19 giugno 2015

CoSang - Nun me parlà 'e strada (Feat. Marracash & El Koyote)

Nun me parlà  'e strada ...

Strada e regime :)

"Perché il giudizio universale
non passa per le case
le case dove noi ci nascondiamo
bisogna ritornare nella strada
nella strada per conoscere chi siamo.

C'è solo la strada su cui puoi contare
la strada è l'unica salvezza.
C'è solo la voglia e il bisogno di uscire
di esporsi nella strada nella piazza.

Perché il giudizio universale
non passa per le case
in casa non si sentono le trombe
in casa ti allontani dalla vita
dalla lotta dal dolore e dalle bombe."



13 dicembre 2014

Madri e figli. Breve racconto triste.

Farmville1
Breve racconto triste

Confesso che gioco a Farmville; sì, a mesi alterni e senza fretta, anche io zappo carote, nutro gli animali, produco ciondoli portafortuna e quiche agli asparagi per comprare nuovi appezzamenti di terreno, visito i vicini, ecc.; nei primi tempi di trasferimento dalla campagna al centro di Roma, Farmville mi fu di grande aiuto per sopportare il calo dalla mia addiction ai campi, ai fieni e alla legna tagliata. Lo dico senza vergogna, nessuno mi può giudicare, ognuno è grullo a modo suo, come dicevo a un amico, uno che appena entra in casa accende la tv, in risposta alle sue osservazioni critiche la mia attività al computer; c'è chi si finisce dalle serie, io mi svago su Farmville, anche.

Fatta questa importante premessa, dovete sapere che in Farmville alberga un Nero con la barba, un tipo antipatico che coltiva tutto con una perfezione geometrica da manicomio; deve essere in combutta con i padroni, perché ogni tanto si ferma davanti alla fattoria e propone “affari” che il più delle volte sono fregature. Arriva, e, mellifluo mellifluo, mi dice che il mio primo amore si è trasferito in città, che vuole vedermi e sarebbe felice di darmi una mano nella fattoria. Non ci sono stata a pensare su, ci sono cascata a tonfo; accetto lo schiavo, gli do il soprannome del mio primo amore quello vero, e comincio a lavorare sulle mission che mi porteranno al primo appuntamento; sono curiosa come una scimmia, e così sentimentale che quasi mi batte il cuore mentre raccolgo frutta e insegno a potare al mio primo amore schiavo.

Ma nel giro di neanche una settimana, quando ancora le mission sono lontane da essere completate, zac, il maledetto Nero mi arriva con un bambino un culla, ce lo rifila e scompare.

Confesso: lo ho chiamato Sfortunato, gli ho fatto i capelli grigi, non appena è uscito dalla culla lo ho rinchiuso in magazzino, al buio e al freddo, e da lì non uscirà mai più.  

3 dicembre 2014

Schettino non è brutto come lo si dipinge

L'inchino peggio eseguito della storia della Marina italiana

Il reato di Schettino è stato quello di aver posto in atto l'inchino peggio eseguito della storia della Marina italiana; di aver diretto e provocato: la nottata tragica sugli scogli del Giglio, il naufragio della nave passeggeri di maggior tonnellaggio mai naufragata della storia, alla prima tappa della crociera "Profumo d'agrumi", con 4229 persone a bordo; la morte di una trentina di persone accertate e una bomba ecologica in zona protetta. E da questo non si esce.



Una popolarità in negativo difficilmente raggiunta

Tutto il resto è ridicolo, il dialogo con Falco, le riprese di lui che scende a terra, è lui non è lui, il computer trafugato, tutto il contorno irrilevante al batticuore che dalla carcassa nella notte saliva nei social media, alla paura per quel mare faticosamente ripristinato e conservato, con i suoi scogli di granito, le cave di pomice, i campi di alghe brulicanti di vite, i tanti pensieri che si sono concentrati all'alba sul gigante inclinato sull'arena.  Chissà che cosa avrebbe dovuto fare, sostenere come novello Sisifo le 114.500 tonnellate della Costa Concordia, colare a picco, giocare a Capitani Coraggiosi, così come tutta Italia, sentendosi migliore, proclamava, nel ludibrio generale, nella gogna che lo ho travolto, ma non lo ha piegato. Schettino è stato uno sfogatoio collettivo di enorme efficacia mediatica: digitando Schettino su google si ha un numero di risultati doppio a quello di Gasparri o di Finocchiaro, in politica, e la metà di Domenico Modugno; una popolarità in negativo difficilmente raggiunta, considerando che supera  Pacciani risultandone cinque volte più conosciuto.

