3 dicembre 2014

Schettino non è brutto come lo si dipinge

L'inchino peggio eseguito della storia della Marina italiana

Il reato di Schettino è stato quello di aver posto in atto l'inchino peggio eseguito della storia della Marina italiana; di aver diretto e provocato: la nottata tragica sugli scogli del Giglio, il naufragio della nave passeggeri di maggior tonnellaggio mai naufragata della storia, alla prima tappa della crociera "Profumo d'agrumi", con 4229 persone a bordo; la morte di una trentina di persone accertate e una bomba ecologica in zona protetta. E da questo non si esce.



Una popolarità in negativo difficilmente raggiunta

Tutto il resto è ridicolo, il dialogo con Falco, le riprese di lui che scende a terra, è lui non è lui, il computer trafugato, tutto il contorno irrilevante al batticuore che dalla carcassa nella notte saliva nei social media, alla paura per quel mare faticosamente ripristinato e conservato, con i suoi scogli di granito, le cave di pomice, i campi di alghe brulicanti di vite, i tanti pensieri che si sono concentrati all'alba sul gigante inclinato sull'arena.  Chissà che cosa avrebbe dovuto fare, sostenere come novello Sisifo le 114.500 tonnellate della Costa Concordia, colare a picco, giocare a Capitani Coraggiosi, così come tutta Italia, sentendosi migliore, proclamava, nel ludibrio generale, nella gogna che lo ho travolto, ma non lo ha piegato. Schettino è stato uno sfogatoio collettivo di enorme efficacia mediatica: digitando Schettino su google si ha un numero di risultati doppio a quello di Gasparri o di Finocchiaro, in politica, e la metà di Domenico Modugno; una popolarità in negativo difficilmente raggiunta, considerando che supera  Pacciani risultandone cinque volte più conosciuto.

Francesco Schettino porta su di sé le macchie del medio uomo italiano

Non ne è uscito distrutto, ha cercato di sopravvivere, è andato al mare, inseguito dai fotografi, ha ballato, ha bevuto; questo lo ha reso ancora più inviso, ed è stato anche maledetto.
Come ogni capro espiatorio che si rispetti, Francesco Schettino porta su di sé le macchie del medio uomo italiano, vigliacchino, frivolo, malignetto; in bilico tra il cinico e il sentimentalone, una parodia con citazioni da Fantozzi, Sordi, Verdone e Buzzanca, perso dietro alle gonnelle, più superficiale che cattivo, il che è pure peggio. Riconoscerlo, e riconoscersi, non farebbe altro che bene.

Un milione di euro

A questo si aggiunge che la responsabilità del reato non è del solo Schettino, perché qualcuno lo ha ritenuto idoneo a quel ruolo, gli ha affidato una macchina potenzialmente pericolosissima, lo ha formato alle procedure di comando e di inchini, ha chiuso occhi bocca orecchie per anni. Primi, i padroni del vapore, gli armatori, le società che li rappresentano, i responsabili legali nominati; secondi, i padroni del territorio, gli amministratori politici, coloro che sono stipendiati dal popolo per svolgere funzione anche di tutela e di controllo sul bene pubblico, oltre che di predazione.
Gli unici illeciti contestati alla Costa Crociere S.p.A sono stati di natura amministrativa e la pena patteggiata è stata di un milione di euro; nessuno ha ritenuto dover procedere con i responsabili politici e gli amministratori locali.

Siamo tutti Schettino

La responsabilità risultando divisa in tre, considerato che le accuse penali si sono riversate sul solo Schettino e vari altri gradi della catena di comando, fino al timoniere indonesiano della Concordia Jacob Rusli Bin (irreperibile); considerata la totale assenza di sanzioni per tutte le autorità di garanzia del territorio della costa e arcipelago toscano, responsabili di un terzo di quei danni; considerato che gli armatori se la sono cavata con un danno economico, pur essendo responsabili di un terzo di quei morti, e di quella bomba; ne risulta che Schettino ha già pagato molto, e durante il dovuto processo penale sarebbe profittevole smetterla di vituperarlo. Ci addita la strada attraverso la quale gli italiani possono continuare a far festa, andare a puttane, abbronzarsi, in attesa che un giudice terreno o divino li faccia sentire finalmente i vermi che sono :) Siamo tutti Schettino.



Nota: il mio rehab di Capitan Schettino si basa su elementi di antropologia e sociologia, oltre che di costume; confesso che tra me e i manuali di diritto si è creata una antipatia reciproca, e non accampo nessun genere di pretesa giuridica. 

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