17 maggio 2007

GIORNO TRENTUNO/2


Ah! Bambini miei, come volentieri vi metterei tutti a viversi l’esperienza di essere vomitati fuori da una motonave che barrisce come un elefante correndo su un ponte levatoio di ferro come marines con le valigette i computer ben stretti sul mare in tempesta che cerca di sbatacchiare la motonave sull’attracco e con un salto bagnato di salmastro volare nel tempo e atterrare su uno dei luoghi più in culo al mondo dell’Italia, dove mai automobile mise ruota e se anche è arrivata la corrente elettrica dal 2004 è pur sempre un posto dove i bambini non corrono rischi di malcostume, come recita il sito internet di Gaetano Merlino.
Antropologicamente uguali e diversi dagli indios delle montagne casentinesi, gli indios eoliani ginostresi godono di alcune caratteristiche particolari dovute al lungo permanere in poche decine di persone residenti stabilmente.
Dove ovviamente impera un capo mandamento che è insieme ufficiale comunale, referente poste, e, chissà?, incaricato alla sicurezza dal ministero degli interni, del quale non vi scrivo il nome. Baciamo le mani.
Sul ponte del traghetto con me correvano fra i barriti e gli urli dei comandanti tre pazzi tedeschi alternativi carichi di tatuaggi con quattro bambini piccoli che sono stati lanciati come sacchi di patate al di là dell’ ostacolo.
Molte persone che conosco, per il resto rispettabilissime, sarebbero cadute in preda ad attacchi di panico e sarebbero rimaste a bordo.
L’ultima volta che fui qui, 26 anni fa, non c’era neanche attracco; la nave fermava al largo e lì se il tempo lo permetteva giungeva dal porto più piccolo del mondo una barca a remi stile caronte nella quale ci si buttava da una scaletta di corda quando l’onda la portava su lungo il fianco della nave. Ma anche adesso arrivare non è per tutti. Quando la regione Sicilia ha istituito qui una riserva integrale naturale orientata ( al profitto loro ) non ha dovuto fare molta fatica, perché era già fatta, e la speculazione edilizia è resa impossibile dalle condizioni ambientali stesse. La maggior parte delle strade non è carrabile ma neanche asinabile, le piste per gli asini si limitano al centro abitato, oltre ci sono solo i piedi.
Come volentieri obbligherei i piccoli politici che crescono tutti a farsi un bel tirocinio di politica locale qui tra turismo, capperi e il locale sistema di satrapie.
Mi ha spiegato un filosofo isolano che siccome quelli che comandano sono figli di papà che non hanno il senso pratico della vita, per avere la corrente elettrica e altri benefici ha dovuto firmare un impegno a non uccidere i coniglietti selvatici che pure erano tanto buoni cucinati con le mandorle; se non fossi a digiuno organizzerei una disobbedienza civile di gruppo con solenne mangiata pubblica di coniglietti selvatici preventivamente annunciata alla questura .

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