Francesco Schettino porta su di sé le macchie del medio uomo italiano

Non ne è uscito distrutto, ha cercato di sopravvivere, è andato al mare, inseguito dai fotografi, ha ballato, ha bevuto; questo lo ha reso ancora più inviso, ed è stato anche maledetto.
Come ogni capro espiatorio che si rispetti, Francesco Schettino porta su di sé le macchie del medio uomo italiano, vigliacchino, frivolo, malignetto; in bilico tra il cinico e il sentimentalone, una parodia con citazioni da Fantozzi, Sordi, Verdone e Buzzanca, perso dietro alle gonnelle, più superficiale che cattivo, il che è pure peggio. Riconoscerlo, e riconoscersi, non farebbe altro che bene.

Un milione di euro

A questo si aggiunge che la responsabilità del reato non è del solo Schettino, perché qualcuno lo ha ritenuto idoneo a quel ruolo, gli ha affidato una macchina potenzialmente pericolosissima, lo ha formato alle procedure di comando e di inchini, ha chiuso occhi bocca orecchie per anni. Primi, i padroni del vapore, gli armatori, le società che li rappresentano, i responsabili legali nominati; secondi, i padroni del territorio, gli amministratori politici, coloro che sono stipendiati dal popolo per svolgere funzione anche di tutela e di controllo sul bene pubblico, oltre che di predazione.
Gli unici illeciti contestati alla Costa Crociere S.p.A sono stati di natura amministrativa e la pena patteggiata è stata di un milione di euro; nessuno ha ritenuto dover procedere con i responsabili politici e gli amministratori locali.

Siamo tutti Schettino

La responsabilità risultando divisa in tre, considerato che le accuse penali si sono riversate sul solo Schettino e vari altri gradi della catena di comando, fino al timoniere indonesiano della Concordia Jacob Rusli Bin (irreperibile); considerata la totale assenza di sanzioni per tutte le autorità di garanzia del territorio della costa e arcipelago toscano, responsabili di un terzo di quei danni; considerato che gli armatori se la sono cavata con un danno economico, pur essendo responsabili di un terzo di quei morti, e di quella bomba; ne risulta che Schettino ha già pagato molto, e durante il dovuto processo penale sarebbe profittevole smetterla di vituperarlo. Ci addita la strada attraverso la quale gli italiani possono continuare a far festa, andare a puttane, abbronzarsi, in attesa che un giudice terreno o divino li faccia sentire finalmente i vermi che sono :) Siamo tutti Schettino.



Nota: il mio rehab di Capitan Schettino si basa su elementi di antropologia e sociologia, oltre che di costume; confesso che tra me e i manuali di diritto si è creata una antipatia reciproca, e non accampo nessun genere di pretesa giuridica. 

4 luglio 2013

Ti saresti chiamato Luxury Personal Post


Magari sono due o tre anni che Uno non scrive più poesie, perchè si è piegato e forzato il cervello alle relazioni e agli interventi, e al pensiero razionale. Poi una notte di luglio, vuoi per il rumore della pioggia, vuoi perchè ha voluto dare un'occhiatina dentro se stesso, scaturisce come un filo di un bozzolo che si srotola una piccola poesia, nitida, neonata, come una pianta che germoglia in un angolo polveroso. Uno la scrive, certo, ahimé, non a mano, come sarebbe buon costume con la poesia, ma su un blog - e quando è finita, con la firma Victor Joseph, che è lo pseudonimo da poesie di Uno, ecco che si verifica un errore su Blogger, e, giustamente, giusto come la pioggia, giusto come la negazione della realtà, giusto come la rottura delle promesse, giusto come quel dannato di un sacripante di un dio che ha fatto andare tutto storto, l'errore fa sì che la poesia vada perduta per sempre. Amen.
Uno

