere di pretesa giuridica.