28 settembre 2007

DIRITTI DELLE DONNE ED EMANCIPAZIONE DEI POPOLI


Vedo scorrere in televisione le immagini che in questi giorni focalizzano la nostra attenzione lì, dove centinaia di monaci scalzi conducono una azione nonviolenta destinata alla repressione. Che cosa sappiamo della Birmania?
Non avevo mai notato un grande interesse per la Birmania; non ricordo notizie, informazioni, documentari; sono i birmani che sono riusciti a attrarre la nostra attenzione. Però un’ associazione mi frullava nel cervello, qualcosa che non riuscivo a mettere a fuoco, ma aveva a che fare con la crudeltà e con i diritti delle donne.
Poi mi sono ricordata, e ancora una volta ho compreso gli effetti miracolosi della rimozione sociale, perché certe cose è meglio scordarle.
Durante i due anni passati a studiare, per una tesi in sociologia dei processi culturali, il fenomeno delle mutilazioni genitali femminili, mi sono occupata, per una comparazione antropologica, di altre forme di violenza estrema sulle donne; gli esempi non mi sono mancati, dalle donne pakistane sfigurate con l’acido da mariti un po’ nervosi alle ragazze giordane bruciate vive da zii e cognati perché disonorate.
Fra ciò che si può perdonare a Mao Tze Dong ( o Tung come usava prima ) c’è certamente la incisiva eradicazione della mutilazione e deformazione dei piedi delle bambine, pratica durata per due millenni; la stessa cosa non si può dire del governo birmano, che ha trasformato le donne giraffa in una attrazione turistica e occasione di lavoro.
Le donne Padaung, Birmania, fino dai 5 anni vengono forzate all’ allungamento del collo a dismisura con l’ uso di una serie di magnifici anelli di ottone aggiunti con il passare degli anni, fino a 30 cm. di lunghezza e una dozzina di chili. La simpatica tradizione, descritta nei pieghevoli pubblicitari e nelle pagine web delle agenzie di viaggi, simboleggia l’assoluto dominio dell’ uomo sulla donna; un marito geloso e furibondo può segare e togliere gli anelli alla donna sospettata di adulterio, condannata a morte certa per soffocamento perché la trachea liberata dal sostegno artificiale non è più in grado di sostenere il peso e i muscoli del collo dopo tanti anni sono atrofizzati. Oggi è uno dei pochi lavori che una donna Padaung può fare: la donna giraffa per i turisti. Da tutto il mondo occidentale migliaia di viaggiatori non mancano di includere nei tour del sud est asiatico una visita nei villaggi Padaung dove migliaia di foto vengono scattate e riportate in patria per farle vedere agli amici.
Senza correre a facili e banali conclusioni, si può osservare che là dove i diritti delle donne sono calpestati vergognosamente nel silenzio di tutti il livello di violenza e autoritarismo è alto; non è un facile determinismo, ma un fatto sociale, che i diritti delle donne e dei minori e perché no? degli animali vanno insieme ai diritti umani in generale.
E’ inutile e controproducente rimuovere, nella falsa emancipazione occidentale, lo stato penoso dei diritti delle donne e dei bambini in gran parte del mondo. L’ indifferenza oltre a non aiutare nessuno genera mostri sociali, come questa giunta birmana che coperta da cina e russia concede a malapena e obtorto collo, è il caso di dire, l’ingresso a un inviato onu.

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