15 aprile 2013

Roma città affranta


A volte si è fuori tempo, succede, stare al passo non è più una virtù, da così tanto tempo che anche io me ne dimentico. Così entro in un bar (non uno qualsiasi, il bar amico, quello dove ti conoscono e sanno più cose di te dei tuoi parenti) alla ricerca di un refrigerio alcolico da un dispiacere cercato. E pur essendo le ore 17, ordino un aperitivo very strong, che non è l'ora, e leggo il Messaggero, che ormai è quasi di ieri.
Il Messaggero, quotidiano romano da bar, informazione stracciata per il popolo, dalle prime tre pagine si apprende: che a Roma "vivono" circa 8000 senza tetto, e, fornendo assistenza alla metà (che poi vorrei vedere come) ovviamente ne rimangono 4000 in giro, il che disturba non certo le coscienze, ma gli alberghi vicini al sottopasso di Via Campania; che in una notte di controlli le forze dell'ordine hanno arrestato 59 tra spacciatori e ladri, e segnalato diverse decine di consumatori di stupefacenti in prefettura, per un totale di 500 grammi sequestrati fra pillole pasticche polveri e foglie, per una media di meno di 10 grammi a testa - con le tonnellate che entrano davvero un bel risultato - e i ladri, per dire, erano ladri di "gratta e vinci"; che presto le forze dell'ordine interverranno per sgombrare gli occupanti di "ben" 13 edifici. Di coloro che mandano i piccoli spacciatori allo sbaraglio, che intascano di rubo i soldi per i servizi pubblici, che occupano ville e appartamenti principeschi a prezzi risibili, non una parola, non avesse a turbarsi Alemanno, che già annuncia di avere la soluzione in tasca, con le sue meravigliose telecamere mobili che segnaleranno anche chi butta una cicca in terra.
Di tutto questo la mia personale sintesi, limitata, inautorevole e terra terra, è che la politica non è solo dove ha cenato l'Onorevole Tizio o che cosa ha scritto il Giudice Caio.

20 novembre 2012

La dama bianca

Uno spettro si aggira per il globo ...
bianca è la dama,
bianca la sua pelle,
bianca la bocca e bianchi i suoi capelli.

Gratti gli scandali e trovi la roba, bianca, polvere bianca
o le cariche dell’esercito coinvolte in accordi illeciti con i narcotrafficanti

o le banche sorprese a riciclare denaro derivato dal business degli stupefacenti illegali

o gli imprenditori transnazionali con import export di coca

o i traffici di medio basso livello nel mondo dei cosiddetti vip

o i ministri che sono anche re della droga che sono anche terroristi, così come in Asia, Africa, America latina in modo documentato, in Occidente chissà

o le compravendite di diritti umani che passano sotto gli “accordi internazionali per il controllo sulla droga e sul terrorismo”

o i ricatti sui consumi personali che molti politici subiscono in silenzio, dopo esser stati filmati in situazioni imbarazzanti

ecc.ecc.

un elefante trasparente sotto gli occhi di tutti

27 ottobre 2012

L'arte dell'agguato

Il cacciatore non è colui che riempie di urla tribali e di scoppi le domeniche mattine in campagna per ammazzare quattro fagiani rintontiti e lanciati un mese prima, e riparte alle una con la jeep per andare a pranzo perdendo sempre due o tre cani. Il cacciatore è colui che studia la preda, le sue abitudini, i suoi orari, il suo sentire, il suo odore; che sa essere dolce, astuto, paziente e, alla fine, ahimé, spietato. Cacciare è un'arte, ed è stata trasformata in una ignobile farsa.

