2 giugno 2007

GIORNO 47/3

Radicali: dalle 13.30 di ieri occupata la sede Rai di Viale Mazzini
Censurati gli obiettivi. Chiediamo legalità, controllo e monitoraggio dell’informazione
Roma , 2 giugno 2007

Comunicato di Marco Cappato (Parlamentare europeo), Marco Beltrandi, Sergio D’Elia, Bruno Mellano, Maurizio Turco (parlamentari italiani), Rita Bernardini (Segretaria Radicali Italiani), Maria Antonietta Farina Coscioni (Presidente di Radicali Italiani), e Sergio Stanzani (Presidente del Partito Radicale Transnazionale)
“Da giovedì 1 giugno, dalle ore 13,30 abbiamo occupato gli edifici Rai di Viale Mazzini per affermare il diritto dei cittadini italiani di essere informati, in particolare sul boicottaggio in atto contro la proposta di Moratoria delle esecuzioni capitali, e per consentire all’opinione pubblica di essere coinvolta e protagonista di una possibile impresa storica di civiltà e diritto. A partire da questa occasione obbligata di azione, la nostra occupazione prosegue per risolvere, finalmente, dopo lustri, il problema della sempre più grave e ormai intollerabile, oltre che profondamente illegale, disinformazione cui si sottopone l’opinione pubblica, la sottrazione di verità e di informazione cui è vittima il paese.
Viene così negato il diritto dei cittadini ad avere e ricevere una leale e completa informazione, specie per quanto riguarda i temi fondamentali delle iniziative radicali, anche mediante il boicottaggio praticato dalla Rai e dalle istituzioni contro il servizio pubblico di monitoraggio dell’informazione (a cui la stessa Rai è obbligata dal contratto di servizio e dalla commissione di vigilanza) fornito solo dal Centro di Ascolto radicale.
Denunciamo il fatto che persino la carta stampata ha censurato la puntualità dei nostri obiettivi, e ribadiamo che non abbandoneremo la sede RAI di viale Mazzini fino a quando non riceveremo precise assicurazioni che sarà sventato il pericolo che, dopo decenni, venga meno la possibilità stessa di poter accertare quelle violazioni alle leggi sull’informazione cui siamo abituati, ma non assuefatti.
Chiediamo – anzi esigiamo che la RAI riconosca le sue responsabilità gravi, o almeno apra un’indagine interna volta a comprendere cosa sta accadendo”.

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