5 ottobre 2012

Schiave e/o principesse

1974
Càpita. Ogni tanto mi sento discriminata in quanto donna, perchè ogni tanto avviene, davvero. Non è certo per la nudità delle ancelle moderne, esposta come merce; quello è un problema che riguarda anche gli uomini, e attiene più alla classe che al genere. E' per una visione del mondo, molto diffusa, che applica alle donne etichette, intepretazioni (maschili, quindi come minimo carenti di esperienza diretta), pregiudizi e giudizi.
Allora penso alle figlie delle case regnanti europee degli scorsi secoli; nonostante la loro ricchezza e agio venivano deportate in ostaggio di accordi commerciali a fare da mogli a perfetti sconosciuti, lasciando amicizie di infanzia, amori veri e vite intere senza appello; se questo esempio storico non basta, penso alle donne che oggi nel mondo vivono in società dove sono considerate al pari di una capra del gregge, e peggio, donne uccise, sfigurate, fatte a pezzi, per un sorriso o per una canzone.
Così, considerando che io anche stamani, come ogni giorno della mia vita, sono libera di esprimermi, muovermi, comportarmi come meglio credo (nel rispetto di leggi uguali per tutti), e che è mia la facoltà di decidere per la mia vita e per i miei beni, una cosa non da nulla, visto che le donne la hanno esercitata in ben pochi periodi storici e zone geografiche, non vedo proprio come potrei lamentarmi.
E ringrazio la teoria di donne che nel corso della storia ci ha portato a questo splendido esperimento, costato sangue e dolore inquantificabili, alle quali è bene rendere onore con pensieri e azioni che ne proseguano il cammino.

23 agosto 2012

La cortesia del bandito

Renato Vallanzasca al lavoro
Io sono stata viziata, da bambina, e non basta una vita a togliersi i vizi; mi piace, se posso, la mattina, sul tardi, mettermi a sedere in un bar e leggere il giornale locale. A Firenze era la Nazione, a Roma il Messaggero; tralasciando le eccezioni e gli altri luoghi, per non farla troppo lunga.
Oggi, sul Messaggero, c'è un articolo dedicato a Vallanzasca, che gode di alcune ore di permesso giornaliere per andare a lavorare, come commesso, in un paese sul lago di Iseo; intanto ho scoperto, se il Messaggero non mente, che il primo scontro con la giustizia lo ebbe a otto anni, quando liberò una tigre dalla gabbia dello zoo, e questo me lo ha reso ancor più simpatico.
Poi mi sono soffermata sui commenti della "gente", dal barista che gli serve il cappuccino ai vari abitanti del paese e clienti del negozio. "E' gentile" "Non l'avrei mai detto" "E' molto cortese".
Ecco, ma chi l'ha mai detto che un delinquente non sia gentile ed  educato? Come se lo immagina, la gente, il criminale? Puzzolente, ignorante e sgarbato?
No davvero, molto spesso i criminali sono persone squisite; e proprio in questo sta la loro forza.

20 agosto 2012

Fu vero stupro?

Todd Akin

Non si finisce mai di imparare; Todd Akin, candidato repubblicano al Senato americano, nel sostenere la sua contrarietà alla interruzione di gravidanza anche in caso di stupro, ci informa: "... da quel che mi dicono i medici, una gravidanza a causa di uno stupro è davvero rara ... se è un vero stupro, il corpo femminile ha modo di chiudersi del tutto".
Da questa delirante nozione discende che, se una gravidanza si verifica, non fu vero (legitimate) stupro. Non solo, ma si dà per acquisito che il corpo femminile abbia comportamenti istintivi, automatici, che si attiverebbero solo in caso di vero stupro; perchè se fossero volontari, non ci sarebbe bisogno di pillole anticoncezionali, basterebbe "chiudere tutto" e via, il gioco è fatto.
Chissà che medici frequenta Akin; accontentandosi di poco, in ogni caso, si può trovare conforto nel fatto che l'ignoranza più profonda non è solo dei politici italiani.

18 agosto 2012

Un dialogo tra sordi

Le mie belle bambine / agosto 2012
Il dibattito pubblico sulle droghe illegali sembra prendere il via, dopo false partenze e seppellimenti. Per ora, però, non si vede lume.
La criminalità organizzata vive e prospera con il proibizionismo, dicono i radicali, Roberto Saviano, Vasco Rossi, procuratori, magistrati, e via via;
La criminalità organizzata vive e prospera con i soldi dei consumatori, rispondono in coro Giovanardi Serpelloni, onorevoli e pretonzoli (e mafiosi).
E' un fatto di libertà, di diritto ai comportamenti privati, di sacrosanta liceità di fare i fatti propri in casa propria senza danneggiare nessuno, aggiungono i radicali, ecc.ecc.
Ah sì? E voi vorreste vendere la droga davanti agli asili? rispondono i 4 + 4 del DPA.
Si tratta di legalizzare, non di liberalizzare, insistono i radicali, ecc.ecc.
Incoscienti, libertini, sventati, pregheremo per voi. Amen. Replicano i proibizionisti del gruppo Lepanto.
Se si parla di iniziare a tentare strategie diverse, cominciando con piccoli semplici passi come la depenalizzazione della coltivazione della canapa per uso domestico, si viene redarguiti sui terribili danni cerebrali che la "canapa d'oggi", cioè il prodotto senza alcun controllo, affidato nelle mani di persone che scrupoli non se ne fanno, produce negli adolescenti.
E' ovvio che se un ragazzo di 14 anni si finisce dalle canne di white widow bene non gli fa; non importa che consumi per essere uno psicotico, lo è già. Ma gli studi sugli effetti che la cannabis ha sul cervello degli adolescenti, e dei topi adolescenti (sic), sono il pezzo forte di Serpelloni.
La libertà costa cara, ha detto oggi Vasco Rossi in uno dei suoi clippini.
Sì, molto cara, ma ne vale sempre la pena.
Il nemico che, come antiproibizionisti, abbiamo di fronte però non va sottovalutato; un impero che fattura più di ogni altro, insieme ai suoi mercati paralleli di armi e di esseri umani. Un impero che si basa sull' equilibrio tra proibizione e prezzi, che prospera nell'illegalità totale, tra corruzione, violenza, crudeltà di ogni genere.
Il contrario della parola libertà, in effetti, è la parola proibizione.
Viva la libertà.


17 agosto 2012

Morales, i Maya e la coca (cola)

La Bolivia mi sta facendo apprezzare il mio paese; ed Evo Morales, nonostante la sua sacrosanta azione in difesa del diritto dei boliviani andini a coltivarsi la coca negli orticelli domestici, e a masticarsela in pace, in quanto a populismo, proibizionismo e mancanza di laicità getta una buona luce sui satrapi nostrani.
Il presidente della Bolivia, l'altro giorno, in una conferenza stampa, ha annunciato (seriamente) di aver chiesto perdono alla vergine di Urkupiña, una madonna locale, per le offese dell'opposizione; "speriamo di essere ascoltati, specialmente sul tema della stabilità economica, quando c'è sicurezza economica, quando non manca il cibo, quando non manca l'energia, ci possono essere piccole rivendicazioni, ma il popolo sta tranquillo ... che la madre terra e la vergine di Urkupiña ci accompagnino", ha dichiarato.
Non contento di aver affidato la stabilità economica alle preghiere delle vergine, invece che ad azioni politiche e ragionate, Morales ha dato un colpo anche al "demonio", così almeno pare che consideri l'Occidente e l'America, come se fosse un ayatollah iraniano. Dal 21 dicembre, infatti, la coca cola verrà bandita dalla Bolivia, e "il ministro degli Esteri boliviano, David Choquehuanca, ha spiegato che il 21 dicembre è una data simbolica, perché è la fine del calendario maya che dunque segnerà la fine del capitalismo". la bevanda satanica verrà sostituita dall'autoctona mocochinchè, a base di succo di pesca.
Superstizione, autarchia, fanatismo. Da noi, nonostante le "Crociate del rosario" dei quattro gatti di Lepanto, che pregano da mesi per riconvertire gli antiproibizionisti, non siamo (ancora?) a questi punti.